[10/06/2011] News

Nucleare: l'Iaea denuncia la Siria al Consiglio di sicurezza Onu (ma Cina e Russia non ci stanno)

Ieri il Board of governors dell'International atomic energy agency (Iaea) ha concluso a Vienna il suo meeting di 5 giorni con una dichiarazione che parla stringatamente del disastro nucleare da tre mesi in corso a Fukushima e che apre (forse non a caso, ma finalmente) il caso del nucleare siriano proprio mentre il regime nazional-socialista degli Assad massacra il suo popolo e i primi profughi siriani varcano il confine turco.

Il comunicato finale dell'Iaea spiega che «A seguito della deliberazione sul rapporto del direttore generale, il Consiglio ha constatato che la Repubblica araba siriana, non aveva ottemperato ai suoi obblighi all'interno degli accordi di salvaguardia con l'Iaea, omettendo di dichiarare la costruzione di un reattore nucleare a Dair Alzour e non riuscendo a fornire informazioni sul  progetto della struttura. Il Consiglio ha quindi deciso di riportare la non conformità della Siria a tutti gli Stati membri dell'Iaea ed al Consiglio di sicurezza e all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, nonché a fornire al Consiglio di sicurezza tutte le relazioni redatte dal direttore generale relative al problema. Il Consiglio ha inoltre invitato la Siria ad attuare pienamente il proprio protocollo aggiuntivo dell'accordo di salvaguardia con l'Iaea, in modo che sia in grado di fornire al direttore generale le garanzie necessarie sia per quanto riguarda la correttezza e la completezza delle dichiarazioni della Siria, ai sensi dello stesso accordo di salvaguardia».

Il Board of governors  Iaea, nel quale siedono 37 Paesi, ha votato il piano "anti-siriano", sostenuto dagli Usa, con 17 voti a favore, 11 astensioni ed un Paese assente. La risoluzione punta il dito contro il sito siriano di Dair Alzour, dove occidentali ed israeliani sospettano che il regime di Damasco stia costruendo un sito nucleare segreto con obiettivi militari, è lo stesso sito bombardato dall'aviazione israeliana nel 2007.

Il capo dell'Iaea, il giapponese Yukiya Amano, è stato il fautore della riapertura del dossier nucleare siriano e aprendo il Board of governors aveva annunciato che «L'Agenzia è arrivata alla conclusione che è molto probabile che l'edificio distrutto nel sito di Dair Alzour era un reattore nucleare che avrebbe dovuto essere stato dichiarato all'Agenzia». La risoluzione approvata chiede alla Siria di «Rimediare urgentemente al suo rifiuto delle regole mondiali di non-proliferazione nucleare»  (che è esattamente quel che fanno Pakistan ed India) e di permettere agli ispettori Iaea di rivisitare il sito sospetto «Ed a fornire tutte le informazioni collegate, al fine c di chiarire la natura del suo programma nucleare».

Il regime baathista siriano continua a dire che Dair Alzour è un'installazione militare non-nucleare e che quindi non ha nessun obbligo di fornire spiegazioni all'Iaea, per questo dal 2008 non permette più all'agenzia nucleare dell'Onu di inviare ispettori nella zona, anche se le foto Iaea che pubblichiamo dimostrano la ripresa dei lavori di costruzione di impianti. L'ambasciatore della Siria all'Iaea, Bassam Al-Sabbagh, ha definito la risoluzione «Deplorevole», ma ha promesso che il suo Paese rispetterà i patti:  «Penso che la Siria si sia sempre impegnata per i suoi obblighi e ai suoi doveri e penso che continueremo a farlo». Quindi tutto come prima, visto che la Siria è anche uno dei firmatari del trattato di non proliferazione nucleare (Tnp), che dà il diritto di arricchire proprio combustibile nucleare per uso civile, sotto controllo dell'Iaea.

La dichiarazione dell'Iaea ha due difetti: da una parte ammette lo stretto legame tra nucleare civile e militare, dall'altra evidenzia l'impossibilità di controllare i giochetti atioomici delle dittature se non a cose fatte (o addirittura a bombardamenti avvenuti).

L'invio del dossier nucleare siriano al Consiglio di sicurezza dell'Onu potrebbe avviare un dibattito su possibili sanzioni contro Damasco, simili a quelle già previste contro il suo alleato iran. Ma lo scoglio siriano, nonostante la mattanza in corso, rischia di essere più difficile da superare. Il progetto di risoluzione dell'Iaea ha già trovato l'opposizione di alcuni Paesi membri che dicono che la distruzione di Dair Alzour è stata solo una rappresaglia israeliana e che il sito non rappresenta nessuna minaccia per il regime di non proliferazione nucleare. Secondo questi Paesi l'Iaea dovrebbe lavorare ancora  per dare delle conclusioni definitive sul programma nucleare siriano.

A capeggiare gli scettici amici della dittatura di Damasco c'è la Cina, che siede con diritto di veto al Consiglio di sicurezza dell'Onu. Il suo rappresentante a Vienna, Wang Minzheng, capo del dipartimento del Sistema dell'Agenzia cinese dell'energia atomica, ha detto che «Non è necessario che il dossier del nucleare siriano, attualmente dibattuto all'interno dell'International atomic energy agency , sia trasferito al Consiglio di sicurezza dell'Onu. La Cina pensa che il dossier del nucleare siriano debba essere risolto in maniera appropriata nel quadro dell'Iaea, attraverso delle consultazioni e la cooperazione. La Cina pensa che la politicizzazione e la complicazione di questo dossier debbano essere evitate. Nelle attuali circostanze, non c'è bisogno di adottare una risoluzione sul dossier del nucleare siriano ed è ancora più inutile trasmettere questo dossier al Consiglio di sicurezza. Il rischio di proliferazione non è in gioco e l'edificio bombardato non presenta alcuna minaccia per la pace e la sicurezza internazionale». Una visione completamente diversa da quella Usa, che mette la Siria tra gli "Stati canaglia" ed anche un po' azzardata pensando a quel che la dittatura di Damasco ha combinato in Libano, tra i palestinesi ed oggi nel suo stesso Paese.

Comunque per Wang «La Cina spera che l'Iaea proseguirà il suo lavoro di indagine ed incoraggia ugualmente la Siria a prendere delle misure sostanziali a livello della sua cooperazione con l'Agenzia per aiutare a risolvere i problemi in sospeso il più rapidamente possibile».

Sembra proprio l'annuncio di un veto cinese al Consiglio di sicurezza Onu e anche i russi (tradizionali amici del regime siriano) non sembrano molto contenti. Non a caso la mossa diplomatica dell'Iaea è venuta il giorno dopo che Gran Bretagna, Francia, Germania e Portogallo hanno proposto al Consiglio di sicurezza una bozza di risoluzione che condanna la repressione delle proteste della Siria, nonostante il rischio di un veto russo.

L'Iaea ha cominciato ad analizzare le accuse Usa sul sito di Dair Alzour nel giugno 2008, ma la Siria ha rifiutato di cooperare e, con l'eccezione di una visita di una tantum, non ha permesso agli ispettori Onu di recarsi a Deir Alzour o in sito collegati al nucleare siriano.

Secondo l'ambasciatore Usa all'Iaea, Glyn Davies, «L'apparente tentativo della Siria di  costruire in segreto un reattore non dichiarato per la produzione di plutonio, un reattore senza un credibile scopo pacifico, rappresenta una delle più gravi possibili violazioni. Le intenzioni dell'impianto di Deir Alzour erano chiare e la risoluzione è stata l'unico atto responsabile per avviare un'azione. Il reattore è stato costruito con il preciso scopo di produrre plutonio per il possibile utilizzo per armi nucleari».

Allora, cosa è cambiato per portare la questione siriana al voto? Quando è stato eletto il nuovo direttore generale dell'Iaea, è apparso subito determinato a risolvere la questione siriana in un modo o nell'altro. L'analista nucleare britannico Mark Hibbs ha definito quella di Yukiya Amano «Una strategia prudente, ma intenzionale e a doppio binario». Da una parte si minacciano sanzioni e una "sentenza" Onu, dall'altra si continua a fare richieste ai siriani per dar loro il tempo sufficiente a collaborare con l'Agenzia. Intanto Amano raccoglie informazioni di intelligence da diversi Stati membri e gli Usa secondo Hibbs hanno alla fine «Fornito un ampio corpus di materiale per sostenere le accuse di Usa e  Israele,con molti dati di intelligence altamente sensibili».

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