[06/05/2011] News

Iaea: «Entro due anni l'acqua radioattiva di Fukushima raggiungerà le coste Usa»

La misteriosa situazione del reattore 4 e i costosi lavori per difendere il cadavere radioattivo di Fukushima

Se qualcuno avesse dubbi su cosa sta ancora succedendo a Fukushima dovrebbe leggere come definisce sinteticamente oggi lo stato delle cose l'International atomic energy agency (Iaea): «Nel complesso, la situazione nella centrale nucleare di Fukushima Daiichi rimane molto grave», un cambiamento (in peggio) rispetto alla formula utilizzata nei giorni sorsi che parlava comunque anche di progressi tecnici in atto.

Oggi la Tokyo Electric Power Company (Tepco) ha reso noto di aver rilevato «Alti livelli di materiale radioattivo sul fondo marino vicino al complesso nucleare danneggiato». Si tratta dei risultati delle analisi dei campioni di fondo marino raccolti il 29 aprile a 20 - 30 metri di profondità vicino al porto davanti al complesso nucleare. I campioni contenevano 90.000 becquerel di cesio 134 e 87.000 becquerel di cesio-137 per chilogrammo. Sono stati rilevati 52.000 becquerel/Kg di iodio-131.

La cosa abbastanza incredibile è che in Giappone non ci sono standard governativi riguardanti la contaminazione radioattiva del fondale marino, ma i dati per il cesio-137 sono 38.000 volte superiori a quelli registrati nei precedenti prelievi eseguiti negli stessi punti. Il cesio-134 e lo iodio-131 addirittura non erano stati rilevati nel sondaggio precedente. La Tepco ritiene che le sostanze radioattive trovate nei fondali provengano dall'acqua altamente contaminata fuoriuscita del reattore 2.

Ieri a Vienna si è tenuta una riunione dei Paesi membri dell'Agenzia nucleare dell'Onu per fare il punto sulla situazione della centrale nucleare giapponese. L'Iaea è molto preoccupata perchè l'acqua radioattiva sversata dalla centrale di Fukushima potrebbe raggiungere entro due anni la costa occidentale degli Stati Uniti d'America. Secondo un rapporto realizzato a partire dai dati forniti da diverse fonti, comprese quelle giapponesi, l'acqua contaminata potrebbe espandersi in tutto l'Oceano Pacifico, attraverso la corrente di Kuroshio e potrebbe raggiungere la casta nord-americana già entro l'anno prossimo.

Secondo l'Iaea, nei prossimi due o tre anni tracce di cesio 134 e 137 potrebbero essere ritrovate lungo tutte le coste del Pacifico «Ma i livelli dovrebbero essere così bassi che non dovrebbero rappresentare una minaccia per la salute umana». La solita formula tranquillizzante, ma la notizia potrebbe avere pesanti ripercussioni sulla fiorente industria ittica del Giappone e del Pacifico.

Il direttore generale dell'Iaea, Denis Flory, ha richiamato la road map della Tepco che prevede di riprendere il controllo della centrale di Fukushima entro giugno ed ha detto che l'Agenzia Onu accoglie favorevolmente questo progetto e «Segiurà con attenzione la sua messa in opera».
Intanto proseguono le sempre più costose operazioni per mettere in sicurezza quello che è ormai un cadavere atomico che rischia di infettare ulteriormente l'Oceano Pacifico.

Colonne in acciaio e un muro di cemento devono essere costruiti in un locale sotto il fuel pond del reattore 4 per contribuire a sostenere il peso di acqua nell'edificio danneggiato. Uno spazio dietro la piscina del carburante verrà riempita di cemento per formare una massa solida a sostegno della struttura.

La Tepco ha detto che «La struttura danneggiata del reattore dal'unità 4 potrebbe ancora resistere ad un terremoto della stessa entità di quello che l'ha colpita l'11 marzo, ma il rafforzamento darà un ulteriore margine di sicurezza». La preparazione del lavoro dovrebbe iniziare a breve e le colonne d'acciaio dovrebbero essere installate entro la metà di giugno, mentre l'intero lavoro finirebbe entro la fine di luglio.

Nemmeno la Nuclear and industrial safety agency (Nisa) del Giappone ha rivelato ufficialmente le cause estate del danno subito dall'unità 4. Incendi spontanei nella zona delle piscine sono stati rilevati il 15 marzo, ma si sono estinti senza nessun intervento. L'edificio potrebbe aver subito un'esplosione di idrogeno, ma nessuno era presente quando è successo, a causa dell'evacuazione del sito avvenuta il 15 marzo per l'altissimo livello di radiazioni fuoriuscite dall'unità 2. L'edificio del reattore 4 potrebbe essere stato danneggiato anche dalle esplosioni avvenute nell'unità 3.
Intanto si stanno realizzando altri lavori di difesa a mare contro gli tsunami.

Davanti a Fukushima Daiichi verrà costruito un argine temporaneo costiero per proteggere la zona contro le inondazioni, alto fino a quattro metri sul lato mare e fino ad una una decina di metri vicino alle unità 3 e 4.

La Tepco ha già trasferito i generatori diesel di emergenza in zone più alte, ma il cadavere radioattivo di Fukushima va comunque difeso da altri allagamenti che sono stati un fattore importante nella tragedia nucleare, e nel surriscaldamento dei tre reattori e delle quattro piscine del combustibile. «Misure come queste saranno essenziali per poter considerare in futuro il il sito completamente stabilizzato - spiega World Nuclear News, l'agenzia selle multinazionali nucleari - in modo che le precauzioni di emergenza possano essere tolte e che le persone possano tornare alle loro case».

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