[07/06/2011] News

Inquinamento acustico in Ue: in ritardo la mappatura e la pianificazione degli interventi

Il rumore è un tipo di inquinamento con notevoli implicazioni per la salute e l'Unione europea conosce bene il problema. Sulla base delle informazioni più attuali sull'impatto dell'inquinamento acustico sulla salute, "appare chiaro che dovrebbero essere presi in considerazione ulteriori interventi per ridurre il numero di persone interessate da livelli nocivi di emissioni sonore".
Lo afferma la Commissione europea nella sua relazione al Parlamento e al Consiglio europeo sull'applicazione della direttiva sul rumore ambientale.

La direttiva adottata il 25 giugno 2002 cerca di definire un approccio comune per evitare, prevenire o ridurre gli effetti nocivi - compreso il fastidio - dell'esposizione al rumore ambientale.
Quindi, la direttiva impone agli Stati membri di mettere in atto una serie di interventi: determinare l'esposizione al rumore ambientale mediante la mappatura acustica; adottare piani d'azione in base ai risultati della mappatura acustica e garantire che il pubblico sia informato in merito al rumore ambientale e ai relativi effetti.

La direttiva inoltre dà la possibilità all'Ue di mettere a punto ulteriori misure per ridurre il rumore generato da altre sorgenti.

L'applicazione della direttiva sul rumore ambientale è entrata recentemente in una fase attiva per quanto riguarda la mappatura acustica e la pianificazione degli interventi. Ad oggi però, non sono ancora state colte tutte le possibilità offerte dalla direttiva: i piani d'azione cominciano ad essere applicati soltanto ora e in molti casi non hanno (ancora) raggiunto gli effetti auspicati.

Per questo la relazione costituirà la base per ulteriori discussioni con gli Stati membri e altri soggetti interessati al fine di vagliare le possibilità per migliorare l'efficacia della legislazione in materia di inquinamento acustico.

La più recente pubblicazione sul rumore da parte dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e del Centro comune di ricerca della Commissione indica che il rumore dovuto al traffico è responsabile annualmente della perdita di oltre un milione di anni di vita sana negli Stati membri dell'Unione europea e in altri paesi dell'Europa occidentale. Per questo l'Oms propone un valore guida per i livelli sonori notturni pari a 40 decibel.

Anche altri studi recenti indicano che il rumore ambientale costituisce un importante fattore di rischio ambientale per la salute pubblica e che l'esposizione al rumore presenta in Europa una tendenza in crescita rispetto ad altri fattori di stress. L'urbanizzazione, la domanda crescente di trasporti motorizzati e le lacune della pianificazione urbana costituiscono le cause principali dell'esposizione al rumore ambientale. Fra l'altro l'inquinamento acustico è spesso presente in aree urbane nelle quali anche la qualità dell'aria può essere un problema.

L'inquinamento acustico può provocare fastidio e disturbi del sonno, incidere sulle funzioni cognitive degli alunni, provocare reazioni di stress psicologico e problemi cardiovascolari in soggetti che vi sono sistematicamente esposti. Lo stress può infatti stimolare la produzione di determinati ormoni che a loro volta possono provocare una serie di effetti intermedi, incluso un aumento della pressione sanguigna. In caso di esposizione prolungata tali effetti possono a loro volta aumentare il rischio di malattie cardiovascolari e di problemi psichiatrici. Non ha caso l'Oms ha proposto diversi valori soglia che oscillano tra 32 e 42 dB e ne ha analizzato gli effetti negativi sulla salute.

L'inquinamento acustico ha pure effetti economici: deprezzamento del valore degli immobili, le perdite di produttività dovute all'incidenza di tale fattore sulla salute e gli impatti distributivi.
I costi sociali dovuti all'inquinamento acustico provocato dal traffico su strada e ferrovia all'interno dell'Unione europea sono stati stimati a 40 miliardi di euro, il 90% dei quali è ascrivibile ai veicoli per il trasporto di persone e merci ovvero circa lo 0,4% del Pil totale dell'Ue, comprese le spese sanitarie. Secondo il Libro bianco sui trasporti pubblicato dalla Commissione nel 2011, i costi esterni del trasporto dovuti all'inquinamento acustico aumenteranno, in assenza di ulteriori interventi, a circa 20 miliardi di euro entro il 2050.

 

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