[04/05/2011] News

Qualità dell'aria in Italia: rischio di condanna europea

Una nuova causa è stata introdotta alla Corte di giustizia europea: riguarda l'Italia e la qualità dell'aria nel Bel paese. L'Italia rischia di essere condannata per non aver rispettato i valori limite di Pm10 in numerose aree del territorio italiano.
Sulla base delle relazioni annuali trasmesse per gli anni 2005, 2006 e 2007 la Commissione ha individuato l'esistenza di superamenti dei valori limite di particelle Pm10 di lungo periodo in numerose aree del territorio italiano.

I dati più recenti, riferiti al 2009, indicano una persistenza della situazione di superamento dei valori limite giornalieri e/o annuali in ben 70 zone per la qualità dell'aria in Piemonte, Lombardia, Veneto, Provincia Autonoma di Trento, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia, che le misure necessarie per assicurare il rispetto di tali valori limite non risultano, ad oggi, né attuate né adottate, e che l'Italia non ha trasmesso alla Commissione nuove istanze di deroga.

E' la direttiva (96/62/CE) in materia di valutazione e di gestione della qualità dell'aria ambiente - entrata in vigore il 21 novembre 1996 - che stabilisce l'obbligo per gli Stati membri di presentare relazioni annuali sui valori limite giornalieri e annuali da osservare per le particelle Pm10.

Mentre è la direttiva (99/30/CE) concernente i valori limite di qualità dell'aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo - entrata in vigore il 19 luglio 1999 - che prescrive agli Stati membri di adottare le misure necessarie per garantire il non superamento delle concentrazioni di particelle Pm10 dei valori limite indicati (valore di concentrazione annuale (40 flg/m3) valore di concentrazione giornaliero (50 flg/m3), il cui superamento non deve verificarsi più di 35 volte per anno).

Esiste poi la direttiva (2008/50/CE) relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa (entrata in vigore l'11 giugno 2008). Essa prevede che, se in una determinata zona non è possibile conformarsi ai valori limite per le caratteristiche del sito, le condizioni climatiche o per l'apporto di inquinanti transfrontalieri, uno Stato membro deve notificare alla Commissione detti casi e adeguati piani per le aree che hanno registrato superamenti. 

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