[25/05/2011] News

Pesca nell'Ue nel 2012: «Conseguire il giusto equilibrio per ridurre il sovrasfruttamento»

Oggi la Commissione europea ha pubblicato una relazione che «Illustra i progressi compiuti negli ultimi anni nell'ambito della politica comune della pesca e formula alcune raccomandazioni riguardanti le possibilità di pesca nelle acque dell'Ue nel 2012».

Nel documento la Commissione spiega come intende «Avvalersi dei pareri scientifici che le vengono trasmessi in merito allo stato degli stock ittici per proporre limiti di cattura e contingenti per il prossimo anno» e sottolinea che «Gli ultimi dati mostrano un lento miglioramento dello stato degli stock nelle acque europee, ma per la maggior parte di essi non si dispone ancora di dati scientifici sufficienti, principalmente a causa di una comunicazione inadeguata da parte degli Stati membri. La Commissione farà pertanto uso di un nuovo metodo per la fissazione dei limiti di pesca, in particolare riducendo i livelli in presenza di dati insufficienti. Le idee della Commissione saranno oggetto di una vasta consultazione nel corso dell'estate, i cui esiti verranno integrati nelle proposte di possibilità di pesca per il prossimo anno che saranno adottate in autunno».

I dati più recenti mostrano però progressi lenti: «Nell'Atlantico e nei mari adiacenti, la proporzione di stock notoriamente sovrasfruttati è scesa da 32 su 34 stock nel 2004 a 22 su 35 nel 2010, ovvero dal 94% al 63%. Nel Mediterraneo l'82% degli stock noti è sovra sfruttato».

La commissaria per gli affari marittimi e la pesca, Maria Damanaki, vuole introdurre un nuovo approccio precauzionale nel proporre le possibilità di pesca: «Nei casi in cui per uno stock ittico si disponga di un parere scientifico, le proposte della Commissione si atterranno strettamente a quest'ultimo; nei casi in cui non si disponga di dati scientifici sufficienti, la Commissione proporrà di ridurre sistematicamente le catture.

Questo approccio dovrebbe progressivamente eliminare il sovrasfruttamento e contribuire a migliorare la raccolta e la comunicazione dei dati da parte degli Stati membri. Ai fini di una graduale eliminazione del sovrasfruttamento è necessario gestire gli stock ittici in modo che possano ricostituirsi e offrire il massimo rendimento a lungo termine. La riduzione del sovrasfruttamento non si limiterà a migliorare lo stato degli stock ittici europei e ad attenuare l'impatto ambientale della pesca, ma avrà altresì come conseguenza una migliore redditività del settore alieutico in Europa».

La Commissione è convinta che questa modalità di pesca basata sul "rendimento massimo sostenibile" «Produrrà notevoli effetti positivi, inducendo un cambiamento da una pesca intensiva su risorse scarseggianti a una pesca più "leggera" su popolazioni più abbondanti. Ne risulterà la stessa o una maggiore quantità di pescato, ma con minore impatto sull'ambiente e meno rigetti in mare. Ciò significa meno danni ai fondali marini, meno catture accessorie di organismi vulnerabili, come focene, delfini e altri mammiferi marini, e un minore utilizzo di carburante, poiché occorre meno tempo per catturare una tonnellata di pescato da uno stock abbondante che da uno spopolato; a sua volta, questo contribuirà a ridurre le emissioni di carbonio e le spese di carburante dei pescherecci».

Nel 2010 l'International council for the exploration of the sea (Ices), che fornisce pareri scientifici alla Commissione, ha formulato un nuovo tipo di parere sui livelli delle Total allowable catches (Tac) che onsentiranno di raggiungere il Maximum sustainable yield (Msy) entro il 2015. La Commissione «Apprezza questo nuovo parere e, in presenza di dati sufficienti, intende fondare su di esso le proprie proposte di Tac. Tuttavia, un ostacolo importante nel decidere le possibilità di pesca per il 2012 è proprio l'assenza di pareri scientifici per circa due terzi dei Tac. Nella maggior parte dei casi, ciò è dovuto alla mancanza di dati sulle catture, a studi incompleti o a un campionamento difettoso. Spetta agli Stati membri fornire dati scientifici sulle attività di pesca, ma in alcuni casi questo adempimento non viene pienamente onorato. Pertanto, nei casi in cui non si dispone di pareri scientifici andrebbe proposta una riduzione del Tac e/o dello sforzo di pesca».

Secondo la relazione, «Gli Stati membri dovrebbero inoltre stanziare risorse sufficienti e comunicare urgentemente le informazioni necessarie per consentire di valutare lo stato degli stock. Gli organismi scientifici saranno incaricati di contribuire alla soluzione di tali problemi con urgenza, tenendo presente che le basi cognitive devono essere messe a disposizione dagli Stati membri. Dalla pesca commerciale e dagli studi scientifici si dovrebbero infine ricavare indicatori che servano da guida sicura per indirizzare le attività di pesca verso uno sfruttamento sostenibile delle risorse anche quando scarseggino i dati».

La Commissione sottoliene le tappe del percorso ancora da fare: «I cittadini europei, il Parlamento europeo, gli Stati membri, i Consigli consultivi regionali (Ccr) e il Comitato consultivo per la pesca e l'acquacoltura (Ccpa) sono ora invitati ad esprimere le loro opinioni e a discutere il metodo di lavoro descritto nella comunicazione tramite il sito web della Commissione. La consultazione è aperta fino al 1° settembre 2011. I piani verranno inoltre discussi con i ministri competenti nell'ambito del Consiglio Pesca del 28 giugno».

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