[09/05/2011] News

Giappone, chiusa temporaneamente la centrale di Hamaoka

Grave rischio sismico. Manifestazione per la chiusura immediata

Il gestore energetico nipponico Chubu Electric Power Co. ha deciso di chiudere temporaneamente la centrale nucleare di Hamaoka, 200 km a sudovest di Tokyo, considerata uno degli impianti atomici a piu' alto rischio sismico del Paese. La decisione e' stata annunciata oggi al termine di una riunione straordinaria dei vertici dell'azienda, che ha cosi' raccolto l'invito del premier nipponico, Naoto Kan, a sospendere le operazioni per potenziare le misure di sicurezza anti catastrofe della centrale.

Ieri, infatti, a Nagoya, nel Giappone centrale, centinaia di persone erano scese in piazza per chiedere che la Chubu Electric Power Company fermi le attività della sua centrale nucleare di Hamaoka, dopo che ieri anche il primo ministro giapponese Naoto Kan aveva chiesto una sospensione.

Kan aveva spiegato già il 6 maggio in una conferenza stampa di aver ordinato «che la Chubu Electric Power fermi le operazioni di tutti i reattori della centrale nucleare di Hamaoka. Questa decisione è stata presa per mettere in sicurezza gli abitanti. Abbiamo anche tenuto conto dell'enorme impatto che un incidente grave alla centrale di Hamaoka potrebbe avere sulla società giapponese nel suo insieme».

La centrale di Hamaoka sorge a meno di 200 km a sud-ovost di Tokyo e a circa 100 km dalla metropoli industriale di Nagoya, nella regione del Tokai, la decisione del governo porterebbe alla chiusura dei reattori  4 e 5 e a non riavviare il reattore 3, attualmente fermo per verifiche. Si tratta di 5 boiling water reactor (Bwr), i reattori 1 e 2 erano già stati definitivamente chiusi dopo che la Chubu aveva deciso che non era più economicamente sostenibile migliorare la loro sicurezza sismica dopo le nuove normative post-terremoto del luglio 2007. I reattori ancora in attività, 3, 4 e 5, sono stati costruiti rispettivamente nel 1987, 1993 e 2005, ed era previsto di costruire i reattori 6 e 7 per sostituire i due chiusi.

Il rischio deve essere molto alto, visto che Kan ha messo in conto un'iniziale forte carenza di energia nell'intera regione: «Le autorità competenti, tra le quali il ministero della scienza, hanno stimato all'87% le possibilità che un terremoto di magnitudo 8 colpisca la regione nel corso dei prossimi 30 anni. E' necessario mettere in atto delle misure sul medio e lungo tempo, in particolare la costruzione di muri di protezione di fronte al mare, che possano resistere ad uno tsunami gigantesco.

La Nuclear and industrial safety agency (Nisa) in seguito ha emesso una richiesta perché la Chubu Electric garantisca che sono in vigore efficaci misure di protezione e nel frattempo di sospendere le attività. La Chubu dovrà installare ulteriori impianti di raffreddato ad aria e generatori diesel di emergenza e di stoccare parti di ricambio per le pompe dell'acqua di mare: per soddisfare le richieste della Nisa per l'idoneità ci vorranno probabilmente molti mesi di lavoro.

Secondo l'agenzia Kyodo, la Chubu Electric si sarebbe detta d'accordo nel «prendere in considerazione»  la sospensione delle operazioni, ma la riunione di sabato dei suoi massimi dirigenti non ha sortito decisioni sulla risposta da dare al capo del governo giapponese. In Giappone non ci sono precedenti legali di un politico che ordina la chiusura di una centrale nucleare che fino a Fukushima risultava in linea con le normative della Nisa, o anche che un primo ministro influenzi la Nisa perché ordini la sospensione delle attività.

Gli anti nucleari giapponesi sono soddisfatti per le decisioni del governo ma non si fidano molto della Chubu. La manifestazione di domenica, organizzata dal gruppo "For a nuclear-free society" ha portato in piazza soprattutto studenti e famiglie che hanno sfilato davanti alla sede della Chubu Electric Power Company, gridando che una società libera dal nucleare potrebbe cominciare dalla regione. I manifestanti hanno chiesto che la Chubu accolga la richiesta del primo ministro e che cominci subito a pensare davvero alle energie rinnovabili e, nel lungo periodo, alla demolizione di tutti i suoi impianti nucleari.

La rete televisiva Nhk ha intervistato una donna che ha partecipato alla protesta con il suo bambino che ha detto di essersi resa conto del pericolo delle centrali nucleari dopo l'incidente di Fukushima, «La gente dovrebbe risparmiare energia il più possibile, per compensare un'eventuale sospensione dell'impianto di Hamaoka».

Il direttore di Greenpeace Giappone, Junichi Sato,  ha detto che «Greenpeace saluta la decisione del primo ministro di fermare Hamaoka, una delle centrali nucleari più pericolose del Giappone. E' la prima volta che un primo ministro ha direttamente chiesto che una centrale nucleare venga chiusa in Giappone, questa non può essere l'ultima. Fukushima costituisce un severo richiamo sulle conseguenze dell'energia nucleare, ci sono ancora in servizio numerosi altri reattori pericolosi».

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