[17/06/2011] News

Caos a Fukushima: guasto a valvola fa saltare il piano di decontaminazione dell'acqua radioattiva

La Tepco presenta un'altra road map e si impegna a proteggere di pił i "liquidatori" dalle radiazioni

La Tokyo Electric Power Company (Tepco) ha presentato oggi le anticipazioni di un documento su quello che è successo nella centrale nucleare di Fukushima Daiichi nei primi 5 giorni dopo il terremoto/tsunami dell'11 marzo, che ha innescato il disastro nucleare ancora in corso. In circa 50 pagine la Tepco fa la cronaca degli eventi che hanno portato ai gravissimi incidenti nucleari nei reattori 1, 2 e 3 e di come l'utility ha cercato di rispondere. Il documento sarà presto reso integralmente pubblico.

Il rapporto comprende alcune foto e le testimonianze dei lavoratori che nei primi giorni hanno avuto a che fare con la catena di incidenti nell'impianto nucleare. In una foto si vedono quelli che sono stati immediatamente ribattezzati "liquidatori" (in ricordo di chi si era sacrificato nell'altro disastro nucleare di livello 7, quello di Chernobyl) all'interno di una sala di controllo, nella notte dello stesso 11 marzo, nel bel mezzo del black-out totale della centrale, mentre cercano  di fornire energia ai loro manometri usando delle batterie da auto. Il documento mostra anche lo stato degli edifici dei reattori dopo le esplosioni di idrogeno e i danni interni alla  entrale nucleare causati dal terremoto e dallo tsunami.

Nel documento la Tepco rivela che la necessità che i "liquidatori" indossassero maschere e bombole di ossigeno per verificare lo stato delle pompe del reattore 2 ha ritardato l'operazione di quasi un'ora, anche se normalmente ci vorrebbero 10 minuti.

E' evidente che il "supersicuro" nucleare giapponese è andato subito in tilt e che a Fukushima non è più riuscito a riprendersi da uno stato confusionale: oggi la Tepco ha presentato una nuova road map per stabilizzare la centrale nucleare che sarà incentrata su «Nuove misure per garantire la salute del personale che lavora in mezzo all'alta radioattività».

E' una nuova versione riveduta della road map presentata due mesi fa e che avrebbe dovuto dare risultati concreti che non si sono ancora visti.

La Tepco sembra essere stata costretta ad inserire la protezione dei suoi "liquidatori" nella road map dopo che è venuto fuori che molti di loro sarebbero stati esposti a radiazioni ben oltre i limiti (già fortemente innalzati) stabiliti dal governo. La nuova versione impone controlli più severi riguardo agli orari di lavoro e istituisce un sistema che registra automaticamente l'esposizione dei lavoratori alle  radiazioni. Sarà anche aumentato il numero di dispositivi utilizzati per verificare una possibile esposizione interna dei "liquidatori". Inoltre verranno impiegati più medici, 24 ore su 24, sia nell'area della centrale nucleare sia nelle nuove strutture per il riposo per i "liquidatori"  che saranno costruite.

Le  nuove sezioni della road map sulla gestione radiazioni e sulla salute dei lavoratori si aggiungono alle misure per raffreddare i reattori e stabilizzare e trattare l'enorme quantità di acqua radioattiva che ha inondato l'impianto nucleare.

Ed è proprio quest'acqua radioattiva che sembrerebbe aver fatto "saltare" la vecchia road map. La Tepco non riesce a smaltirla e questo rischia di ritardare la messa in opera del sistema per la sua decontaminazione.

L'azienda prevedeva di avviare oggi il funzionamento completo del sistema di trattamento delle acque, dopo il test finale, ma ieri sera il dispositivo made in Usa per la rimozione dei materiali radioattivi, uno dei principali componenti del sistema, ha avuto un grave danno e si è bloccato automaticamente. La Tepco ha detto di aver individuato la fonte della perdita dal sistema di decontaminazione: si tratterebbe di una valvola  danneggiata. L'utility sta cercando disperatamente di ripristinare il sistema di trattamento dell'acqua e  stamattina ha annunciato che sta esaminando la causa del problema per cercare di risolverlo, ma che «La sospensione può ritardare la messa in opera a pieno regime del sistema di trattamento delle acque». Esattamente quello che si temeva ieri, visto che la decontaminazione dell'acqua radioattiva è la chiave per mettere sotto controllo la crisi nucleare e che ogni ritardo rischia, entro 9 giorni,  di far tracimare le sostanze contaminanti prima nell'area della centrale e poi nell'Oceano Pacifico,. Visto che ogni giorno nei reattori vengono pompate altre 500 tonnellate d'acqua per raffreddarli.

Veramente il danno sembra ancora più esteso: i tecnici della Tepco hanno ha scoperto che non è danneggiata solo la valvola di ventilazione di uno dei contenitori del dispositivo, ma che anche una valvola dell'acqua di un altro contenitore era chiusa. Quindi l'acqua contaminata all'interno del dispositivo per la rimozione di cesio sversava dalla valvola dell'aria.

Mentre scriviamo l'utilty sta sostituendo la valvola danneggiata e i test dovrebbero riprendere al più presto per  iniziare la decontaminazione a pieno regime già oggi, altrimenti tutto il crono-programma per impedire la tracimazione dell'acqua radioattiva sarà reso vano e la Tepco dovrà nuovamente far fronte ad una situazione "inaspettata" che cambia tutti i suoi progetti di contenimento della tragedia nucleare di Fukushima Daiichi.

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