[24/06/2011] News

La decontaminazione di Fukushima in tilt per due valvole montate male

Sul Giappone orientale e occidentale è in arrivo una miscela di alte temperature e piogge torrenziali, che potrebbe mandare in tilt la distribuzione dell'energia elettrica, già disastrata dalla tragedia nucleare di Fukushima e dalla successivo fermo di molti reattori nucleari.

A Kumagaya, a nord di Tokyo, la temperatura è arrivata 39,3 gradi, superando anche in altre città il record raggiunto 20 anni fa per il mese di giugno in Giappone. L'Agenzia meteorologica giapponese dice che il clima torrido è causato da un sistema di alta pressione in movimento dai  mari a sud del Giappone e che sta portando aria calda a Tokio e nell'ovest del Paese. Nel nord-est del Paese  invece forti piogge da mercoledì hanno portato 300 millimetri di precipitazioni e il governo ha chiesto lo stato di allerta sia per le alte temperature che per le piogge torrenziali. 

Pioggia e caldo sono una pessima notizia per la Tokyo Electric Power Company (Tepco)  che sta tentando disperatamente di non far tracimare l'acqua radioattiva dalla centrale nucleare di Fukushima Daiichi e di raffreddare i reattori danneggiati dalle esplosioni di idrogeno avvenute dopo il terremoto/tsunami dell'11 marzo.

Mettere in funzione il sistema di decontaminazione dell'acqua radioattiva franco-americano-nipponico (che era stato annunciato come soluzione miracolosa) si sta rivelando sempre più problematico. La Tepco ha dovuto ridurre ulteriormente il volume di acqua iniettata nei reattori 1, 2 e 3 per evitare un ulteriore accumulo di acqua altamente radioattiva nell'impianto nucleare, ma limitando la quantità di acqua la temperatura dei reattori potrebbe salire, proprio mentre continua a piovere  e salgono le temperature esterne: fino ad ora nell'area della centrale di Fukushima Daiichi sono caduti 100 millimetri di pioggia che hanno fatto salire il livello dell'acqua negli edifici e nelle trincee esterne di circa 50  - 60 mm. La Tepco ha "tappato" le voragini sui tetti degli edifici delle turbine ed ha accatastato sacchi di sabbia per impedire all'acqua piovana di entrare nell'impianto nucleare. Intanto continua a sbattere la testa sul rompicapo delle prove preliminari del sistema di decontaminazione dell'acqua e a tentare tutti i mezzi per assicurare un suo funzionamento ottimale. Dal 17 giugno è riuscita a "smaltire"  2.500 tonnellate di acqua radioattiva.

Oggi la Tepco ha annunciato che spera di riavviare il sistema per continuare il processo di decontaminazione, immettendo acqua con bassi livelli di contaminazione  nelle attrezzature per diminuire I livelli di radiazione che hanno bloccato tutto più volte. Ma la Tepco ha dovuto ammettere sempre oggi che non era a conoscenza che una  valvola erroneamente aperta avesse causato il flop dei suoi test per decontaminare l'acqua radioattiva. La Tepco ha finalmente scoperto che il dispositivo made in Usa periferico  collegato al sistema di trattamento delle acque aveva abbassato la concentrazione di cesio radioattivo di appena il 10% rispetto a quanto previsto e spiega che « La valvola aperta ha fatto sì che l'acqua contaminata passasse  attraverso una sola delle 3 camere assorbenti del sistema».

Il pasticcio si rivela sempre più incredibile, soprattutto se si pensa all'estrema gravità della situazione da affrontare ed all'assoluta competenza tecnica che richiederebbe: si pensa che la valvola sia stata montata in modo errato quando il dispositivo è stato installato. L'ennesimo errore umano in un disastro nucleare che in molti vorrebbero far passare per "naturale" e che ha portato a 400 tonnellate in più di acqua dolce non smaltite iniettate ogni giorno nei reattori. Ora la stagione delle piogge minaccia di innalzare ulteriormente il livello delle acque radioattive e i  test-run sono stati interrotti nuovamente il 22 giugno, dopo che una pompa di produzione francese per avviare l'acqua verso l'impianto di decontaminazione si è fermata, anche questa a causa dell'errato montaggio di una valvola.

Le multinazionali del nucleare come Areva e Kurion, quelle che discettano di nucleare sicuro e stigmatizzano la decisione degli italiani di uscire dal nucleare attraverso un referendum "dettato dall'emozione e dalla paura", non si sono dimostrate capaci nemmeno di montare bene delle valvole. Ci sembra proprio che il mondo faccia bene ad aver paura dei loro pasticci che potrebbero contaminare una vasta area dell'Oceano Pacifico.

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