[13/06/2011] News

Lo tsunami referendum sulla politica italiana

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L'impressione, anche di fronte ai volti attoniti dei rappresentanti del centro-destra ( ad iniziare dall'ex ministro Scajola in gramaglie filo nucleariste sul Tg3) e alla sparizione della Lega Nord dalla Tv (ma non dei suoi elettori nelle urne) è quella di un inaspettato tsunami che ha colpito il mondo politico italiano che si ritrova tra le mani la maggioranza del Paese che ha votato con i Si oltre il 94% in tutti e 4 i referendum.

Forse è per questo che un prudentissimo ed ecumenico Di Pietro e l'Idv che ha promosso i referendum dicono che «La battaglia è vinta, il quorum è raggiunto. Secondo i risultati, ancora parziali del ministero dell'Interno, oltre il 57% degli aventi diritto hanno votato per i quattro quesiti referendari su acqua, nucleare, legittimo impedimento. Quasi un plebiscito di SI che, per tutt'e quattro i quesiti, si attesta tra il 94 e 95%. Grazie a quanti come noi hanno creduto possibile il trionfo della democrazia. Grazie a tutti gli elettori che si sono assunti la responsabilità di decidere per il loro futuro e quello dei loro figli e nipoti. Grazie agli oltre due milioni di italiani che l'anno scorso hanno firmato le nostre proposte referendarie e hanno avviato questo lungo e faticoso cammino. Grazie a quanti, militanti di partito e non, si sono impegnati negli ultimi mesi nella campagna d'informazione e comunicazione. In un momento come quello che sta vivendo il nostro Paese, in cui spesso i diritti vengono calpestati a vantaggio di scopi utilitaristici, il risultato delle urne di oggi fa ben sperare. Fa credere che ci sia ancora una parte dell'Italia, quella migliore, che si batte per la difesa dei principi sanciti dalla Costituzione e che vuole difendere il proprio territorio e la propria giustizia. Ora, speriamo che il Governo prenda atto della scelta netta degli italiani e capisca che bisogna cambiar rotta. Oggi ci godiamo questa grande vittoria, una vittoria dell'Italia ancor prima che dell'Italia dei Valori e dei Comitati per l'acqua pubblica. Da domani, però, bisognerà rimboccarsi le maniche e cominciare a disegnare un nuovo orizzonte per il nostro Paese».

Per Antonio Di Pietro «Oggi era necessario che gli italiani confermassero il principio che la legge è uguale per tutti» ed è stato dimostrato che sui temi rilevanti «va rivalutato lo strumento di democrazia diretta» rappresentato dal referendum che è «uno strumento per far sentire la propria voce» e in questo caso l'Italia si è dimostrata, dando questo «risultato straordinario», un «Paese vivo che crede nella Costituzione e che nei momenti democratici importanti vuole fare sentire la sua voce».

Esulta anche il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani che sottolinea «1) il divorzio tra il governo e il Paese; 2) la necessità di un cambiamento di direzione politica con il Pd impegnato in prima linea. È stato un risultato eccezionale la grande partecipazione popolare ha detto chiaramente che il governo viaggia su una strada diversa rispetto alla volontà del Paese. Il governo vive in un altro emisfero. Ora tocca a noi dare risposte positive attraverso un nuovo programma di politiche energetiche alternative al nucleare e un piano nazionale di gestione del ciclo dell'acqua. La politica, la buona politica dovrà dare la mano alla spinta civica: questa è la chiave giusta per il Paese. È stato un risultato straordinario, un risultato pieno di di speranza e di fiducia per il cambiamento. Nei giorni scorsi avevo detto che né le elezioni amministrative, né il risultato referendario avrebbero rappresentato l'ora X per la caduta del governo Berlusconi. Ma dopo la giornata di oggi tutto il centrodestra dovrà riflettere su una crisi politica conclamata e la colossale empasse in cui versa il Paese. Oggi si registra un distacco profondo tra questo governo e i cittadini e sarebbe da irresponsabili se non volessero tenerne conto. Nessuna compravendita di parlamentari o tecnica di sopravvivenza potrà funzionare ancora. La verità è che non sono in grado di affrontare i problemi per il Paese. Si dimettano e aprano una nuova fase politica».

I Verdi si godono la vittoria: «Il quorum è ampiamente superato e questa percentuale metterà al sicuro tutti e quattro i quesiti da ricorsi circa il "pasticcio" degli italiani all'estero.«Benvenuto quorum, grazie democrazia. Grazie Italia - dice il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli - Siamo felicissimi -ha rimarcato Bonelli- è una giornata straordinaria per la democrazia e per l'Italia».
I Verdi sono a piazza Bocca della Verità insieme ai Comitati per il Si, che hanno poca voglia di commentare e molta di festeggiare per una vittoria clamorosa che sembra proprio di popolo e della ritrovata società civile italiana.

Per Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd, «Basta guardare i numeri assoluti per capire che a questi referendum ha votato anche la maggioranza di quanti votarono per il centro destra alle elezioni del 2008. E' una straordinaria vittoria del senso civico degli italiani e della voglia di cambiamento, nata anche da un'eccezionale impegno della società civile, fuori dai partiti politici. E' un voto che chiede un'Italia migliore, che punta sull'ambiente, sulla ricerca, sull'innovazione, sulla green economy, dove la legge è uguale per tutti. Guai a deludere questa domanda. Il Partito Democratico sente questa responsabilità e non deluderà».

Secondo la Federazione della Sinistra «Dall'esito del voto che si sta ormai delineando arrivano due messaggi forti e chiari. Il primo è che i cittadini bocciano in massa quattro norme di legge approvate dal governo Berlusconi. Una sonora bocciatura che, dopo quella delle recenti elezioni, dovrebbe indurre il premier a trarre le dovute conseguenze: tornare a casa e ridare la parola al popolo italiano.
Il secondo messaggio, ancora più importante, arriva in particolare dai referendum sull'acqua ed è diretto agli schieramenti di centrosinistra e centrodestra, che i questi anni hanno entrambi fatto a gara per privatizzare, liberalizzare ed assecondare le pretese della grande imprenditoria confindustriale. Dopo oltre un ventennio di incontrastato "pensiero unico" liberista, il popolo italiano dice forte e chiaro che non si fida del mercato e dell'invadenza del privato, con le sue logiche del massimo profitto ad ogni costo. Le ragioni della grande impresa non sono le ragioni del Paese. I cittadini chiedono garanzie, giustizia sociale e diritti per tutti. Lo chiedono alla politica, al sistema pubblico; e chiedono a gran voce di poter contare, cambiare la politica, dire la propria, come in questo caso, ben oltre l'espressione del voto elettorale».

«Oggi è una bellissima giornata per il Paese e per tutti gli italiani - ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza - Dopo aver perso due anni dietro ad una infatuazione del tutto anacronistica del governo verso un tecnologia vecchia e pericolosa, chiediamo oggi alla maggioranza di non fare altri danni e di legittimare il risultato elettorale dando il giusto spazio e gli strumenti adeguati allo sviluppo delle tecnologie moderne, sicure e pulite, che gli italiani hanno evidentemente scelto, consci fino in fondo dei vantaggi derivanti dall'essere un Paese privo di centrali sul proprio territorio».

«A distanza di quasi venticinque anni dal Referendum del 1987, l'Italia ribadisce ancora e definitivamente il proprio rifiuto all'energia nucleare - commenta Salvatore Barbera, responsabile della campagna Nucleare di Greenpeace. - È giunto il momento di seguire il modello tedesco verso un sistema energetico basato su efficienza e fonti rinnovabili».

Greenpeace chiede che i 60 miliardi di euro, necessari a sviluppare il piano nucleare del Governo che prevedeva la realizzazione di dieci reattori, vengano investiti nel settore delle rinnovabili e dell'efficienza energetica, che possono produrre più del doppio di energia elettrica e creare dieci volte più posti di lavoro.

Per esempio, investendo 60 miliardi di euro in sola energia eolica ed efficienza energetica, si può creare elettricità sufficiente per il fabbisogno di Piemonte, Toscana, Lazio e Sicilia e si possono creare 70 mila posti di lavoro in dieci anni.

«Con questo voto popolare, l'Italia è il terzo Paese del G8 a eliminare l'energia nucleare dai propri piani energetici per il futuro in poche settimane - aggiunge Aslihan Tumer, responsabile della campagna Energia di Greenpeace International - Con il Giappone, la Germania, la Svizzera e adesso anche l'Italia che stanno abbandonando la prospettiva del nucleare, tutti i Paesi del mondo devono prendere atto che l'energia dell'atomo è arrivata al capolinea e che devono lavorare per lo sviluppo di nuove energie pulite e sicure per il futuro».

 «E' un'Italia capace di futuro, quella che ha contribuito al raggiungimento del quorum. Fuori dai canali ufficiali dei media generalisti, mille volti e mille voci in rete non hanno ceduto alla consegna del silenzio o dell'indifferenza, dimostrando una voglia di partecipazione impetuosa, che si è espressa attraverso canali di comunicazione non convenzionali. Il popolo italiano ha voluto dire la sua su scelte fondamentali per il futuro della comunità nazionale quali quelle relative alla gestione dell'energia e dell'acqua, nel rispetto del principio di equità sociale e tra la attuali generazioni e quelle future.", commenta il presidente del WWF Italia, Stefano Leoni.

 

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