[25/05/2011] News

I parchi tra leggi, istituzioni e cultura (II)

(continua da ieri) Dove non solo la legge ma le politiche ministeriali hanno naufragato clamorosamente nonostante una legge importante avesse preceduto la 394 di qualche anno, sono proprio le aree protette marine. E non per un destino cinico e baro ma perché qui Roma ha dato il peggio di sé a partire innanzitutto dalla esclusione sostanziale delle istituzioni locali e anche regionali dalla loro gestione.

Qui la diarchia non ha operato né punto né poco e gli effetti si vedono a occhio nudo ( ma non al Senato ). Il bello è -si fa per dire- che la commissione ambiente del senato ha previsto di estromettere ulteriormente le istituzioni decentrate dalla gestione integrata delle coste al punto che anche nei casi in cui l'area protetta marina entra a far parte di un parco terrestre -come chiaramente previsto dalla legge 394 e dalla 426- la pianificazione marina dovrebbe farla il ministero come previsto nel pliocene normativo che l'affidava ad una commissione di riserva che sopravvive tuttavia anche in situazioni come la Meloria -non le Galapagos- che dovrebbe si essere gestita dal parco regionale di Migliarino, San Rossore ,Massaciuccoli che ha 30 anni, una comunità del parco, un ente di gestione, un direttore, un comitato scientifico considerati idonei a gestire il patrimonio dei 5000 ettari della ex tenuta presidenziale di San Rossore ma non la Meloria.

Eccoti quindi anche la inaffondabile Commissione di riserva. Al senato probabilmente paghi e soddisfatti di aver partorito tra un rinvio e un altro siffatte ipotesi hanno evidentemente pensato di potersi cimentare ora anche con il complesso della legge. L'appetito si sa vien mangiando, ma le buone leggi possono venire solo da chi ha piena consapevolezza e cognizione di cosa si sta maneggiando.

La dice lunga al riguardo più di ogni altra cosa il fatto che questo stanco e clandestino lavoro in commissione che si sta trascinando tempo non sia sorretto, suffragato, motivato, giustificato da dati, approfondimenti, riflessioni, documenti degni di questo nome (e il parlamento ha sotto questo profilo nobilissime tradizioni) e non riconducibili unicamente a qualche richiesta e sollecitazione dell'UCINA e qualche incontro al salone di Genova: un po' troppo poco, vorranno convenirne anche il presidente della Commissione D'Ali e i suoi colleghi.

Con quel che bolle in pentola in europa sulla gestione integrata delle coste, su Rete Natura 2000, Habitat e molto altro ancora quello a cui si sta pensando e dicendo al Senato fa cascare le braccia e si può perciò capire perfettamente perché il ministero sia d'accordo sebbene nessuno conosca qualche sua idea o proposta. Va bene comunque mettere mano mano alla legge perché così si potrà dire che il disastro della gestione delle aree protette marine non è colpa loro ma della legge brutta e vecchia che gli lega le mani.

Non sembri questa una ricostruzione a tinte forti per ragioni polemiche al limite della irriverenza nei confronti del parlamento.

Questo è in sintesi il punto a cui si è giunti e che rischia di precipitare ulteriormente anche per il comportamento di alcune regioni che stanno dando una mano allo smantellamento di quanto in questi 20 anni si è riusciti a realizzare. Eppure e per fortuna in questi anni si è riusciti anche a individuare i punti deboli e critici di una situazione che potrebbe e dovrebbe essere rilanciata con l'iniziativa politica e culturale prima ancora che sul piano normativo dove si sta annaspando penosamente.

Ho accennato al fascicolo di Parchi in preparazione. Ma a me è capitato, ad esempio, di andare a rivedermi l'impegno, gli elaborati, le proposte messe a punto -anche con una colla editoriale- qualche anno fa da CIP (Coste italiane protette) messe a punto grazie alla collaborazione tra Federparchi, la regione Marche e il parco del Conero che ebbero un significativo anche se tardivo riconoscimento del ministero dell'ambiente alla Conferenza nazionale dei parchi di Torino.

Ma non credo che al senato e al ministero ne sappiano qualcosa. Ma anche il centro studi Valerio Giacomini di Gargnano gestito sempre da Federparchi e la regione Lombardia ha il merito di avere per alcuni anni dato contributi che specie nel momento in cui un altro centro studi intitolato anch'esso all'autore di Uomini e Parchi ha preso il via in San Rossore potrebbero opportunamente essere ripresi e utilmente approfonditi.

Non è un caso che Parcolibri pochi anni fa sia riuscito a coinvolgere i parchi in un impegno culturale che avrebbe meritato di non essere interrotto perché oggi problematiche complesse e nuove come quelle ambientali non possono essere affrontate con la serietà che richiedono senza uno sforzo culturale che non si intravede in sedi che pure avrebbero dovuto - in base anche alla legge vigente- .provvedervi e non hanno fatto; un esempio per tutti la Carta della Natura.

Eppure c'è chi anche chi in questi ultimi anni non si è affidato solo alle sortite della Prestigiacomo, della Brambrilla e di qualche leghista che fuori dalle balle vuole anche i parchi. Chi, ad esempio, scorra i numerosi titoli dei libri della collana sulle aree naturali protette dell'ETS da cui prese le mosse con successo anche Parcolibri non faticherà a trovarvi anche nei volumi appena usciti o prossimi all'uscita quanto di più attuale.

Non voglio fare elenchi ma penso a volumi come ‘I parchi come sistema' di Giuliano Tallone, ma anche a quelli di Giulio Ielardi con i suoi viaggi nei parchi italiani o regionali o a Uomini e lupi un viaggio tra chi ai parchi è approdato partendo da esperienze assolutamente diverse e ancora a Parchi d'Europa a cura di Roberto Gambino, Il Dizionario delle Aree protette, quello sulle Aree protette marine a cura di Fabio Vallora, quello sulle Alpi a cura di Cesare Lasen, sul Paesaggio luogo della mente di Enrico Falqui o sulla pianificazione gran dimenticata a cura di Massimo Sargolini. Si scorrano gli indici e gli autori di questi volumi e si troveranno le conferme più significative di come intorno ai parchi si sia riusciti in questi anni ad aggregare alcuni dei nomi più prestigiosi della cultura del nostro paese unitamente a giovani ricercatori e operatori dei parchi che in qualche caso non riescono oggi neppure a pagare le bollette del telefono.

C'è qui una conferma che nonostante tutto vi è oggi diffusa una volontà di non farsi travolgere dal tritacarne politico politico-istituzionale alimentato da posizioni e comportamenti poco decorosi e responsabili. Le numerose adesioni raccolte in tempi brevissimi dal Gruppo di San Rossore lo dimostra il che ci ha incoraggiati e stimolati anche a lanciare PARCHISCRITTI una sede in cui siano i libri e la cultura e non le manfrine politiche a tenere banco.
Lo inaugureremo ufficialmente a settembre in San Rossore proprio discutendo di alcuni libri dedicati alle protette marine. Sono sicuro che si diranno meno sciocchezze che alla Commissione ambiente del Senato.

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