[04/05/2011] News toscana

Le criticità ambientali del padule di Fucecchio evidenziate in uno studio di Arpat

E' stato presentato oggi a Ponte Buggianese, il volume "Valutazione della qualità ambientale del Padule di Fucecchio", a cura di Claudio Coppi e Serena Nesti, del dipartimento provinciale Arpat di Pistoia. Come noto il Padule di Fucecchio, una delle più importanti zone umide a livello nazionale, essendo dislocato vicino ad aree fortemente antropizzate è soggetto a diverse criticità sia dell'intero ecosistema sia della matrice acqua in termini qualitativi e quantitativi.

Per tentare almeno di mitigare alcuni di questi problemi, è stato predisposto un progetto di riorganizzazione del sistema depurativo dell'intera Valdinievole, che prevede la dismissione di molti dei depuratori attualmente in attività, il collettamento di buona parte dei reflui verso l'impianto di Ponte a Cappiano e la realizzazione di un nuovo depuratore nel comune di Ponte Buggianese.

La fase operativa del progetto prenderà il via nei prossimi mesi ed Arpat ha quindi (opportunamente) ritenuto necessario, rendere noti i dati del "punto zero", cioè l'attuale condizione ambientale del padule di Fucecchio prima dei mutamenti che dovrebbero migliorarne il contesto. Lo studio (condotto nel quadriennio 2006-2009) ha interessato 15 punti di campionamento ubicati sia in corrispondenza del cratere palustre e dei corpi idrici che lo delimitano (Fosso del Capannone, Canale del Terzo, Canale Maestro), sia lungo i principali corpi idrici afferenti allo stesso (Pescia di Pescia, Pescia di Collodi, Fosso di Montecarlo, Pescia Nuova, Fosso del Massese, Rio Calderaio, Torrente Nievole).

«Emerge una situazione ambientale globalmente meritevole di attenzione, con alcune postazioni caratterizzate da elementi di pressione specifici- ha spiegato Coppi- Le maggiori criticità sono state registrate nelle postazioni individuate sul Rio Calderaio, il Fosso del Massese e, a seguire, sul Canale del Terzo, ovvero nell'area nord-orientale del comprensorio palustre, dove più intenso risulta l'insediamento abitativo; per specifici inquinanti, sono anche individuabili altre aree ove risulta evidente un localizzazione dei fattori di pressione: i tensioattivi non ionici, usati prevalentemente in ambito industriale, rilevati in via preponderante sul Pescia di Collodi; gli idrocarburi alifatici alogenati, spesso presenti nei reflui delle lavanderie ed in effetti rilevati nell'area ove sappiamo essere più concentrate queste attività; i fitofarmaci (fitosanitari e biocidi), maggiormente presenti nelle aree dove maggiore è l'attività agricola».

Lo studio mette in evidenza diverse criticità che solo in parte potranno essere mitigate attraverso il nuovo sistema di depurazione. E' necessario anche rivedere tutte le attività produttive (comprese quelle agricole) sottese al padule di Fucecchio, che compromettono la qualità dei corpi idrici afferenti, indirizzandole verso la sostenibilità ambientale e chiarire se domani il padule di Fucecchio potrà avere una quantità di risorsa idrica sufficiente a far vivere le biocenosi. «Aver effettuato un monitoraggio così dettagliato come quello descritto in questo rapporto, permette di avere una base conoscitiva con la quale confrontare le situazioni che, nei prossimi anni, si realizzeranno a carico di questo ecosistema» ha concluso Coppi.

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