[05/05/2011] News

Firmato il decreto rinnovabili, ambientalisti e aziende (non tutte) sul piede di guerra

Vigni (Ecodem): ŤA rischio il futuro di decine di migliaia di lavoratoriť

Come ampiamente annunciato, oggi al Cdm i ministri Romani e Prestigiacomo hanno firmato il decreto interministeriale che disciplina il nuovo regime di programmazione degli incentivi per il settore fotovoltaico. Il provvedimento prevede una razionalizzazione del sistema degli incentivi e introduce strumenti di premialità per lo sviluppo della filiera produttiva italiana.

Duro il commento di il commento del presidente nazionale Ecodem Fabrizio Vigni: «Il decreto sul nuovo conto energia per il fotovoltaico è un colpo duro per le energie rinnovabili. Il governo non ha dato ascolto alle preoccupazioni di migliaia di imprese ed operatori, ne' ha tenuto conto del parere delle Regioni e delle indicazioni del Parlamento».

Il brusco calo degli incentivi, al posto di una graduale e equilibrata riduzione commisurata allo sviluppo di tecnologie a più basso costo, mette a rischio il futuro di decine di migliaia di lavoratori e di imprese. E' una politica totalmente insensata: - conclude Fabrizio Vigni - proprio mentre l'Italia stava finalmente recuperando il terreno perduto, facendo delle rinnovabili il settore più dinamico e innovativo dell'economia, il governo ha inferto un colpo al cuore alla certezza del diritto e pesantemente compromesso le prospettive di crescita della green economy».

Di tutt'altro avviso, ovviamente il ministro Prestigiacomo, che canta addirittura vittoria: «Il provvedimento sulle rinnovabili rappresenta una grande vittoria per l'ambiente e una grande sfida di sviluppo sostenibile. E' un intervento che sostiene un settore strategicamente decisivo per il futuro dell'energia rafforzando le prospettive di crescita di un comparto in espansione».

«Abbiamo anche dato - aggiunge -  un sostegno serio alla diffusione di quel piccolo solare diffuso che punta all'autonomia energetica di aziende e abitazioni e che rappresenta un importante elemento nella strategia di riqualificazione del territorio e dei centri urbani. Il provvedimento assicurando certezze per gli investimenti nel breve e nel lungo periodo - prosegue - alimenterà la spinta virtuosa verso nuove tecnologie energetiche amiche dell'ambiente e aiuterà in maniera decisiva l'Italia a raggiungere i target di riduzione di C02 fissati a livello internazionale».

«E' un obiettivo - conclude -  raggiunto attraverso un confronto schietto e serrato a tutti i livelli, che alla fine premia il futuro dell'Italia».

«Le rinnovabili comunque sia saranno più forti di questo Governo, che nelle ultime settimane ha fatto di tutto per mettere i bastoni tra le ruote al settore e ai suoi operatori». Lo dicono i senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta. «Il compromesso raggiunto tra i ministri Romani e Prestigiacomo - continuano i senatori del Pd - non risolve i problemi fondamentali innescati dal provvedimento del 3 marzo scorso e che avevano determinato il blocco degli investimenti e che questo decreto non scioglie. Le criticità rimangono, e non sono di poco conto: gli effetti rimangono sostanzialmente retroattivi e nella fase transitoria da qui al 2013 il brusco decalage delle tariffe previsto richiederà agli operatori del settore uno sforzo molto pesante per evitare il rallentamento delle installazioni e il conseguente effetto nefasto sull' occupazione. E' vero che si va verso il sistema tedesco, ma questi continui stop and go hanno già indotto diffidenza nel sistema bancario, vitale per futuro di queste imprese. Bisogna cambiare passo. Ci continueremo a battere per garantire un futuro certo a tutto il settore delle rinnovabili che attende numerosi altri decreti attuativi, sui quali speriamo si ascolti di più la voce e e le competenze del ministero dell'Ambiente, e auspichiamo - concludono i senatori del Pd - che le imprese italiane del settore riescano a trovare la strada del successo nonostante questo governo nemico del futuro».

Giudizio negativo del Wwf: «Non siamo di certo d'accordo - afferma in una nota l'associazione ambientalista - sulla necessità di procedere in fretta e furia per porre un tetto allo sviluppo delle rinnovabili in Italia senza costruire invece un percorso di agganciamento degli incentivi ai costi reali, nel quadro di una Strategia Energetica nazionale che pure il Ministro Romani dice di voler completare prima dell'estate. Consideriamo inoltre inadeguato il fatto che non si sia tenuto conto delle osservazioni delle Regioni e che il decreto attuativo sia un pasticcio che si poteva scongiurare sul nascere, evitando cioè di porre limiti agli incentivi nel decreto legislativo da cui è scaturito. Prendiamo le distanze soprattutto dal fatto che il decreto venga presentato per quello che non è, un successo per l'ambiente, pur avendo apprezzato i tentativi di miglioramento da parte del ministro Prestigiacomo. I toni trionfalistici di alcuni esponenti del Governo sul provvedimento che definisce il quarto Conto Energia ci paiono decisamente fuori luogo - continua il Wwf-. L'Esecutivo sta cercando di drenare i soldi dei consumatori verso altri obiettivi, ancora ignoti, visto che il nucleare è formalmente abbandonato. Le rinnovabili, insieme all'efficienza e al risparmio energetico, devono essere il fulcro della strategia energetica nazionale, sia per assicurare una vera politica di taglio delle emissioni inquinanti, sia per garantire la sicurezza energetica del Paese. Porre oggi dei limiti, come se l'obiettivo europeo non dettasse il minimo, ma il massimo di approvvigionamento da fonti rinnovabili, è decisamente anti-storico».

«Appare inoltre ridicolo che ci si preoccupi dei costi in bolletta per i consumatori, quando ancora non si è riusciti ad eliminare e a quantificare i sussidi ai combustibili fossili attraverso la voce 'assimilate' del CIP6 e le regalie al ‘nucleare che non c'è', che i consumatori erogano ormai da oltre,vent'anni e che hanno raggiunto la cifra di 300 milioni l'anno per la gestione di quanto di radioattivo rimasto nelle vecchie centrali. Figuriamoci i costi nel caso dovessero aggiungersene delle altre».

Il Wwf ribadisce che il fulcro della futura strategia energetica nazionale dovrà essere la nuova economia verde: «Al ministro Romani ricordiamo che uno dei criteri su cui si deve basare oggi una moderna politica energetica è quello ambientale: parlando ieri ad Assoelettrica, si è stranamente dimenticato di citarlo», conclude l'associazione.

Per Paolo Rocco Viscontini, presidente e AD di Enerpoint, tra le prime cinque aziende italiane del settore fotovoltaico, il giudizio è invece favorevole: «Dopo mesi di disinformazione e incertezza dobbiamo far sapere agli italiani che il Conto Energia è tornato, lo scenario normativo è finalmente chiaro e gli incentivi sono equi e consentiranno sin da subito di far ripartire il settore fotovoltaico»

«Nessuna fonte energetica riesce a raggiungere obiettivi così importanti in breve tempo. Gli impianti installati negli ultimi 2-3 anni hanno già permesso di superare la copertura del fabbisogno di energia elettrica del 2% e grazie al 4° Conto Energia potremo arrivare al 10% al 2016. Risultati ancora più importanti nel momento in cui si considera l'indotto che il fotovoltaico genera per il Paese. In particolare - conclude Rocco Viscontini - il Ministero dello Sviluppo Economico ha compreso il ruolo chiave che il fotovoltaico può assumere per lo sviluppo industriale e occupazionale del Paese».

Mentre in diretta dalla fiera-convegno SolarExpo che si sta tenendo a Verona e che ospita 1.400 espositori, Antonio Siano, presidente di Sedna Power Plants, azienda che da anni opera a tutto tondo nel settore delle energie alternative, afferma: «La firma del documento interministeriale è arrivata dopo mesi in cui noi, operanti del settore, siamo rimasti sospesi nell'incertezza, con tutte le conseguenze negative del caso. Valutando questo tipo di Conto Energia, possiamo affermare che l'unica sicurezza ottenuta, riguarda  la previsione di ulteriori ripercussioni negative su tutta la filiera del mercato fotovoltaico italiano.

La paralisi che ha toccato il nostro settore, ci ha spinti a porre stabili basi sul mercato estero e ad ampliare la strategia d'internazionalizzazione. Il primo importante passo è stato aprire Power Plants Bulgaria, ora l'intenzione è quella di affermarci anche nel panorama statunitense».

Filippo Levati, presidente di IFI ha affermato: «Il Comitato Imprese Fotovoltaiche Italiane esprime grande soddisfazione per il riconoscimento da parte del Ministro e delle istituzioni del ruolo che la filiera industriale italiana può ricoprire nello sviluppo del settore. Si tratta di un grande risultato per il neo-costituito Comitato IFI che raggruppa diverse imprese associate a Confindustria e caratterizzate da una produzione nazionale di celle e moduli fotovoltaici. Il governo ha compiuto un passo decisamente importante. E' stato riconosciuto come priorità per il sistema paese il ri-orientamento del sistema degli incentivi al fotovoltaico in una logica di investimento di medio lungo periodo. In questo modo si favorirà lo sviluppo del modello di generazione distribuita e del consumo di energia da fonte fotovoltaica in armonia con altre fonti, ottenendo un necessario controllo del tetto di spesa complessivo. L'impianto del testo nel suo complesso si rivela valido, con un approccio prospettico che potrà consentire al sistema Paese di lavorare nei prossimi anni al consolidamento della propria posizione competitiva a livello globale e contribuire al raggiungimento della grid parity, in armonia con le diverse necessità di bilanciamento del mix energetico».

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