[29/04/2011] News

“Depotenziamento” del referendum sull’acqua: per il Governo la strada è tutta in salita

Le tensioni nella maggioranza sul caso Libia, i cui sviluppi sono ad oggi imprevedibili, mettono in crisi anche altri "programmi" che il governo aveva pensato per questi giorni. A dire il vero più per "distruggere" che per costruire. Ci riferiamo ovviamente ai referendum e al tentativo ormai palese di farli saltare o di "depotenziarli" attraverso modifiche dell'ultimo minuto. Per il nucleare, se non ci saranno novità eclatanti, dopo l'ok della Camera al correttivo (già approvato dal Senato) che annulla (momentaneamente) il ritorno all'atomo, si dovrà pronunciare il presidente della Repubblica e definitivamente la Corte di Cassazione.

I giochi per Berlusconi (possiamo dire così dopo la sua esternazione in un contesto internazionale) non sono ancora fatti. Ma il governo stava pensando anche di disinnescare con un decreto il referendum sull'acqua. La strada in questo caso per l'esecutivo appare in salita. L'idea è quella di inserire nel decreto sviluppo (che è in notevole ritardo) una norma per trasformare la Conviri (Commissione nazionale di vigilanza sulle risorse idriche) che opera presso il ministero dell'Ambiente,  in un'Agenzia con compiti di regolazione tariffaria sui servizi idrici.

Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo ha dichiarato che serve un apposito soggetto indipendente e autorevole. Probabilmente ha ragione ma questo soggetto deve regolare tutti i settori di utilizzo della risorsa idrica e non solo quello idropotabile che è oggetto del referendum. L'Agenzia tra l'altro non dovrebbe avere solo compiti che attengono alla regolazione tariffaria, ma dovrebbe controllare che la gestione della risorsa idrica, tutta, avvenga secondo il paradigma della sostenibilità ambientale, sociale ed economica. In ogni modo l'agenzia o l'authority non ha nulla a che vedere con i quesiti referendari e se l'intento del governo è quello di neutralizzare il referendum sull'acqua dovrà intervenire con modifiche che riguardano l'art. 15 del decreto legge 135/09 (il famoso Decreto Ronchi) che ha impresso una forte accelerazione nella privatizzazione della gestione del servizio idrico. Ma riteniamo che l'esecutivo (a cui il da fare per l'interesse generale del Paese non dovrebbe mancare) debba far esprimere liberamente i cittadini con il voto referendario senza cercare ulteriori scappatoie. E' "semplicemente" una questione di democrazia.

Torna all'archivio