[10/10/2007] Rifiuti

Rifiuti di Bagnoli, Il comitato chiede l´ammissibilità del referendum

PIOMBINO (Livorno). L´avevano definito "Una svolta epocale", un accordo, quello sui fanghi di Bagnoli, da cui sarebbe dipeso il futuro di questa città.

Ci sono voluti due mesi di puntuale e argomentata opposizione del Comitato NOfanghi sostenuto da migliaia di cittadini per far emergere una sconcertante verità: Quell´accordo non ha consistenza giuridica (mancano certificazioni, autorizzazioni e valutazioni di impatto ambientale) né finanziaria (non ci sono i tanto decantati 274 milioni di euro) e non ci sono soprattutto le garanzie ambientali (vi ricordate il rilancio della TAP per i trattamenti e nuovi investimenti per tecnologie di disinquinamento? Non se ne parla più). Di quell´accordo distribuito in carta pregiata a colori a ben 18mila famiglie, in piedi non c´è rimasto praticamente NIENTE.

Ora si parla di una "nuova bozza d´accordo", della messa a punto di nuove "garanzie" e ricerca di finanziamenti che per ora non si trovano.
A questo punto, ancora con più forza e determinazione torniamo a chiedere: "Perché si vuole a tutti i costi portare a Piombino la colmata di Bagnoli"? E ancora come chiedono molti cittadini dotati di buon senso " perché se è tutta roba buona non se la tengono loro?"

Noi lo ribadiamo: Nessuno si crei false illusioni: non un chilo di fanghi di Bagnoli deve arrivare a Piombino. Bagnoli ha il diritto di essere bonificata ma altrettanto diritto ne ha Piombino che ogni anno produce un milioni di tonnellate di rifiuti industriali e che ne ha stoccate decine di milioni nella sua area industriale.

E´ ora che l´amministrazione comunale dichiari l´ammissibilità del referendum, nessuna delle ragioni per cui è stato richiesto è venuta meno.

Sarebbe, infine, corretto e democratico che il nascituro Partito Democratico (forza determinante nella maggioranza del governo della città) facesse conoscere ai propri elettori, prima delle "primarie" cosa intende fare sul referendum. Sarebbe grave che il primo atto politico di un partito che si fregia del nome "democratico" fosse la negazione del diritto dei cittadini a dire la loro sull´ambiente, la salute e il futuro della città. Recita uno slogan di un bel manifesto affisso in questi giorni "sono un democratico perciò decido io" speriamo non resti solo uno slogan elettorale.

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