[17/10/2007] Comunicati

Vigni: «L´ambiente è per il Pd quello che lo stato sociale era per la sinistra»

LIVORNO. Quelli delle primarie di domenica per eleggere il segretario e i membri della costituente del Partito democratico sono risultati che dagli stessi promotori sono stati ritenuti inaspettati. In effetti 3 milioni e 400mila persone che spontaneamente si sono recati alle urne, soprattutto in un momento in cui tutti parlano di clima di “antipolitica”, sono un numero importante. Ma quanti di questi hanno scelto i candidati della lista messa in piedi dagli Ecodem in appoggio a Veltroni? E quanti saranno gli ambientalisti che parteciperanno all’assemblea costituente, che ieri è stata annunciata per il 27 ottobre a Milano? «Da una prima valutazione dei dati nazionali, pur non essendo presenti in tutte le circoscrizioni e tutti i collegi, la lista “Con Veltroni, ambiente, innovazione, lavoro”, ha ottenuto un successo importante con un dato medio che sfiora il 20%, possiamo dirci soddisfatti dell’obiettivo raggiunto» si legge in un comunicato congiunto diffuso dai candidati nella seconda lista a sostegno del sindaco di Roma, con il ministro Giovanna Melandri in testa.

Ma questa soddisfazione è condivisa anche da chi, come Fabrizio Vigni, è stato promotore dell’appello degli ecologisti per il partito democratico, ma che poi ha dovuto partecipare in una lista diversa? Glielo abbiamo chiesto.

Il dato degli scrutini non è ancora definitivo, ma al momento sembrerebbero un centinaio gli ambientalisti eletti nell’assemblea costituente. Soddisfatto?
«Sono soddisfattissimo, arcisoddisfatto per quanto riguarda la partecipazione di milioni di persone e per il largo successo di Veltroni. Molti avevano temuto che il partito democratico fosse una fusione fredda nei mesi scorsi, invece il partito democratico nasce nei migliore dei modi. Per quanto riguarda la presenza degli ecologisti nell’assemblea nazionale e in quelle regionali non abbiamo ancora i dati definitivi e completi ma possiamo affermare che ne faranno parte un numero consistente. Sia eletti nella lista “ambiente, innovazione, lavoro”, sia nelle altre liste che sostenevano Veltroni».

Il fatto che non si potessero esprimere preferenze può avere svantaggiato la presenza degli ambientalisti nelle altre liste, laddove non si è presentata quella “ambiente, innovazione, lavoro” ?
«Non saprei dire, ma credo di no. Anche perché gran parte degli elettori è andata a votare per scegliere il segretario».

Non in tutte le regioni era presente la lista degli ambientalisti, ma le prime stime parlano del 20% come dato nazionale. Mentre in Toscana il dato è al 3%. Si aspettava di più dalla sua regione?
«La Toscana è stata una situazione particolare assieme ad altre regioni, dove si è scelto di presentare la lista “ambiente, innovazione, lavoro” solo in una parte, ovvero in circa la metà dei collegi. Laddove si è presentata ha ottenuto risultati tutto sommato soddisfacenti: è andata abbastanza bene a Pistoia, Montecatini e Pisa, un po’ meno bene negli altri collegi. Ma comunque dovrebbe essere certo il risultato di avere 5 delegati dalla Toscana all’assemblea nazionale. Quindi tutto sommato un buon risultato, cui si aggiungono altri ambientalisti eletti in altre liste».

Da leader del Partito democratico Walter Veltroni ha delineato in una conferenza stampa ieri, un profilo politico-programmatico della sua segreteria in sette punti, ma fra questi l’ambiente non c’è.
Quali saranno le prossime mosse perché venga messo almeno come ottavo punto?

«Contesto la domanda. Quelle che ha fatto ieri Veltroni non erano sette punti programmatici ma sette riflessioni. Al Lingotto aveva detto che l’ambiente sarà la priorità del Partito Democratico e lo ha confermato nell’iniziativa tematica che si è tenuta ad Arezzo. E ha detto espressamente che l’ambiente non sarà un capitolo del programma ma un paradigma che dovrà orientare tutte le politiche. E questo è quanto ha confermato nel commento fatto a caldo domenica sera. Quindi si parte con il piede giusto. Perchè sono convinto che l’ambiente per il partito democratico dovrà essere quello che è stato lo stato sociale per la sinistra nel secolo scorso. Comincia adesso un cammino. Se poi riusciremo a vincerla questa scommessa lo vedremo con il tempo. Ma certo siamo partiti con il piede giusto».

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