[23/06/2011] News

Scorie nucleari : l’Europarlamento vieta esportazioni verso i Paesi terzi

Verdi parzialmente soddisfatti

Il  nucleare sta prendendo colpi da tutte le parti, particolarmente nella vecchia Europa. Oggi il Parlamento europeo ha votato una proposta di direttiva nella quale si dice che «Le esportazioni di scorie nucleari verso Paesi terzi devono essere vietate, salvo che esse non siano esportate per il riciclaggio e reimportate nell'Ue, mentre le esportazioni all'interno dell'Ue non dovrebbero essere autorizzate che attraverso accordi bilaterali».

La proposta iniziale della Commissione, fondata sul trattato Euratom e dopo una procedura di consultazioni,  era stata presentata nel novembre 2010, quando il rinascimento nucleare aveva il vento in poppa, poi è venuta Fukushima e ora il Consiglio europeo dovrà prendere la decisione definitiva con sulle spalle questa pesante posizione dell'Europarlamento che spariglia le carte ben distribuite dalla lobby nucleare, che aveva molti, buoni e potenti amici nella Commissione Ue e nei governi.

Nonostante alcuni aspetti contraddittori, dovrebbero aumentare le difficoltà per le esportazioni farsa di scorie nucleari francesi, tedesche e britanniche verso la Russia, per falsi riciclaggi che si trasformano in stoccaggi di scorie nucleari all'aria aperta ed anche i trasporti di scorie nucleari italiane in Francia dovranno probabilmente essere meglio definiti e concordati. Inoltre, è chiaro che i Paesi di transito staranno molto più in guardia. L'Europarlamento ha anche chiesto regole più stringenti per la protezione dei lavoratori, il rafforzamento del controllo e i poteri di inchiesta delle autorità nazionali e la ricerca sulle alternative all'interramento delle scorie nucleari.

Secondo una nota dell'Europarlamento, «I lavoratori coinvolti nella gestione delle scorie radioattive, nella loro produzione e nella loro eliminazione, devono ricevere una protezione adeguata» e gli europarlamentari hanno chiesto maggiori poteri per le agenzie di controllo e per le autorità competenti : «Le autorità nazionali dovrebbero avere il potere di procedere regolarmente a delle valutazioni della sicurezza nucleare, ad inchieste e controlli e, se necessario, prendere misure esecutive».

La popolare slovena  Romana Jordan Cizelj, che ha redatto la risoluzione ha detto durante il dibattito in aula che «Il Palamento europeo ha diverse volte chiesto una direttiva sul trattamento delle scorie radioattive e del combustibile esausto e gli avvenimenti di Fukushima hanno dimostrato che avevamo ragione di farlo. Siamo positivi quanto all'idea di una direttiva e vogliamo che questa direttiva sia più forte e più chiara».

Una critica bipartisan al testo proposto dalla commissione europea che si è tramutata in un voto schiacciante: 489 voti a favore della risoluzione,  52 contrari e 75 astensioni.

Secondo la direttiva proposta, ogni Stato membro dovrà elaborare politiche e programmi per assicurare che il combustibile esausto e le scorie radioattive vengono trattati ed eliminato in maniera sicura. Le politiche nazionali dovranno includere inventari e piani di gestione di tutti gli impianti, anche dopo la loro chiusura. Quindi la direttiva riguarda anche i vecchi impianti nucleari italiani e lascia aperta la questione del nostro deposito nazionale delle scorie.

Per quanto riguarda lo stoccaggio sotterraneo delle scorie altamente radioattive che sta già creando proteste e conflitti in Paesi come Francia, Spagna e Germania, il Parlamento europeo ha chiesto di intensificare la ricerca sulle alternative, sconfessando la Commissione Ue che prospetta lo stoccaggio geologico profondo come «L'opzione più sicura per le scorie altamente radioattive».  

Una delle questioni più controverse affrontate dagli eurodeputati è quella della possibilità di esportare le scorie nucleari al di fuori dell'Ue, il voto ha appoggiato l'opzione di vietarla, contrariamente a quel che aveva proposto la Commissione energia dello stesso Parlamento europeo. Qui però l'emendamento della Commissione ha diviso in due gli europarlamentari: è stato respinto con 328 voti contrari, 311 favorevoli e 7 astensioni e con la contrarietà determinante dei gruppi Socialista & Democratici e dei Liberaldemocratici, che hanno preferito la proposta iniziale della Commissione che prevede che ogni Stato membro sia responsabile dell'eliminazione delle scorie che produce e che l'autorizzazione alla loro esportazione verso un altro Stato membro dell'Ue sia consentita unicamente attraverso un accordo bilaterale.

In seduta plenaria la maggioranza dell'europarlamento ha sostenuto la proposta dei socialisti & democratici  di non permettere le esportazioni di scorie se non per il riciclaggio ed alla sola condizione che siano in seguito reimportate nell'Ue. Un bel problema per Areva ed Edf che esportano le scorie nucleari francesi in Russia dove ne lasciano stoccate il 90%.

Il gruppo dei Verdi ha chiesto di autorizzare le esportazioni di scorie nucleari solo all'interno dell'Ue e solo per piccole quantità, mentre la Sinistra Europea ha chiesto di vietare tutte le esportazioni di scorie, anche all'interno dell'Unione europea.

Michèle Rivasi eurodeputata di Europe Ecologie e fondatrice del Crirad parla di un voto con luci ed ombre: «Abbiamo potuto evitare il peggio ma questo testo resta al di qua di una politica di sicurezza efficace in materia di gestione delle scorie radioattive, continuando a far credere che i combustibili esausti potranno essere ritrattati in Francia, in Russia o in Ucraina. Per esempio, le regole definite da questo rapporto non integrano le scorie nucleari provenienti dall'uso militare e nemmeno la quantità impressionante di scorie provenienti dalle miniere di uranio o anche i combustibili esausti prima di essere ritrattati. L'obiettivo sembra quello di cullare i cittadini nell'illusione di una gestione perfetta della filiera nucleare e della consacrazione dello stoccaggio in grotte geologiche profonde come soluzione ideale di fronte ai rischi legati alle scorie radioattive, Il voto contro l'esportazione delle scorie al di fuori dell'Ue rimane però un enorme sollievo: era inammissibile che una maggioranza conservatrice favorisse l'industria nucleare che ci ha mantenuto per decenni nella menzogna e nell'illusione di una gestione responsabile e sostenibile delle scorie. La reale ragione di questa sottomissione non scusabile è l'assenza di un'accettabilità sociale in materia di scorie radioattive, nessun cittadino europeo vuole avere una pattumiera radioattiva vicina, né a Bure (progetto francese) né altrove, La nostra incapacità di gestire questi rifiuti non deve condurci a negare le responsabilità: la filiera elettronucleare deve assumersi la responsabilità finanziaria delle scorie finali  e gli Stati devono assumere le scelte politiche in materia energetica. Così, noi siamo felici del voto in favore del nostro emendamento che vieta lo stoccaggio delle scorie in zona sismica, i deputati hanno almeno saputo trarre una lezione dalla catastrofe di Fukushima: era l'ora!»

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