[15/06/2011] News toscana

Il dopo referendum agita il sonno della Regione

Il giorno dopo la vittoria dei quattro SI referendari si comincia a parlare degli scenari per i servizi pubblici locali: dell'acqua certamente, ma anche dei trasporti pubblici e della gestione dei servizi ambientali e della gestione integrata del ciclo dei rifiuti.

E dall'opposizione (toscana!) sembra levarsi, nemmeno tanto velatamente, il grido "non sapete cosa avete fatto" rivolto a coloro che hanno barrato il SI; anche se in realtà nessuno ha argomentato a favore e difeso (o provato a farlo, se era così importante) i contenuti delle leggi o parti di legge abrogati lunedì scorso dal voto popolare.

Dunque oggi secondo gli esponenti della minoranza di Palazzo Vecchio a Firenze - per l'acqua - non c'è che una cosa da fare: "....il sindaco Renzi deve trovare 42 milioni per ricomprare le quote di Publiacqua SpA, azienda da chiudere, assumendo il personale, liquidando i privati e andando alla gestione tramite azionariato popolare o attraverso cooperative" ha dichiarato Gabriele Toccafondi , coordinatore del PDL fiorentino.

Ma lo stesso scenario drastico si profila per il settore rifiuti: «Che fine farà la gara in corso per l'ATO Sud (gara per il gestore unico dove si è formata un'associazione temporanea d'imprese tra le aziende pubbliche di Siena, Arezzo e Grossseto per contendere al gruppo Hera l'affidamento, ndr) - ha dichiarato il consigliere regionale di opposizione Nicola Nascosti - E' ancora legittima? Come si garantiranno gli investimenti di Publiacqua SpA, Acque SpA, Acquedotto del Fiora? Ma c'è anche in corso la gara per il termovalorizzatore di Case Passerini a Firenze: sulla new company dobbiamo aprire una riflessione, visto che anche qui era previsto l'ingresso di privati per il 49% (si attendono a giorni le offerte di Veolià ed Hera). Anche questa procedura va fermata» ha concluso il consigliere regionale.
Insomma, inizia il balletto dei dubbi sul "che fare" del giorno dopo. L'opposizione a livello locale e regionale non ha dubbi sul fatto che i danni causati dal referendum - sui servizi pubblici locali ancorati ai due quesiti sull'acqua ma che si estendono al trasporto pubblico locale e ai rifiuti - siano  «...enormi, dal punto di vista normativo, gestionale e occupazionale».
La Regione prende tempo e risponde per bocca dell'assessore Annarita Bramerini, che si dice consapevole dei rischi del dopo referendum ed il primo passo sarà la convocazione urgente dei dirigenti degli ATO e dei gestori dell'acqua. Secondo l'sssessore regionale all'Ambiente «...è importante capire le intenzioni dei gestori e salvaguardare il servizio. In ogni caso per ora tutto deve procedere come prima, altrimenti è interruzione di pubblico servizio».
Dal canto suo per il direttore generale di Confservizi - Cispel Toscana (il sindacato delle imprese pubbliche locali) Andrea Sbandati la ricetta è semplice: «Adesso si applica il diritto comunitario europeo (come chiarito dalla Corte Costituzionale), quindi restano possibili gli affidamenti, con la differenza che la legge Ronchi-Fitto rendeva più complicati gli affidamenti "in house": abrogata la norma, possono restare gli affidamenti esistenti. Per le gare di affidamenti a gestore unico nel settore dei rifiuti non ci sono più gli obblighi temporali (fine 2011) e dunque sarà interessante vedere se si proseguirà verso i percorsi aggregativi. L'importante è che la volontà politica sconfigga il rischio della vecchia frammentazione dei servizi pubblici tra comuni e "comunini"...».

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