[28/04/2011] News

Una “liquidatrice” di Fukushima (ma forse tre) con un alto livello di radiazioni interne

Ancora pesce e verdura contaminati dal cesio

Una donna che lavora nella centrale nucleare di Fukushima Daiichi è stata sottoposta a radiazioni oltre 3 volte sopra i limiti di sicurezza. Subito la Tokyo Electric Power Company (Tepco) si è affrettata a dire che «La donna, che ha  50 anni, non ha mostrato problemi di salute in un controllo medico». Secondo la Tepco  «La donna era responsabile della gestione delle forniture ed accompagnava i vigili del fuoco intorno compound  dell'impianto».

La donna avrebbe lavorato a Fukushima Daiichi per 11 giorni dopo il terremoto/tsunami dell'11 marzo ed è stata esposta a 17,55 millisievert di radiazione, più di 3 volte il livello ammissibile per le donne, che è fissato a 5 millisievert per 3 mesi.

La Tepco ha ammesso che «La donna potrebbe avere inalato materiale radioattivo quando si è tolta gli indumenti protettivi, dato che l'esposizione interna di 13,6 millisievert rappresenta gran parte del totale». Dopo il disastro nucleare, il limite per i lavoratori "liquidatori" maschi della centrale nucleare danneggiata è stato portato da 100 a 250 millisievert  all'anno, ma quello per le donne  è stato lasciato invariato a causa delle possibili gravidanze.

Un esame più attento ha rivelato che la donna aveva un'esposizione interna di 13,6 millisievert  ed è venuto fuori che la contaminazione è probabilmente avvenuta in un edificio con un alto livello di sostanze radioattive conseguenti ad un'esplosione di idrogeno avvenuta il 12 marzo. Alla fine la Tepco è stata costretta ad ammette che «Potrebbe avere inalato una parte del materiale radioattivo nell'aria, dato che lei non indossava una maschera protettiva». L'azienda ha, per l'ennesima volta, chiesto scusa per la sua mancanza di precauzioni contro l'esposizione alle radiazioni interne. Anche altre due lavoratrici che erano nello stesso edificio potrebbero avere anche superato il limite di esposizione. Probabilmente le donne non avrebbero nemmeno potuto essere in un luogo così pericoloso e contaminato. 

Un alto funzionario della  Nuclear and industrial safety agency giapponese (Nisa), Hidehiko Nishiyama, ha detto ai giornalisti di essere «Molto dispiaciuto che la donna sia stata esposta a radiazioni eccessive. Abbiamo già rimproverato verbalmente la Tepco e prevediamo un ordine scritto per sapere perché sia successo e per prendere provvedimenti preventivi perché non si ripeta».

Intanto l'incubo nucleare non cessa nemmeno nei dintorni della centrale: limiti di radioattività superi a quelli di sicurezza sono stati rilevati dalla prefettura di Fukushima nel pesce e negli spinaci. I dati  raccolti il 26 aprile  mostrano da 2.600 a 3.200 becquerel per chilogrammo di cesio radioattivo in due campioni di pesci sand lance  pescati al largo della città di Iwaki, un livello da 5 a 6 volte superiore a quello consentito. Negli spinaci raccolti nel villaggio di Otama  il 24 aprile è stata rilevata la presenza di 960 becquerel di cesio, mentre 510 becquerel di cesio sono stati trovati il 25 aprile negli spinaci a Tamura City. Il limite fissato dal governo giapponese per le verdure a foglia è di 500 becquerel.

Il governo ha già vietato la vendita di alcuni tipi di verdure e di pesci provenienti dalla prefettura di Fukushima e ha detto alla popolazione locale di non mangiarli.

Il consiglio per l'istruzione della prefettura di Fukushima  ha distribuito  monitor-detector per le radiazioni  alle scuole ed agli asili. I detector sono già stati consegnati  a 55 strutture educative che vanno dalle scuole materne alle scuole superiori. Alcune scuole elementari e medie della prefettura sono state invitate a limitare le attività all'aperto degli studenti per evitare la possibile esposizione a radiazioni provenienti dalla centrale nucleare Fukushima Daiichi. Diversi insegnanti delle scuole elementari stanno tenendo in registro quotidiano delle radiazioni per avvertire i genitori e tenerli tranquilli Il consiglio per l'istruzione della prefettura raccoglie ogni settimana i  dati relativi alle radiazioni provenienti da scuole ed  asili e riferisce i risultati al ministero dell'istruzione.

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