[10/06/2011] News

Discarica radioattiva nel centro di Mosca

Uno scandalo pericoloso che dura (forse) da 10 anni

Il 23 maggio i russi che guardavano il telegiornale Vesti hanno saputo che gli ecologisti hanno trovato una discarica radioattiva a Kolomenskoye, a Mosca:«Una discarica di rifiuti radioattivi è stata scoperta da parte degli ambientalisti nella zona di Kolomenskoye - ha detto il giornalista - Il punto si trova letteralmente a soli 100 metri dal fiume Moskva. I livelli di radiazione in alcuni punti raggiunge 600 o anche 800 microroentgen all'ora, superando quindi la norma di più di 50 volte. Nessun segnale di avvertimento può essere trovato nelle vicinanze l'area pericolosa è aperta all'accesso accidentale praticamente da parte di chiunque. Una parte della discarica si trova sul territorio della Riserva naturale Museo Kolomenskoye, la parte rimanente confina con il territorio dell'Istituto di ingegneria fisica di Mosca e l'impianto della Polymetals. I rifiuti radioattivi possono essere stati smaltiti qui alla metà del XX secolo. In tutto questo tempo nell'area sono continuati lavori di bonifica».

A (ri)scoprire il sito è stata Greenpeace Russia che, insieme all'altra associazione ambientalista Bellona, ora pone  imbarazzanti domande sull'efficacia dell'impresa statale Radon, che avrebbe dovuto bonificare l'area e che invece sembra aver succhiato per 10 anni generosi finanziamenti lasciando praticamente inalterato (e forse accresciuto) il pericolo  delle scorie nucleari in un luogo frequentatissimo come Kolomenskoye,

In un rapporto Greenpeace dice che i suoi esperti «Hanno confermato l'esistenza di diversi punti di contaminazione radioattiva a Mosca, solo a circa 100 metri dal fiume Moskva (Moscova) e a poche centinaia di metri dalla Riserva naturale Museo Kolomenskoye Museo, Sondaggi dei luoghi hanno mostrato livelli di radiazione di fondo che raggiungono tra i 600 e gli 800 microroentgen all'ora, mentre per Mosca, un livello tra 12 e 20 microroentgen per ora è considerato la norma. L'accesso alle aree contaminate è libero tranne che per pochi pezzi strappati di nastro adesivo recante la dicitura "zona pericolosa" appesi sui vicini cespugli e alberi. Non ci sono segnali di pericolo nelle vicinanze per  informare i passanti del pericolo radioattivo. Nel frattempo, un nuovo ponte è in costruzione sul fiume Moskva, ad un paio di centinaia di metri a valle».

Greenpeace ha avvisato tutte le autorità, chiedendo di adottare misure immediate per limitare l'accesso al pubblico nella zona pericolosa e di avviare subito la necessaria decontaminazione, ma nessuno sa davvero cosa sta succedendo nella zona contaminata nel cuore di Mosca e quale sia, delle molte imprese e organizzazioni che operano sotto l'ombrello del monopolista statale nucleare russo Rosatom, quella responsabile del disastro.

Bellona ha provato a chiedere spiegazioni all'istituto di ingegneria fisica di Mosca ed alla Polymetals, ma nessuno vuole rispondere, anche se nel sito ufficiale del Joint Stock Enterprise Mosca Polymetals Plant ammette che tra le attività dell'impresa, fino al 1972, c'è stata anche la produzione di uranio e torio.Ma nessuno conferma che le scorie radioattive di Kolomenskoye vengano dalla Polymetals, il sito spiega che «Per ragioni di considerazioni ecologiche, la produzione di tali materiali è stato interrotto dall'impresa».

Non esiste nessuna prova che le scorie vengano da li, ma Bellona ha fatto un giro lungo la Moscova ed ha scoperto   piccoli corsi d'acqua che dall'impianto scorrono verso il fiume.

Anche la Radon si rifiuta di dare spiegazioni e dice solo che le operazioni di bonifica sono in corso. Alle richieste di Greenpeace Russia di sapere perché l'accesso alle aree pericolose non è correttamente segnalato e delimitato, la Radon ha risposto che «I luoghi erano isolati dal nastro» e che i segnali di pericolo installati «Sono stati rubati da moscoviti curiosi».

Non si sa cosa abbia combinato negli ultimi anni la Radon, quel che è certo è che nel solo 2010 il governo metropolitano di Mosca ha speso 36 milioni di dollari per diverse misure di sicurezza contro le radiazioni nella capitale russa. «Potrebbe essere che Radon stia trovando troppo comoda una situazione in cui sia previsto un finanziamento anno dopo anno per la decontaminazione di lavori nella zona interessata? - si chiede Bellona - Se questo fosse il caso, non dovrebbero le autorità di Mosca aver già risolto questo pasticcio?»

I gestori della riserva naturale assicurano che nell'aera protetta non c'è nessun rischio di radiazioni, ma rimane il fatto che in un parco cittadino ci sono elevati livelli di radioattività e che 10 anni di sforzi di risanamento non hanno portato ad alcun risultato tangibile, La situazione, sia che derivi dallo scarico di scorie sotto terra o da una fonte di radiazioni ionizzanti abbandonata, costituisce comunque un pericolo per la salute pubblica e sostanze radioattive pericolosissime come il polonio continuano a disperdersi nell'aria e nell'acqua e ad accumularsi negli organismi viventi.

«In certi luoghi, il contatore segna 500, 600 o 900 microroentgen all'ora - dice Igor Podgorny uno dei ricercatori di Greenpeace Russia che ha ispezionato l'area contaminata - I ragazzi che lavorano nei garage letteralmente a circa 200 metri dai luoghi della contaminazione scoperta dicono che questi livelli non sono il peggio che si può avere. Dicono che si arriva a 2.000 microroentgen all'ora in alcuni luoghi. Tutti sanno che per una cinquantina di anni ormai, se non di più, l'argine del fiume Moskva è stato una grande discarica radioattiva».

La discarica radioattiva di Kolomenskoye non è certo l'unico sito come pericoloso nella capitale russa. Le cosiddette sorgenti di radiazioni ionizzanti "orfane", abbandonate e dimenticate nelle discariche, possono ancora costituire una grave minaccia sia per l'ambiente che la salute dei suoi abitanti. Nel 2008 è stata scoperta una discarica ad Ulitsa Krupskoi , accanto al Leninsky Prospect nel sud-ovest di Mosca. Nel 2009 una discarica di scorie radioattive sepolta nel cemento è stato trovato da una ditta edile che voleva costruire appartamenti a Ulitsa Marshala Rokossovskogo nel nord della città.

Non è un segreto che negli anni '50 le sostanze radioattivo, considerate poco pericolose, nell'Urss venivano scaricate dove capitava e la Russia erede dell'Unione Sovietica ha fatto ben poco per bonificare i siti.

Greenpeace Russia denuncia, basandosi su dati ufficiali, che «Tutto intorno a Mosca e alla sua regione, ci sono decine e decine di siti di discarica con rifiuti interrati e tutti quegli istituti di ricerca e numerosi centri di progettazione, siti risalenti agli anni ‘40 e fino agli anni '60. Allora avevano, nella migliore delle ipotesi, una vaga idea, se non ignoravano del tutto, delle radiazione e della  sicurezza, come sono intese oggi, e la spazzatura "calda" non è stata smaltita troppo lontano, certo non più lontano dai confini della città dove sono  al momento, dove ora sono costruite nuove case e fabbriche, autostrade e aree di ricreazione».

Torna all'archivio