[27/06/2011] News

Eolico off-shore nel golfo dell'Asinara: il no della Regione e di alcune associazioni ambientaliste

Oltre a quella della Val di Susa, si sta svolgendo un'altra aspra battaglia (speriamo meno drammatica) nel paese contro la realizzazione di un'infrastruttura. Il luogo sono le coste della Sardegna e il progetto che ha fatto andare su tutte le furie il presidente della Regione, parte degli ambientalisti e gli indipendentisti di Sardigna Natzione (Sni), è quello di un parco eolico off-shore.

L'iniziativa progettuale è della Società energia valle d'Aosta-Seva srl che ha chiesto al ministero l'autorizzazione a realizzare nel golfo dell'Asinara un parco in mare (davanti al parco nazionale dell'Asinara e alla spiaggia della pelosa di Stintino) con 26 aerogeneratori a tre pale, ognuno alto circa novanta metri rispetto al livello dell'acqua, in grado di produrre 36 MW di energia elettrica.

«Respingiamo l'idea che qualcuno possa impadronirsi di alcuni degli scorci di pregio delle coste della Sardegna per portare avanti progetti totalmente incompatibili con l'idea di un'isola che vuole determinare il proprio futuro e che non è disposta a sacrificare il proprio ambiente e il proprio paesaggio» ha dichiarato il presidente della Regione, Ugo Cappellacci.

«L'articolo 13 del piano casa approvato nel 2009 vieta il posizionamento di linee elettriche come quelle che dovrebbero essere realizzate per i parchi eolici in questione. Il nostro orientamento è stato ribadito anche con la delibera del marzo 2010, che vieta espressamente la realizzazione di questo tipo di impianti. Le energie rinnovabili devono essere uno strumento per la salvaguardia dell'ambiente e del paesaggio e devono essere foriere di benefici per l'isola in termini economici e di qualità della vita. Ogni volta che dietro l'etichetta delle energie rinnovabili si celeranno progetti, come quelli degli impianti off-shore, che non solo non rispettano tali finalità, ma rappresentano un palese tradimento delle stesse, la Regione si opporrà con tutte le forze, accanto ai rappresentanti delle comunità interessate» ha concluso Cappellacci.

 La localizzazione non sappiamo se è stata accuratamente valutata e se ha avuto il via libera del Demanio marittimo, ma in altri contesti i parchi eolici off shore sembrano più graditi di quelli sui crinali. In generale, se viene rispedito al mittente il nucleare (come giustamente hanno fatti i sardi e poi gli italiani tutti), è necessario sviluppare fonti alternative di energia visto che la domanda comunque aumenta almeno complessivamente.

Le rinnovabili risultano essere quelle ad impatto ambientale minore anche se pasti gratis, come sempre ribadiamo, non esistono. Sul progetto della Seva ieri le associazioni ecologiste di Cagliari "Gruppo d'intervento giuridico" e "Amici della Terra" hanno presentato una richiesta di informazioni a carattere ambientale al ministero dell'Ambiente, capitaneria di Porto Torres, Regione, e comune di Porto Torres.

«Questo è l'ennesimo episodio di speculazione eolica in Sardegna - ha sottolineato il portavoce delle due organizzazioni ecologiste, Stefano Deliperi- Dalle 27 centrali eoliche attuali 8.453 Mw di potenza, se fossero realizzate le altre 34 in attesa di autorizzazione, si giungerebbe a 61 parchi eolici in Sardegna, con ben 1.265 Mw di potenza. L'isola- ha aggiunto- è del tutto autonoma rispetto alla rete nazionale, può contare sulla potenza installata di circa 2.200 Mw, pur impiegandone ogni giorno di solito 1.730 (la notte solo 1.300). Con il potenziamento dei trasporti via cavo (Sapei e Sacoi) fra Sardegna e penisola, non potranno essere esportati più di mille Mw. Chi ci guadagna, quindi, nel tenere immagazzinati altri 800 Mw originati dall'eolico? Non certo la collettività».

Queste domande pertinenti sull'autonomia energetica dell'isola e su come la Sardegna è inserita nel contesto energetico nazionale meritano una risposta che dovrà dare anche il governo visto che è stata fatta un'interrogazione parlamentare al ministro Matteoli.

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