[08/06/2011] News

Troppo Hcfc per produrre acido adipico, l'Ue prova a incentivare processi pił sostenibili

A decorrere dal primo gennaio 2013 sarà vietato l'uso di crediti internazionali generati da progetti che comportano la distruzione di trifluorometano (HFC-23) e ossido di azoto (N2O) derivanti dalla produzione di acido adipico. Sono invece esclusi da tale divieto quelli ottenuti tramite riduzioni di emissioni attuate prima del 2013, il cui utilizzo è autorizzato fino al 30 aprile 2013 compreso per compensare le emissioni prodotte nel 2012 da impianti partecipanti al sistema UE di scambio di quote di emissione. Lo sancisce l'UE che con regolamento pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di oggi stabilisce - a norma della direttiva 2003/87/CE - le restrizioni applicabili all'uso dei crediti internazionali generati da progetti relativi a gas industriali.

I progetti relativi a gas industriali comportano effetti negativi sull'ambiente. I profitti eccezionalmente elevati che si ottengono dalla distruzione dell'HFC-23 hanno come conseguenza di stimolare la produzione e l'uso continui di clorodifluorometano (HCFC-22), una sostanza con forti effetti di riduzione dello strato di ozono e produzione di gas serra, in stabilimenti registrati e al massimo livello consentito dalla metodologia con cui sono condotte le attività di progetto.

Ne risulta che la produzione di HCFC-22 potrebbe essere superiore di quanto sarebbe stata in assenza delle attività di progetto, compromettendo a sua volta la decisione del 2007 sulla produzione e il consumo di HCFC (adottata nell'ambito del protocollo di Montreal sulle sostanze che riducono lo strato di ozono che mirava ad accelerare la messa al bando dell'HCFC-22 se non impiegato come materia prima). Ciò è in contrasto inoltre con la decisione degli Stati membri di finanziare la cessazione della produzione di HCFC-22 mediante contributi erogati al fondo multilaterale istituito nell'ambito del protocollo di Montreal.

I profitti elevati vanificano gli incentivi economici, distorcono la concorrenza e determinano uno spostamento della produzione di acido adipico (da produttori stabiliti nell'Unione verso produttori registrati in paesi terzi). Il trattamento molto più favorevole garantito ai produttori di acido adipico che partecipano ai meccanismi di Kyoto rispetto a quelli che aderiranno al regime dell'Unione a partire dal 2013 aumenterà i rischi di simili spostamenti della produzione e di un aumento netto delle emissioni a livello mondiale.

Dunque le restrizioni all'uso dei crediti internazionali possono evitare una distorsione degli incentivi economici e della concorrenza e un aumento delle emissioni di gas serra incoraggiando gli investimenti a basse emissioni di carbonio.

Il protocollo di Kyoto, ha fissato obiettivi di riduzione delle emissioni per 39 parti contraenti per il periodo 2008-2012 e ha istituito due meccanismi per la creazione di crediti internazionali che le parti possono utilizzare per compensare le emissioni. L'applicazione congiunta prevede la creazione di unità di riduzione delle emissioni, mentre il meccanismo di sviluppo pulito genera riduzioni certificate di emissioni.

I due sistemi citati sono considerati puri meccanismi di compensazione che, a fronte di una riduzione di una tonnellata di emissioni di gas serra, consentono di emettere altrove una tonnellata degli stessi gas. Se, da un lato, tali sistemi aiutano in generale ad abbassare i costi delle riduzioni di gas serra a livello mondiale, consentendo di intervenire nei paesi in cui tali riduzioni presentano un buon rapporto costi-benefici, essi non contribuiscono, dall'altro, agli interventi di riduzione necessari per conseguire l'obiettivo dei 2 °C.

La partecipazione ai meccanismi di applicazione congiunta e di sviluppo pulito avviene su base volontaria, come volontarie sono le decisioni di utilizzo dei crediti nei sistemi di scambio delle emissioni. Vi è dunque una differenza tra i crediti che possono essere generati e i crediti di cui i firmatari del protocollo di Kyoto possono aver deciso di consentire l'uso nell'ambito delle rispettive legislazioni nazionali.

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