[15/06/2011] News

Agire contro black carbon e ozono per contrastare velocemente il riscaldamento climatico

Il rapporto "Integrated Assessment of Black Carbon and Tropospheric Ozone", presentato ai climate change talks dell'Unfccc in corso a Bonn dall' United Nations environment programme (Unep) e dalla World meteorological organization (Wmo), sottolinea che «Un'azione veloce su inquinanti come il black carbon (una componente essenziale dello smog e della fuliggine, ndr), l'ozono troposferico e il metano può contribuire a limitare l'aumento della temperatura globale e ad aumentare sensibilmente le probabilità di mantenere l'aumento della temperatura al di sotto di 2 gradi centigradi, e forse anche di 1,5 gradi C».

Secondo Unep e Wmo «La protezione del clima a breve termine è fondamentale per tagliare in modo significativo il rischio di "cambiamento climatico globale amplificato" connesso ad una perdita rapida ed estesa del ghiaccio artico sia in mare che a terra. Un''azione veloce potrebbe anche ridurre le perdite dei ghiacciai di montagna, legata in parte ai depositi di black carbon, riducendo di due terzi il riscaldamento previsto nell'Artico.

Il team di 50 scienziati, guidati da Drew Shindell della Nasa e riuniti dallo  Stockholm Environment Institute, che ha redatto il rapporto ha fatto anche il punto sulla salute pubblica e sulle numerose opportunità per la sicurezza alimentare che deriverebbero da interventi per mitigare i cambiamenti climatici.

Secondo Shindell, «Questo rapporto fa chiarezza sulla complessità del riscaldamento e raffreddamento e sugli effetti di una serie di inquinanti e utilizza la scienza per dimostrare che, nel breve e medio termine, ci sono misure chiare e concrete che possono essere intraprese per aiutare proteggere il clima globale. Forse il legame più intrigante è quello tra le emissioni di metano e la formazione di ozono troposferico. Il metano è un potente gas serra a sé stante, ma porterebbe emergere che sta provocando anche un riscaldamento molto più globale, contribuendo alla formazione di significativi livelli di ozono troposferico? Davvero più di quanto supposto in precedenza. Il guadagno comune nel limitare i cambiamenti climatici e migliorare la qualità dell'aria è evidente ed i modi per raggiungerlo sono diventate molto più chiari, come risultato di questo rapporto».

Gli interventi più importanti proposti dal rapporto per ridurre il black carbon e l'ozono troposferico potrebbero essere tutti realizzati da subito e con le tecnologie esistenti.

Per il black carbon: Filtri antiparticolato diesel per i veicoli nel quadro di norme combinate sulle emissioni dei veicoli e dei carburanti; Sostituzione di stufe a legna nei Paesi sviluppati con stufe a pellet e caldaie che utilizzano combustibile da legno riciclato e segatura; Stufe a biomassa pulita a legna per la cucina  e il riscaldamento nei Paesi in via di sviluppo; Divieto di bruciare  all'aria aperta i rifiuti agricoli; Sostituzione delle fabbriche di mattoni tradizionali e dei forni Hoffman.

Per l'ozono troposferico: Favorire il compostaggio e altre misure per diminuire i rifiuti organici in discarica;  Adeguato trattamento delle acque, compreso il recupero di gas; Misure per ridurre le emissioni di metano provenienti dalle industrie del carbone, petrolio e gas, compresa la riduzione delle perdite a lunga distanza dei  gasdotti; Favorire la digestione anaerobica di reflui di bovini e suini; Aerazione intermittente continua degli invasi delle risaie

Forti diminuzioni di smog e fuliggine ridurrebbero le malattie respiratorie, i ricoveri ospedalieri e le  giornate di lavoro perse per malattia. Entro il 2030, in media nel mondo, ogni anno, potrebbero essere evitate circa 2,5 milioni di morti premature da inquinamento atmosferico, e moltissime tra queste in Asia.  

Forti tagli del livello di ozono potrebbero contribuire anche a ridurre i danni ai raccolti, tra l'1 e il 4% all'anno della produzione mondiale di mais, riso, soia e grano.

Lo studio spiega che «Il taglio di questi cosiddetti "short-lived climate forcers" può avere immediati benefici sul clima, la salute e le prestazioni agricole. Questo perché, a differenza dell'anidride carbonica (CO2) che può rimanere nell'atmosfera per secoli il black carbon, ad esempio, persiste solo per giorni o settimane».

I ricercatori tuttavia sottolineano che «Mentre un'azione veloce sul black carbon e l'ozono troposferico potrebbe svolgere un ruolo fondamentale nel limitare gli effetti immediati sul clima a breve termine, un'azione continua per tagliare la CO2 è fondamentale se si vuole limitare a lungo termine la crescita delle temperature. E' la combinazione di azione sugli short-lived climate forcers di breve durata e i gas serra a lunga vita che migliora le possibilità di mantenersi sotto l'obiettivo dei 2 gradi per tutto il XXI secolo».

Secondo il direttore esecutivo dell'Unep, Achim Steiner, «Ci sono ormai chiari, forti, abbondanti e gravi motivi per ridurre i livelli di inquinanti come il black carbon e l'ozono troposferico, insieme al metano: il loro crescente contributo ai cambiamenti climatici è solo uno di questi. Questo rapporto sottolinea come la  scienza dei short lived climate forcers si sia evoluta ad un livello di maturità che richiede ora una forte risposta politica da parte delle nazioni. Gli esperti riflettono sugli obiettivi di un piccolo numero di misure di riduzione delle emissioni, per esempio il recupero di metano da carbone, petrolio e gas attraverso la fornitura di stufe da cucina combustione pulita; filtri antiparticolato per i veicoli diesel e il divieto di combustione all'aria aperta di rifiuti agricoli, che offrono eccezionali benefici per la sanità pubblica, l'agricoltura,l'economia e l'ambiente». Secondo il rapporto Unep/Wmo le azioni potrebbero essere attuate non solo all'interno dei processi dell''Unfccc, ma anche con il rafforzamento degli accordi nazionali e regionali esistenti sulla qualità dell'aria. Michel Jarraud, segretario generale della Wmo, evidenzia che «La maggior parte l'attenzione per combattere il cambiamento climatico è focalizzata sulla riduzione del principale gas serra, la CO2, tuttavia negli ultimi anni è diventato chiaro che una serie di altri inquinanti come il black carbon e l'ozono troposferico stanno aggravando la sfida. Il rapporto sottolinea la necessità di una base più forte di osservazione ed  attività di ricerca per aumentare la comprensione scientifica del ruolo di questi altri inquinanti nel sistema climatico che cambia. Il programma Global Atmosphere Watch della Wmo affronta queste sfide come una priorità»

Ai climate change talks di Bonn la Svezia ha annunciato il suo appoggio «Ad una valutazione politica globale e lungimirante per assistere i governi sui prossimi passi verso l'azione veloce sugli short lived climate forcers. Questo è in linea con la strategia della Svezia per gli SLCFs e con la sua politica per integrare le politica sul cambiamento climatico e l'inquinamento atmosferico». Questo lavoro coordinato dall'Unep dovrebbe essere pronto prima del summit Unfccc di Durban.

Torna all'archivio