[28/06/2011] News

L'Ue annuncia la procedura di infrazione per i rifiuti a Napoli

Potocnik: ĞUsate Il denaro dei contribuenti per migliorare la situazione piuttosto che per pagare le multeğ

Ieri le eurodeputate Verdi Judith Merkies e Margrete Auken, insieme alla presidente del Pasrtito Verde europeo, Monica Frassoni, avevano scritto ai commissari Ue Potocnik e Dalli per evidenziare nuovamente «La situazione molto difficile che stanno vivendo i napoletani a causa della nuova e preoccupante emergenza rifiuti. In questo momento, più di 2.000 tonnellate di rifiuti sono riversate nelle strade della città; il clima molto caldo, l'esasperazione dei cittadini, disordini in parte organizzati creano pericoli per la salute degli abitanti. La vita della città é sconvolta e, soprattutto, nessuna soluzione è in vista. I cittadini di Napoli sono cittadini europei. Le leggi europee e la legalità continuano a non essere rispettate e la Commissione deve reagire».

Le tre esponenti verdi ricordano alla Commissione Ue che «La situazione non è molto cambiata dalla sentenza della Corte di giustizia del marzo dello scorso anno. Non solo non vi è stato alcun progresso per quanto riguarda l'adozione di un piano realistico e sostenibile per smaltire i rifiuti in grado di rispondere alle esigenze della città, ma il Governo centrale, la Regione e la Provincia sembrano aver perso interesse in materia. L'attuale e drammatica situazione è il risultato di tre elementi sui quali vorremmo attirare la vostra attenzione. Il primo è l'evidente cambiamento di approccio politico che è risultato dalle recenti elezioni locali a Napoli. Il nuovo sindaco Luigi de Magistris ha approvato solo pochi giorni dopo aver assunto l'incarico un piano dei rifiuti in linea con le direttive comunitarie e basato sulla raccolta differenziata, sulle infrastrutture di riciclaggio di piccole dimensioni; il piano non comprende la costruzione dell'inceneritore a Napoli, un affare di circa €400 milioni, che la precedente amministrazione ed il Governo nazionale avevano voluto. Lo scoppio di questa nuova e molto difficile crisi ha avuto luogo subito dopo l'adozione del Piano. Il secondo elemento è la complessa e totalmente inefficiente governance del processo decisionale che rende impossibile organizzare una raccolta sostenibile dei rifiuti, in assenza di un piano previsto dalla normativa comunitaria. La raccolta dei rifiuti è competenza del comune. Ma il trasferimento dei rifiuti in discarica o all'inceneritore è responsabilità della Provincia e la decisione sui siti è responsabilità della Regione. Nessun progresso è stato registrato su alcuno di questi tre livelli nell'ultimo anno. Le discariche si riempiono velocemente, l'inceneritore di Acerra è al collasso e nessuna riduzione della produzione di rifiuti è stata organizzata negli ultimi mesi. Il terzo elemento, quello più rilevante per la Commissione, è che il Governo nazionale è attualmente incapace di prendere qualsiasi decisione per aiutare Napoli a sbarazzarsi dei suoi rifiuti prima che le conseguenze per la salute dei suoi cittadini diventino reali. Infatti, il Governo non può decidere il trasferimento provvisorio di rifiuti al di fuori della regione a causa dell'opposizione della Lega Nord, un partito membro della coalizione di governo».

Partendo da questa ricostruzione della vicenda napoletana Merkies, Aukien e Frassoni chiedevano all'Unione Europea di: «Richiamare pubblicamente il Governo italiano ad agire nell'interesse della salute e benessere dei cittadini di Napoli e approvare immediatamente il decreto che permette di trasferire i rifiuti fuori dalla regione. Richiamare il Governo italiano sull'urgenza dell'adozione del tanto atteso piano rifiuti in modo da poter sbloccare i fondi Ue necessari per organizzare la raccolta differenziata dei rifiuti, la bonifica ed il ripristino dei siti contaminati da rifiuti tossici. Le leggi europee prevedono che i governi debbano agire dopo una decisione della Corte. L'Italia è in ritardo di diversi mesi. La Commissione deve dichiarare la propria intenzione a dare seguito alla decisione della Corte portando l'Italia di fronte alla Corte secondo l'art. 260 che prevede sanzioni pecuniarie per il mancato adempimento di decisioni da parte degli Stati. La Commissione rappresenta gli interessi comuni dei cittadini dell'UE. Non può lasciare sola la gente di Napoli.

La risposta del Commissario all'ambiente Janez Potocnik (Nella foto) è arrivata praticamente subito: «Quello che è accaduto di recente dimostra che le autorità italiane non hanno ancora fatto quanto necessario per trovare una soluzione adeguata e definitiva al problema».

Secondo Potocnik l'Italia rischia fortemente di incorrere in una procedura di infrazione, così al danno si aggiungerebbe la beffa che verrebbe scaricata sui contribuenti italiani. Infatti il commissario Ue ha detto che sono probabili «Sanzioni pecuniarie. i miglioramenti reali si devono ancora vedere e vanno confermati da parte dei cittadini. L'assenza di questi miglioramenti lascia alla Commissione poca scelta, se non quella di proseguire attivamente con la procedura d'infrazione».

Se il governo no agirà in tempi rapidi, riuscendo a superare il veto leghista e lo stato pre-comatoso in cui versa, al danno d'immagine per un intero Paese si aggiungerebbe la giusta pena monetaria per una vicenda che è inconcepibile per un Paese civile ed avanzato. Potocnik ha confermato: «A meno che la situazione non cambi per tempo, questo potrebbe portare a sanzioni pecuniarie all'Italia da parte della Corte europea di giustizia». Secondo la Commissione Ue le autorità italiane, dal governo al comune, passando per le regioni e le province, devono finalmente affrontare davvero la questione dei rifiuti a Napoli e in Campania, per fare in modo che «Il denaro dei contribuenti serva a migliorare la situazione sul terreno piuttosto che a pagare le multe».

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