[15/10/2007] Comunicati

Bene ecosistema urbano, ma ora serve la contabilità ambientale

LIVORNO. Dire Ecosistema urbano significa una raccolta di informazioni relative a 125 parametri ambientali che riguardano i 106 capoluoghi di provincia italiani: 125mila dati sintetizzati in 26 indicatori sulla qualità ambientale, cui si aggiungono quelli relativi alla capacità di risposta della pubblica amministrazione.
Tutti parametri riconducibili al sistema degli indicatori utilizzati a livello europeo, cosiddetto Dipsir, acronimo che sta a significare: indicatori di impatto (generalmente le attività umane); di pressione (ovvero quanto queste attività incidono sull’ambiente); di stato (la qualità dell’ambiente attuale); di risposta (in pratica quali le politiche messe in atto per migliorare lo stato dell’ambiente).

Sulla base delle risposte ottenute (in molti casi attraverso questionari compilati dai singoli comuni), Legambiente e l’istituto Ambiente e Italia hanno costruito per il quattordicesimo anno consecutivo il rapporto Ecosistema urbano, presentato oggi in anteprima sul sole24ore.

I 26 indicatori tematici (che quest’anno si basano su 57 indicatori primari contro i 36 dello scorso anno) vengono utilizzati per costruire prima degli indici sintetici, sommandoli in maniera ponderata, e per ciascuno di essi ogni città ottiene un punteggio normalizzato da 0 a 100. La classifica finale è poi stilata sulla base di punteggi, assegnati ad ognuno degli indicatori, che può oscillare tra 1,5 e 10, sino ad arrivare a 100. Con alcuni indicatori che hanno un peso maggiore di altri: oltre la metà del sistema dei pesi , il 56%, è concentrato sugli indicatori di risposta, il 27,5 % su quelli di stato e il 16,5% su quelli di pressione.

Il valore 100 rappresenta la prestazione di una ideale città sostenibile. Ed è significativo che la prima in classifica di quest’anno, Belluno, abbia raggiunto un punteggio di 71,40.
Sono circa la metà (53%) le città in cui è stato possibile calcolare tutti i 26 indicatori, mentre il 90% degli indicatori sono stati disponibili per il 75% dei capoluoghi.

Nella classifica dell’indice sintetico riferito al numero di schede inviate e alle risposte fornite dalle pubbliche amministrazioni, Bolzano è al primo posto con Rovigo e Siena (99 punti), mentre Agrigento è all’ultimo (7 punti), staccando di ben 13 punti la penultima che è Catanzaro.

Un lavoro esemplare che oltre a porre i riflettori sullo stato delle città e sulle insufficienti politiche ambientali che le caratterizzano, mette in evidenza un altro dato importante: la necessità che nel nostro paese si faccia un salto di qualità per arrivare ad un vero sistema di contabilità ambientale.
In modo da standardizzare gli indicatori (e su questo Ecosistema urbano ha dato un contributo assai rilevante) ma soprattutto la risposta da parte delle amministrazioni.

Superare quindi il carattere volontario degli uffici della pubblica amministratore nel fornire risposte omogenee su standard e indicatori omogenei, dai comuni alle regioni, passando dalle province, è questione ormai matura.

L’esigenza è infatti quella di avere un sistema unico che permetta di validare le informazioni che arrivano in input dalle amministrazioni da parte di un istituto centralizzato, quale potrebbe essere l’Istat, così da poter effettuare un confronto tra realtà diverse, non soggetto a possibili discrepanze. Possibili quando le modalità di contabilizzare i dati non sono uniformi, come nella nostra amministrazione.

L’implementazione di un sistema di contabilità ambientale a livello nazionale, attraverso un sistema unico di informazione, offrirebbe l’opportunità non solo di avere una lettura attenta dello stato ambientale del territorio urbano e dell’efficienza delle politiche messe in atto per dare risposta alle pressioni ambientali – che grazie all’attività volontaristica di Ecosistema urbano è stato possibile già in questi anni - ma sarebbe anche la strada giusta per passare dall’analisi agli interventi. Con in più la possibilità di monitorare gli effetti che questi interventi hanno prodotto, a fronte degli investimenti che hanno richiesto per la loro realizzazione.

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