[28/04/2011] News

Direttiva nitrati: prima di contestarla e modificarla, magari applichiamola

L'attacco portato nei giorni scorsi alla direttiva nitrati dal governatore del Veneto Zaia (Nella foto) e da alcune associazioni datoriali degli agricoltori è parso quanto meno fuori luogo. Ricordiamo che la direttiva nitrati (91/676/CEE) è stata emanata ormai 20 anni fa dall'Unione europea per ridurre e prevenire l'inquinamento delle acque superficiali (fiumi, laghi) e sotterranee (falde) causato dai nitrati di origine agricola attraverso l'introduzione di corrette pratiche di fertilizzazione minerale e organica.

Si tratta di prevenire importanti forme di inquinamento per l'ambiente con impatti sulle biocenosi e di tutelare la salute umana, dato che i nitrati lisciviati in falda se ingeriti attraverso l'acqua, oltre una certa concentrazione, portano a conseguenze gravi per la stessa sopravvivenza dell'uomo. Certo i nitrati non sono prodotti solo dal settore agricolo e le applicazioni regionali della direttiva a partire dall'individuazione delle zone vulnerabili dai nitrati, si possono discutere e rivedere, ma non può essere messo in discussione l'impianto della direttiva stessa e delle sue leggi di recepimento anche perché prima di tutto è necessario mettere in pratica gli adempimenti che la norma prevede.

Ci sono forti ritardi applicativi e anche recenti studi svolti da atenei universitari hanno dimostrato come vi sia ancora oggi, da parte degli imprenditori agricoli, scarsa conoscenza della problematica relativa all'inquinamento delle acque da nitrati di origine agricola, incompleta conoscenza dei fabbisogni nutritivi delle colture (si continua a dare sostanze nutritive in eccesso magari in periodo piovoso) e limitata diffusione dei Piani di concimazione, adempimento da attuare nelle zone vulnerabili da nitrati.

Del resto non affrontando la criticità non è che questa svanisce e proprio le cronache di questi giorni hanno riportato il "problema nutrienti" alla ribalta delle cronache. Sulla costa riminese si è presentato il fenomeno della "marea scura" cioè una proliferazione di micro-alghe (diatomee) dovuta alla presenza di sostanze come azoto e fosforo che veicolate in mare attraverso il Po, hanno dato vita (in combinazione alle alte temperature dei giorni scorsi) a questa fioritura algale straordinaria che ha causato  fenomeni anossici e provocato morie di pesci, molluschi e crostacei. Come ha spiegato Attilio Rinaldi, presidente del centro Ricerche marine di Cesenatico il fenomeno (ora sotto controllo) non si era mai visto nel riminese e specialmente in questo periodo. Nulla a che fare con il problema mucillagini che ha interessato l'Adriatico qualche anno fa, ma è necessario non abbassare la guardia incominciando a rispettare le norme che già ci sono.

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