[17/05/2011] News

Il difficile smaltimento del tè radioattivo giapponese di Kanagawa

Le imprese chiedono di rottamare la centrale nucleare di Fukushima Daiichi. Precipita il credit rating della Tepco

Gli agricoltori nella prefettura di Kanagawa hanno iniziato ad immagazzinare delle foglie di tè contaminate dal fallout radioattivo del disastro nucleare di Fukushima Daiichi, la centrale che sorge ad oltre 250 chilometri di distanza dalle loro piantagioni.

All'inizio di maggio è stato trovato cesio radioattivo al di sopra del limite di sicurezza giapponese nelle foglie di tè raccolte in 6 comuni di municipalità di Kanagawa, vicino alla capitale Tokyo, successivamente il governo centrale ha chiesto alla prefettura, alle amministrazioni municipali ed alle cooperative locali di agricoltori di bloccare volontariamente la vendita delle foglie di tè. I primi ad aderire alla richiesta sono stati i contadini che lavorano nelle piantagioni del villaggio di Kiyokawa, che hanno iniziato anche ad eradicare le piante di tè.

Il governo della prefettura ha chiesto agli agricoltori di immagazzinare, per quanto possibile, le foglie raccolte, fino a che il governo centrale non deciderà che farne. Ora però gli agricoltori vogliono liberarsi più presto possibile delle foglie contaminate dal cesio, per proteggere le loro piantagioni, ma nessuno è in grado di dir loro come devono fare e , con qiali metodi e mezzi.

Ma il disastro nucleare sta diventando sempre più anche un disastro economico. Ieri le aziende che operano nei dintorni della centrale nucleare di Fukushima Daiichi hanno chiesto alla Tokyo Electric Power Company (Tepco) di chiudere definitivamente l'impianto e si sono lamentate perché le fughe radioattive hanno distrutto il loro business.

Circa 120 uomini d'affari hanno partecipato ad un briefing con con la Tepco ad Iwaki City per capire come l'utility stia affrontando il disastro nucleare. Iwaki è ad oltre 30 chilometri di distanza dalla centrale nucleare, quindi al di fuori dell'area di evacuazione recentemente ampliata, ma gli imprenditori della città dicono che i loro clienti sono sempre più sospettosi ed esigono costosi controlli sulle radiazioni per i loro prodotti. Le vendite di prodotti agricoli locali sono letteralmente crollate.

I funzionari della Tepco hanno detto che l'azienda «dovrà rivedere la propria strategia per stabilizzare il reattore 1», dove c'è stata una fusione delle barre del combustibile nucleare, ma hanno confermato quanto anticipato ieri dal primo ministro giapponese Naoto Kan: «Il piano iniziale per la stabilizzazione dei reattori 1 e degli altri partirà da gennaio del prossimo anno».

Nonostante l'insistenza degli imprenditori, gli uomini della Tepco si sono rifiutati di diore quando la centrale nucleare di Fukushima Daiichi sarà dismessa, dicendo che «La Tepco non sa cosa stia avvenendo all'interno dei reattori» e che «Quindi non si possono dare scadenze», cioè esattamente il contrario di quanto avevano detto poco prima.

Dopo che il 14 maggio Standard and Poor's aveva tagliato il rating della Tepco dal livello BBB+ a quello BBB, oggi sull'azienda è arrivata la tegola della Moody's Investors Service che ha annunciato di aver tagliato il credit rating della Tepco di due "notches" a causa dell'incertezza degli oneri che dovrà sostenere per risarcire le persone colpite dal disastro della sua centrale di Fukushima Daiichi.

La nota agenzia di rating in un comunicato dice che «I danni presso l'impianto sono peggiori di quanto si pensasse e che «Il quadro del governo per aiutarla nelle compensazioni non mostra un chiaro supporto all'utility». La Tepco dovrà probabilmente pagare nel lungo periodo una somma enorme, probabilmente insostenibile e che secondo molti potrebbe portarla addirittura alla bancarotta.

La Moody's spiega che «Il rating a lungo termine della Tokyo Electric è stato declassata a "Baa3" da "Baa1"» e annuncia che sta esaminando altri possibili declassamenti. Una riduzione di un'altra "notch" porterebbe la Tepco al "junk status", cioè ad un rating inappropriato per gli investimenti.

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