[10/05/2011] News

Governo giapponese: «Promuoveremo le energie rinnovabili»

L’eolico potrebbe produrre più energia delle attuali centrali nucleari

Il ministro dell'ambiente del Giappone, Ryu Matsumoto (Nella foto), ha detto che  «Il governo spingerà per l'introduzione delle energie rinnovabili, ora che un'utility ha accettato di sospendere le operazioni presso un impianto nucleare nel Giappone centrale».

Matsumoto si riferisce alla Chubu Electric Power Company che ieri ha accettato di chiudere temporaneamente la centrale nucleare di Hamaoka su richiesta del primo ministro Naoto Kan.

Kan, basandosi sui dati forniti dalla Nuclear and industrial safety agency (Nisa), aveva detto che l'impianto non era in grado di resistere ad un terremoto di magnitudo 8 che dovrebbe colpire la regione nei prossimi 30 anni.

Oggi il ministro dell'ambiente ha convocato una conferenza stampa ed ha detto che «La decisione della Chubu Electric Power Company avrà un impatto enorme sulle politiche ambientali ed energetiche del governo». Matsumoto ha rivelato di aver ricevuto dal primo ministro Jan l'incarico di promuovere l'utilizzo delle fonti rinnovabili: «Va detto che, poiché la costa del Pacifico del nord-est del Giappone è particolarmente adatta per la produzione di energia solare ed eolica, il governo spera di integrare tali sistemi nelle abitazioni per i sopravvissuti dello tsunami».

Secondo il ministro dell'ambiente giapponese, «La quantità massima di energia elettrica possibile dalla produzione di energia eolica nel nord-est del Giappone supererebbe l'energia attualmente prodotta dalle centrali nucleari nazionali».

Anche Kan ha accolto con soddisfazione la decisione della Chubu di fermare i due reattori 4 e 5  ancora in funzione ad Hamaoka ed aveva annunciato alla stampa che il governo «Metterà in opera tutto il possibile per evitare una penuria di elettricità».

Chi rischia di rimanere spiazzato dalla virata ambientalista del governo giapponese e dal «cedimento» della Chubu è il presidente della Federazione delle utility elettriche del Giappone,  Makoto Yagi, che solo ieri aveva chiesto al primo ministro di «Giustificare la sua richiesta riguardante la centrale di Hamaoka», con una nota ufficiale inviata al ministro giapponese dell'economia, commercio e industria, Banri Kaieda.

Yagi era evidentemente abituato alla pressoché totale impunità dell'industria nucleare pre-Fukushima e si era detto «Sorpreso per la decisione del governo. Le attività delle centrali nucleari, attualmente interrotte per delle ispezioni di routine, sono indispensabili per la stabilità dell'offerta».

Kaieda ha inoltre ricordato che secondo lo stesso governo che oggi vuole chiuderle «Tutte le centrali erano in sicurezza eccetto il complesso di Hamaoka. Dopo le ispezioni, bisognerà convincere le autorità locali ad accettare la riapertura delle centrali».

Sarà molto difficile, ora che Matsumoto e Kan dicono che sarebbe bene che il Giappone "tutto nucleare" si riconvertisse all'eolico e al solare per espiare il peccato di arroganza che ha portato alla catastrofe nucleare di Fukushima Daiichi ed alla scoperta di quanto sia fragile e pericoloso il "supersicuro" nucleare giapponese.

E Greenpeace accoglie con favore l'ambiziosa proposta del primo ministro giapponese Naoto Kan.

«Le affermazioni di Naoto sul fatto che il Giappone debba "ricominciare da zero" sulla pianificazione a lungo termine delle sue risorse energetiche dopo il disastro di Fukushima, sono un ulteriore dimostrazione che l'energia nucleare è definitivamente al tramonto» commenta Junichi Sato, Direttore Esecutivo di Greenpeace Giappone.

I piani di sviluppo del governo giapponese prevedevano l'apertura di altri 14 reattori nucleari per portare la percentuale di energia elettrica derivata da nucleare dal 30 al 50 percento entro il 2030.

«Non abbiamo bisogno di aspettare nuovi disastri: i governi di tutto il mondo devono seguire l'esempio giapponese e cambiare le proprie strategie energetiche puntando su energie pulite e rinnovabili - dichiara Salvatore Barbera, responsabile della campagna Nucleare di Greenpeace Italia -. I progetti del governo italiano sul ritorno al nucleare risultano essere sempre più anacronistici e fuori da ogni logica. L'energia del futuro di Berlusconi è già passato».

Torna all'archivio