[13/05/2011] News

Un Global Framework di servizi climatologici per anticipare e ad adattarsi ai cambiamenti climatici

Un top-level panel della World meteorological Organization (Wmo)  raccomanda in un rapporto «La messa in opera di un nuovo sistema mondiale per la prestazione di servizi climatologici che aiuterebbe i Paesi ad anticipare e ad adattarsi ai cambiamenti climatici, a ridurre I rischi di catastrofi legate ai fenomeni estremi, a salvare delle vite umane ed a preservare i mezzi di sussistenza dei popoli per le generazioni future».

Il rapporto verrà presentato al XVI World meteorological congress che si terrà da 16 maggio al 3 giugno a Ginevra, per discutere delle politiche e degli obiettivi della Wmo per i prossimi 4 anni. Il rapporto della Taskforce è già stato presentato alla Global platform on disaster risk reduction, la più grande istanza mondiale che si occupa di prevenzione delle catastrofi e del rafforzamento delle capacità di adattamento delle comunità

Il rapporto dell'High-level Taskforce, 12 esperti guidati dall'egiziano Mahmoud Abu Zeid e dal norvegese Jan Egeland, propone una strategia per colmare le attuali lacune attraverso un "Global Framework for Climate Services", che assicuri il coordinamento richiesto e vigili affinché «L'informazione climatologica pervenga ai Paesi ed alle popolazioni vulnerabili che ne hanno più bisogno».Secondo il top-level panel per realizzare tutto ciò ci vorrebbero circa 75 milioni di dollari all'anno, circa 72 milioni dei quali proverrebbero dall'aiuto allo sviluppo e dovrebbero essere dedicati a progetti per rafforzare le capacità dei Paesi più esposti agli effetti del cambiamento climatico.

Il Global Framework for Climate Services «Favorirebbe un approccio integrato degli impegni legati alla variabilità del clima, al cambiamento climatico ed alla prevenzione delle catastrofi e sfrutterebbe le attuali capacità in materia di prestazioni di servizi, dei Servizi meteorologici ed idrologici nazionali e di altri organismi attivi in questo settore», spiega il Wmo.

Il co-presidente della Taskforce speciale, Jan Egeland, sottolinea che «Con questo modesto investimento, rivoluzioneremo l'accesso delle popolazioni vulnerabili alle conoscenze ed all'informazione climatologiche. Potremmo così salvare delle vite, prevenire delle catastrofi e migliorare l'efficacia dei servizi sanitari, agronomici ed idrologici nell'interesse dei più deboli».

Il segretari generale della Wmo, Michel Jarraud, ha ricordato che «Condividiamo tutti lo stesso pianeta, la stessa atmosfera, lo stesso oceano, lo stesso sistema climatico dalle molte sfaccettature. Ogni gruppo umano, ogni settore socio-economico subisce l'influenza della variabilità e dell'evoluzione del clima. Sono persuaso che gli investimenti consentiti nelle politiche di adattamento e di prevenzione nella gestione dei rischi climatici non potranno portare tutti i loro frutti, evitando lo spreco, se i decisori non hanno a loro disposizione delle informazioni scientifiche della migliore qualità che ci sia. Questo è lì obiettivo perseguito dal Global Framework for Climate Services».

Circa il 90% delle catastrofi avvenute negli ultimi decenni sono legate a eventi meteorologici o climatici: cicloni tropicali, grandi mareggiate, inondazioni, siccità, ecc.. Le perdite economiche sono in continua crescita ed attualmente raggiungono circa 100 miliardi di dollari all'anno, rappresentando un gravissimo ostacolo allo sviluppo dei Paesi poveri, che durerà per anni e forse per decenni.

Il rapporto evidenzia che «Il cambiamento climatico comporterà verosimilmente un aumento della frequenza e dell'intensità dei fenomeni estremi e, a causa della crescita demografica, le popolazioni esposte saranno sempre più numerose. E' quindi essenziale poter disporre di informazioni sul clima che siano di grande rigore scientifico, in modo da comprendere meglio questi fenomeni ed impedire che non si mutino in catastrofi umane ed economiche. E' attraverso una gestione razionale dei rischi climatici attuali che daremo i mezzi per gestire i rischi di domani. I progressi della modellizazione e della previsione del clima possono aprire delle prospettive senza precedenti in material di gestione dei rischi e dei fenomeni estremi. Questo presuppone la messa in opera in questo settore di strategie giudiziose di pianificazione e di gestione a medio e lungo termine. L'utilizzo a scala mondiale di servizi climatologici rafforzati si tradurrà in dei guadagni economici considerevoli»

Il rapporto sottolinea tre elementi fondamentali: «Primo, siamo coscienti della vulnerabilità di ogni essere umano di fronte al clima, in particolare i fenomeni estremi che comportano delle perdite in vite umane e distruggono i mezzi di sussistenza dappertutto nel mondo e prima di tutto nei Paesi in via di sviluppo. Secondo, sappiamo che, quando esistono, i servizi climatologici basati sui bisogni sono di una grande utilità quando si tratta di aiutare le collettività, le imprese private, le organizzazioni ed i poteri pubblici a gestire i rischi climatici ed a sfruttare le opportunità legate al clima. Terzo, misuriamo l'abisso che separa i bisogni di servizi climatici dall'offerta attuale in materia. Questi servizi difettano particolarmente dove ce n'è più bisogno, cioè nei Paesi in via di sviluppo vulnerabili di fronte al clima. Una tale situazione ci pare inaccettabile ed ingiusta. Così pensiamo alla messa in atto di un sistema integrato per la fornitura di sevizi climatologici ed alla loro applicazione ai processi decisionali a tutti i livelli della società e che necessiti una mobilitazione degli sforzi su scala globale. Stimiamo che il Global Framework for Climate Services sia il mezzo che ci occorre per orientare e coordinare questa azione. Al prezzo di un investimento modesto e basandosi sui sistemi  e le capacità già in atto, pensiamo che sarà possibile ottenere guadagni importanti, sia che si tratti di riduzione dei rischi di catastrofi, del miglioramento della sicurezza alimentare e della salute o di un migliore adattamento ai cambiamenti climatici, o ancora dello sviluppo e della qualità della vita in tutti i Paesi e in particolare nei più poveri e vulnerabili tra loro».

Quel che manca è un quadro "federatore" che sviluppi le strutture già esistenti e colmi le lacune, per rimediare alle insufficienze e rafforzare i servizi nei Paesi in via di sviluppo: più di un terzo dei Paesi più vulnerabili riesce a malapena a fornire i servizi meteorologici di base e non è assolutamente in gradi di avvicinarsi al livello dei Paesi sviluppati.

Jarraud conclude: «Abbiamo bisogno di sviluppare la ricerca dappertutto nel mondo. Dobbiamo mettere a punto dei sevizi climatologici più mirati, sul modello dei servizi meteorologici. Nessun Paese, qualunque sia, potrebbe arrivarci da solo. Abbiamo bisogno di un sistema multilaterale e pluridisciplinare».

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