[03/06/2011] News

L'abuso degli antibiotici e l'Escherichia coli capace di uccidere

Dopo il virus della mucca pazza e poi quello dell'influenza suina a scaldare la stagione estiva ci penserà Escherichia coli. Un batterio ospite abituale dell'intestino degli animali a sangue caldo (compreso l'uomo quindi), per questo utilizzato come indicatore di contaminazione fecale nelle acque (è uno dei parametri per valutare la qualità delle acque per la balneazione) e negli alimenti, occasionalmente patogeno (e può diventare in questi casi anche causa di infezioni gravi) se colonizza, anziché l'ultimo tratto dell'intestino, altre regioni corporee come la mucosa del colon, Come sta accadendo con il ceppo, isolato in Germania, che sta disseminando il panico in tutto il nord Europa.

Si tratta- a quanto si legge dai rapporti dei vari istituti sanitari- di un ceppo capace di provocare la sindrome emolitico-uremica, in certi casi mortale. Una variante del batterio che specifica l'Oms, è «resistente ad alcune classi di antibiotici» e che non era mai stata «individuata prima in un focolaio d'infezione».

«Questo è un ceppo unico che non è mai stato isolato prima da pazienti e presenta diverse caratteristiche che lo rendono più virulento e capace di produrre maggiori tossine» ha spiegato Hilde Kruse, esperta di sicurezza alimentare all'Oms.

Nell'uomo le infezioni da Escherichia si manifestano principalmente con diarrea (talvolta associata a emissione di sangue e quindi emorragica) e a disturbi della funzionalità renale. Infezioni che possono verificarsi quando il microrganismo colonizza siti corporei dell'ospite diversi da quelli in cui normalmente è presente, oppure quando l'uomo viene a contatto con ceppi batterici tipici della flora batterica di altri animali (ad esempio, il ceppo di E. coli denominato O157:H7, la cui forma mutante sembra essere quella che sta spargendo il panico adesso) vive nell'intestino di bovini e ovini  penetrando nell'apparato digerente umano, attraverso il consumo di carni poco cotte è conosciuto per essere in grado di esercitare effetti patogeni).

La patogenicità di E. coli è determinata da tossine che, a seconda dei ceppi, possono avere natura chimica differente. Alcuni ceppi risultano patogeni a causa di particolari molecole proteiche presenti su strutture filiformi (i pili) che sporgono dalla superficie cellulare, mediante le quali aderiscono alle mucose intestinali dell'ospite: questi ceppi colpiscono soprattutto i bambini, nei quali causano diarrea in particolare nel periodo estivo. Altri ceppi sono in grado di invadere le pareti del colon, causandone la degenerazione; altri sono in grado di secernere una tossina che agisce in modo simile a quella prodotta dal vibrione del colera. L' Escherichia coli è anche responsabile di: infezioni delle vie urinarie, del peritoneo e delle vie biliari.

Anche per queste caratteristiche che lo portano ad essere in alcuni casi patogeno è utilizzato per la ricerca di contaminazione fecale nelle acque di balneazione.

Nessun batterio killer quindi ma una delle tante varianti del microorganismo più diffuso e più utilizzato per approfondire le conoscenze di microbiologia e per condurre ricerche di ingegneria genetica (si conosce perfettamente la sequenza del suo dna, formato da una singola molecola circolare a doppio filamento) grazie anche al suo ciclo metabolico che è in grado di riprodurre in soli venti minuti altri batteri.

Un batterio ben conosciuto, quindi, che può diventare un problema se non si rispettano i criteri elementari di igiene: come la corretta gestione dei reflui urbani che possono portare alla contaminazione delle acque.

Da cui possono discendere casi di contagio diretto- come è il caso delle acque di balneazione- o indiretto se le acque reflue vengono utilizzate- come spesso accade -per irrigare  le colture che arrivano poi sulle nostre tavole.

C'è poi da mettere in conto il fatto che l'uso indiscriminato di antibiotici negli allevamenti intensivi può facilmente indurre mutazioni nei ceppi di batteri comunemente presenti nell'intestino di animali e favorire la resistenza agli antibiotici stessi.

Pertanto anziché parlare di batteri killer sarebbe forse più corretto interrogarsi se non siano da definirsi criminali le politiche che portano alla selezione di certi ceppi (come appunto l'abuso di antibiotici), che una volta disseminati nell'ambiente anche grazie alle economie ormai globalizzate, sfuggono dal controllo sanitario e a ritmi ormai ricorrenti seminano il panico tra la popolazione.

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