[23/06/2011] News

I cacciatori di Face si rimangiano l’accordo sui calendari venatori

Sui calendari venatori l'accordo sembrava raggiunto, ma Federcaccia, Enal Caccia, Libera Caccia e Annu, riunite in Face Italia, hanno preso le distanze dall'accordo raggiunto in sede di Conferenza delle Regioni, presenti anche l'ispra le Regioni, gli agricoltori, ambientalisti e animalisti.

Secondo Face Italia, «Il documento che è stato "diramato" da Tavolo delle Regioni, oltre a non tener in alcun conto le nostre posizioni e proposte documentali, propone invece queste ed altre impostazioni penalizzanti e inutilmente restrittive, con date di apertura e chiusura per specie e modalità di esercizio venatorio che, ancora una volta, ribadiamo non essere state da nessuno di noi condivise o avallate in alcun modo. Anzi, come da noi espressamente richiesto, il Tavolo delle Regioni prima di ufficializzare qualsiasi documento avrebbe dovuto sottoporlo all'attenzione di tutte le componenti rappresentate al Tavolo ed ottenerne la validazione con sottoscrizione dello stesso, cosa che non è mai avvenuta. Per noi, quindi, oggi valgono unicamente i contenuti delle nostre proposte documentali che sono state presentate al Tavolo, mentre nessun altro documento è da noi condiviso e riconosciuto». I cacciatori per questo invitano la Conferenza delle Regioni a «Formalizzare pubblicamente il ritiro del documento circolato senza la nostra condivisione ed autorizzazione. La nostra disponibilità a continuare un confronto serio e costruttivo è condizionata alla preventiva definizione di precise regole e modalità operative. E' necessario precisare che qualsiasi ipotetico incontro futuro, a qualsiasi argomento destinato, deve essere adeguatamente registrato e verbalizzato ed infine qualsiasi documento voglia essere prodotto come sintesi dei lavori comuni deve essere prima validato e sottoscritto dai partecipanti e solo successivamente proposto come documento ufficiale del Tavolo».

Enpa, Fare Verde, Lav, Legambiente, Lipu e Wwf denunciano il voltafaccia di Face Italia: «E' triste constatare che il mondo venatorio rappresentato da FACE Italia (a cui aderiscono quattro delle sette associazioni venatorie nazionali riconosciute) si dimostri, ancora una volta, totalmente inaffidabile e scorretto. E' stato un lavoro di otto mesi, puntuale e complesso, che ha visto continuamente presenti e partecipi anche quelle parti sociali che oggi si tirano indietro e negano la realtà. Il lavoro, coordinato dalla Regione Puglia, ha riguardato tempi di caccia e specie cacciabili alla luce delle modifiche della 157/92 con cui sono state introdotte nuove e rigorose norme di tutela degli uccelli, nonché alla luce delle indicazioni tecnico-scientifiche formulate dall'autorità nazionale quale è l'Ispra. Ebbene: oggi gran parte dei cacciatori rinnegano l'accordo, come se quelli presenti e partecipi per otto mesi non fossero i loro dirigenti ma degli ologrammi, delle illusioni ottiche; come se le cose che sono state dette non fossero mai state dette; come se i loro presidenti non ci avessero anche preso gusto al negoziato, giungendo reiteratamente a chiedere trattative ad oltranza onde chiudere più rapidamente l'accordo. E come se non fossero stati proprio i loro presidenti (sì, i loro presidenti, e non solo le associazioni ambientaliste e animaliste) a manifestare lo sdegno perché in Italia sia autorizzata la caccia a specie come la Starna, praticamente estinta. O infine, a chiusura dell'ultimo giorno di trattativa, a esprimere l'unico dubbio, ma senza mettere in discussione l'accordo complessivo, sulla data di chiusura della caccia per alcune specie (alcune, non tutte) di uccelli acquatici. Ancora una volta, insomma, questi dirigenti dimostrano la propria completa inaffidabilità e l'incapacità di decidere tra una prospettiva di modernità e le più retrograde e penose istanze ultravenatorie. Le quali non hanno mancato di fare capolino, sebbene più timidamente, anche nel corso degli incontri del Tavolo, suscitando l'imbarazzo e le critiche persino delle grandi associazioni agricole. L'accordo tuttavia è stato chiuso, e correttezza istituzionale vorrebbe che la Conferenza delle Regioni ne prendesse atto ufficialmente. Tuttavia, se questo non dovesse avvenire, ricordiamo che lo Stato, attraverso la sua autorità scientifica in materia, ha trasmesso da tempo a tutte le Regioni le indicazioni su come formulare i calendari venatori rispettando gli standard minimi di tutela costituzionalmente previsti ed obbligatori. Tale è infatti la Guida Ispra, che non va confusa, come tenta di far credere qualcuno, con un semplice parere tecnico, sebbene importantissimo, ma è l'indicazione del nucleo minimo di tutela che sta in capo allo Stato. Le Regioni, dunque, applichino rigorosamente quelle indicazioni, considerando che in gioco c'è il patrimonio pubblico costituito dalla fauna, che diversamente rischierebbe di subire un danno grave, irreparabile e potremmo persino dire doloso. Da parte nostra vigileremo con un'attenzione senza precedenti perché ciò non accada e chiameremo a rispondere, anche personalmente e di fronte alla magistratura ordinaria, ogni singolo responsabile di tali danni. Perché se ci sono estremisti che fanno richieste fuori legge, la responsabilità del danno è di colui che le accoglie».

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