[20/06/2011] News toscana

Riacquisizione della parte privata di Publiacqua? Renzi propone la holding...

 

Una proposta al giorno non toglie i problemi di torno e contribuisce ad alimentare la confusione. Dopo aver annunciato di voler ricomprare direttamente Publiacqua (il 40% di Acque blu fiorentine, la componente privata dell'azienda) per ascoltare quello che i cittadini hanno espresso con il voto referendario, oggi il sindaco di Firenze Matteo Renzi è uscito con un'altra proposta che ha il senso della boutade ad effetto più che la concretezza dell'indirizzo politico (seguito dalla verifica dei numeri che sarebbe auspicabile e necessaria).

«Entro l'anno vogliamo creare una sola società, che si chiamerà "Firenze Holding", a cui conferire le partecipazioni delle varie aziende e che abbia la funzione di regia strategica- ha dichiarato Renzi in Consiglio comunale- La nuova struttura avrà un piano industriale e deciderà cosa e come portare all'attenzione del mercato. Firenze Holding - ha aggiunto il sindaco - sarà anche chiamata a esporre una proposta di riacquisto del 40% di Publiacqua attualmente in mano ai privati che dovrà essere valutata con grande attenzione. Se le condizioni economiche saranno vantaggiose formuleremo una proposta per il riacquisto rispettando la volontà espressa dai cittadini con il referendum».

Sinceramente non pare che questa proposta sia in sintonia con le richieste del vasto Comitato referendario e dei cittadini che si sono espressi sull'acqua la scorsa settimana. I dettagli non sono conosciuti ma una Holding magari da quotare in borsa non è la risposta per sostituire i privati nell'azienda di gestione dell'acqua. E poi facciamo presente che la parte pubblica, cioè il 60% di Publiacqua, non è tutto del comune di Firenze (ha il 21,67% delle azioni): Consiag che possiede il 24,94% e gli altri comuni (12,96%) pensiamo che vogliano dire la loro su questa operazione.

«Se il sindaco vuole davvero rispettare gli esiti referendari introduca nell'ordinamento comunale la definizione di servizio idrico integrato come "servizio pubblico essenziale di interesse generale"- ha dichiarato Ornella De Zordo capolista di Perunaltracittà- Ci abbiamo provato nel passato senza successo, fermati da quelle stesse persone che oggi plaudono ai risultati del referendum sui beni comuni. Serve una politica chiara che, "senza giochini", sia capace di riformare il sistema di gestione del servizio idrico realizzando un modello di gestione pubblica-partecipativa mediante l'affidamento ad un soggetto giuridico di diritto pubblico con le caratteristiche di azienda improntata a criteri di economicità, efficienza, trasparenza e partecipazione, come chiede agli enti locali il Comitato promotore per il 2Sì  per l'acqua pubblica. Oggi sussistono tutte le condizioni normative per poter compiere questa operazione» ha concluso De Zordo.

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