[29/04/2011] News

Senza parchi niente nuovo governo del territorio (4)

Come hanno notato autorevoli osservatori - si vedano anche alcuni interventi nel libretto del Gruppo di San Rossore su ‘Il rilancio dei parchi'- dinanzi alle difficoltà di portare avanti con determinazione politiche coerenti con il dettato della legge che il centro ha spesso più che sostenuto e incoraggiato sabotato, si è spostato l'asse verso interventi meno indigesti; utili certo ma che più che al parco competevano ad altri. Non si può parlare -io credo- di ‘snaturamento' del ruolo del parco ma di un suo ‘adattamento' al ribasso ai tempi che corrono, si.

E prendersela per questo con i parchi vista e considerata la latitanza per più versi scandalosa del centro non sarebbe neppure giusto sebbene una riflessione critica si imponga a 360 gradi e senza esenzioni di sorta. E' da qui che oggi bisogna ripartire perché a questa perdita o indebolimento di ruolo dei parchi si è giunti per l'inadempienza colpevole di un ministero che da 10 anni manca di una struttura e strumentazione pur prevista e richiesta dalla riforma Bassanini ma mai attuata.

Riflessione che deve impegnare in primis le istituzioni ma anche il movimento ambientalista nella sua più ampia accezione. Non è inopportuno ricordare che la inclusione negli enti parco di rappresentanze ambientaliste premiò con questo meritato riconoscimento il ruolo che l'ambientalismo aveva giocato a sostegno della legge lungo tutto il suo travagliatissimo percorso. Questa presenza è stata talvolta concepita e considerata come di ‘garanzia' se non di ‘supplenza' nei confronti di quella istituzionale soggetta notoriamente -oggi più che mai- agli sbalzi e le contraddizioni della politica e non considerata per questo mai del tutto affidabile.

Ne è derivato in più d'un caso una spinta a gestire in ‘proprio' aspetti della politica dei parchi quasi a volerli sfilare ad una gestione talvolta incerta, esitante e contraddittoria. Nobile intento naturalmente ma non corretto sotto il profilo politico -istituzionale perché non si delegano o si trasferiscono in altre sedi compiti che sono e devono restare del parco se vogliono avere l'efficacia richiesta. Va detto che in più d'un caso anche le regioni hanno ‘ceduto' a questa sollecitazione e tentazione affidando la gestione di progetti a soggetti diversi del parco il che è stato e resta un errore.
La via maestra da battere non è una distribuzione di compiti e competenze fuori dal parco perché il parco quelle cose non riesce ancora a farle o farle bene, ma al contrario quella di fare entrare sempre più i parchi nella nuova rete istituzionale in cui essi debbono poterci immettere tutto il loro potenziale.

Nuova perché oggi anche le istituzioni ordinarie e non speciali -i comuni, le province, le comunità montane dove sopravvivono- hanno comunque acquisito nella gestione del territorio e dell'ambiente ruoli e competenze che nel 91 non avevano. Oggi i parchi debbono perciò sempre più guardare oltre i propri confini per riuscire a sintonizzarsi -entrare in rete appunto- con questa nuova realtà. E' quanto sta facendo attualmente, ad esempio, la provincia di Trento dove le sue aree protette forti e diffuse sono dislocate con un ruolo speciale nella rete provinciale che punta ad un ulteriore consolidamento di sagge e attive politiche di tutela. E' l'esatto contrario di quanto stanno facendo purtroppo altre regioni e a cui rischia di approdare il federalismo fasullo che concepisce il territorio come un cocomero da spartire dove ognuno pensa poi solo a come gustarsi la propria fetta.

I cocomeri si possono affettare ma il territorio specie se protetto o da proteggere no. Si torna così a quel tema della ‘leale collaborazione' che sta sullo stomaco a tanti e specie a chi crede che ogni regione deve vedersela da sola. Ma ben pochi dei problemi di cui stiamo parlando potrebbero essere gestiti seriamente ed efficacemente in questa griglia; vale per lo Stelvio, per le Dolomiti, per il Santuario dei cetacei, per l'Appennino, per le coste, il Po, l'Arno e così via.
A fronte di questa situazione che rischia rapidi aggravamenti sorprende l'indifferenza del ministro e del ministero.

Dicevamo che i tagli finanziari sono un pretesto anche se carico di effetti negativi. Infatti anche Tremonti dice che l'anno prossimo sia pure di poco le cose miglioreremo. La Prestigiacomo invece non paga dei tagli effettuati ribadisce che l'anno prossimo sarà anche peggio senza prendersi neppure la briga di dire perché e cosa dovremmo in ogni caso fare. Ripetere che i parchi devono arrangiarsi e trovarsi i soldi con i biglietti e altre amenità conferma solo l'irresponsabilità e l'incompetenza di un ministro della cui presenza nessuno si è accorto. La vicenda dei parchi a partire dal 91 è stata segnata come ben sappiamo da andamenti non privi di sbandate, errori, esitazioni ma io non ricordo nessun ministro che abbia snobbato con tanta disinvoltura il suo ruolo screditantolo come non era mai accaduto.

Ecco perché il rilancio dei parchi deve partire da una risposta politico-culturale nazionale senza la quale conteremo solo i cocci.
Che possano passare quasi sotto silenzio dichiarazioni come quella del ministro Sacconi che preannuncia e auspica per il nostro litorale interventi a burocrazia zero -insomma con regole- o quelle del ministro Matteoli e della rossa Brambrilla che vogliono spalmare il nostra litorale di porticcioli e campi da golf ben muniti oltre che di 18 buche di tanto cemento per residence e alberghi previsti d'altronde anche per l'Abruzzo terremotato non è un buon segno.

Il grottesco è che in questa situazione ci sia ancora qualcuno che pensa che i tanti guai dei parchi dipendano dalle regole inadeguate e non dalle inadempienze politiche e istituzionali scandalose.
A questo dibattito che stenta a decollare un contributo serio e qualificato ne siamo certi lo darà la Legautonomie che per Settembre sta preparando un evento europeo importante con Francia e Spagna che prenderà avvio a Pisa d'intesa con il Parco regionale di Migliarino, San Rossore Massaciuccoli.
Un appuntamento importante delle e per istituzioni non solo del nostro paese.

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