[09/06/2011] News

Sistri, perquisizioni al ministero dell'ambiente, indagato un dirigente

Alla fine, come previsto, il bubbone è scoppiato. Ieri i militari della guardia di finanza si sono presentati al ministero dell'ambiente (e nelle sedi delle società Selex Management, gruppo Finmeccanica e Viacom), per le perquisizioni disposte dalla procura di napoli nell'ambito dell'inchiesta sulle presunte irregolarità nell'aggiudicazione dell'appalto per la realizzazione del Sistri, il sistema di tracciabilità dei rifiuti al centro oltretutto di ripetute proroghe.

Al termine della perquisizione la procura napoletana ha emesso 3 avvisi di garanzia: nel registro degli indagati sono finiti l'amministratore delegato di Selex Management, Sabatino Stornelli, l'amministratore delegato di Viacom, Francesco Paolo Di Martino e addirittura un dirigente del ministero dell'Ambiente, Luigi Pelaggi (avviso di garanzia peraltro smentito a tarda notte da una nota del ministero dell'ambiente).

Le ipotesi di reato - corroborate dal materiale acquisito durante le perquisizioni e definito dal procuratore "molto interessante" - sono, a vario titolo, l'associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato, all'abuso d'ufficio e alle fatturazioni inesistenti.

Del resto che molte cose non tornassero si sapeva da tempo e dopo ben 5 interrogazioni parlamentari sul Sistri il 6 dicembre il senatore Francesco Ferrante ne aveva presentata un'altra chiedendo  al ministro Prestigiacomo di «Riferire al Parlamento sia sulla scarsa funzionalità del sistema di tracciabilità Sistri sia sull'iter delle procedure che hanno condotto all'affidamento senza gara pubblica ad una società controllata del gruppo Finmeccanica, la Selex Service Mangement».

«l progetto Sistri, sistema di controllo per la tracciabilità dei rifiuti, è stato considerato una tecnologia militare - si legge nell'atto -  e come tale è stato "preservato" per ragioni di sicurezza nazionale; è importante evidenziare che l'interrogante ha presentato un atto di sindacato ispettivo, il 4-03757, con il quale si chiedeva al Ministro in indirizzo, tra le altre cose, i motivi di tale decisone. Il Ministro, a seguito di tale richiesta, ha dichiarato durante lo svolgimento di interrogazioni con risposta immediata alla Camera dei deputati, il 30 settembre 2010, che il segreto di Stato sul sistema Sistri sarebbe stato immediatamente tolto; a distanza di quasi due mesi dal questo annuncio, sembra che il sistema Sistri sia ancora preservato».

Certo, ancorché si tratti ancora di indagini preliminari e soltanto di avvisi di garanzia per cui vale la presunzione d'innocenza, resta la preoccupazione nel vedere un ministero "violato" dai militari e resta lo sconcerto di fronte al tentativo di sottacere l'accaduto da parte del ministero, che come minimo in un Paese normale avrebbe dovuto sospendere il dirigente coinvolto in attesa di far luce sulle sue eventuali responsabilità. Il ministero retto da Stefania Prestigiacomo ovviamente ha fatto tutt'altro, affermando che «Luigi Pelaggi, capo della segretaria tecnica del Ministero dell'Ambiente, non ha ricevuto l'avviso di garanzia di cui sarebbe destinatario secondo notizie di stampa, ed ha sempre agito nell'assoluto rispetto delle normative e della correttezza professionale. Nessuna perquisizione è avvenuta oggi negli uffici del ministero dell'Ambiente, ma solo una richiesta di atti che sono stati forniti alle forze dell'ordine. I medesimi atti peraltro erano stati forniti in passato alla Corte dei Conti, al Tar del Lazio e alla Commissione Bicamerale di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti».

Le prime reazioni sono arrivate stamani dal Pd. «Seguiamo con fiducia le indagini della magistratura in merito agli appalti per l'affidamento del sistema Sistri. Speriamo che si faccia luce al più presto: noi abbiamo sollevato dubbi e preoccupazioni con numerose interpellanze parlamentari nelle quali abbiamo esposto la necessità di fare chiarezza e pulizia. Il ministro dell'ambiente, Stefania Prestigiacomo, durante un question time alla Camera si era pubblicamente impegnata a togliere il segreto di stato sulla gestione dell'affare: chiediamo che mantenga i suoi impegni». Lo affermano Alessandro Bratti e Raffaella Mariani, capigruppo Pd nella commissione d'inchiesta sulle Ecomafie e nella commissione Ambiente di Montecitorio.

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