[13/05/2011] News

Marea nera nel Mar Bianco. A rischio la riserva naturale di Kandalakcha

Il petrolio fuoriuscito il 7 maggio dalla base petrolifera russa di "Belomorskaya neftebaza", sul  Mar Bianco, al largo di Murmansk, si estenderebbe ormai su oltre  200.000 m2. Lo ha annunciato oggi il centro delle tecnologie russe ScanEx, che ha analizzato i dati provenienti dal satellite canadese RadarSat-2. L'inquinamento potrebbe essere avvenuto durante operazioni di carico del petrolio che è fuoriuscito prima sul suolo ghiacciato e poi ha raggiunto le acque del golfo di Kandalakcha.

Secondo direttore generale aggiunto di ScanEx Alexei  Kutcheiko,  «In totale la chiazza di petrolio, il cui spessore varia secondo i luoghi, occupa una superficie di 210.000 metri quadrati».

I dati provenienti da satellite israeliano Eros B, rivelano altro petrolio, che occupa una superficie di oltre 11.000 m², confinato negli sbarramenti galleggianti realizzati nel golfo di Kandalakcha.

Andrei Ivanov, un ricercatore dell'Istituto oceanografico di Chirchov, citato da ScanEx, spiega che «La marea nera presenta delle macchie iridescenti di uno spessore medio di 0,3 micron, contenenti dei frammenti di petrolio più spessi».

La fuoriuscita di petrolio nell'Artico russo sta minacciando la riserva naturale di Kandalakcha, una delle più settentrionali dell'immenso Paese, che si trova oltre il Circolo Polare.

La presenza di chiazze di petrolio nel Golfo Kandalaksha rilevate dalle immagini satellitari è stata confermata dalla società "EcoService", che esegue la bonifica del territorio. Un rappresentante della "EcoService" ha detto che la zona da ripulire nella zona costiera arriva già a 6.000 m2.

Il Mar Bianco e quello di Barents ospitano circa il 70% delle riserve naturali destinate a proteggere gli edredoni e nella riserva di Kandalakcha (Nella foto) vivono, migrano e nidificano 9.500 specie animali, uno degli scrigni della biodiversità che l'Arctic Council appena terminato in Groenlandia vorrebbe salvare mentre permette le trivellazione offshore come quelle nel Mar Bianco che rischiano di cancellarlo.

La "Belomorskaya neftebaza" ha finalmente dichiarato lo stato di emergenza e sta continuando ad operare con panne e materiali assorbenti e scavando trincee per raccogliere l'acqua oleosa che poi viene avviata su camion ed avviata ad impianti di trattamento.

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