[09/10/2007] Energia

Pier: obiettivi e strumenti ci sono, ma i tempi si allungano

ROSIGNANO (Livorno). Ancora tempi lunghi per l’approvazione definitiva del Piano d’indirizzo energetico della regione Toscana (Pier). Il suo iter formativo inizia una anno fa, nel giugno del 2006, quando il documento preliminare viene presentato in Giunta regionale. In ottobre il Consiglio riceve il documento e il 16 gennaio 2007 lo approva, ma con mozione. Forniva cioè, alcuni indirizzi da seguire per la predisposizione del piano. Adesso il documento intermedio attende di essere approvato in Giunta.
Il Pier è uno strumento di programmazione di fondamentale importanza che le regioni si danno per pianificare le strategie e le politiche da seguire per il settore energetico.

«Il Pier – ha spiegato Simona Signorini, del settore energia della Regione Toscana a Energeticamente la mostra convegno organizzata dal comune di Rosignano Marittimo – intende creare le condizioni perché l’energia rinnovabile si faccia motore dello sviluppo economico nel rispetto dei caratteri tipici del nostro territorio, della salvaguardia ambientale dei nostri paesaggi e delle nostre bellezze storico artistiche. E tutto ciò è possibile attraverso obiettivi generali e specifici, azioni e finanziamenti».

Il Pier infatti – o meglio il documento intermedio – si dà tre obiettivi generali: quello della sostenibilità ambientale, sociale ed economica; quello della sicurezza che corrisponde all’assicurare un approvvigionamento energetico adeguato al fabbisogno regionale e quello dell’efficienza del sistema energetico attraverso il risparmio e la riduzione sulla base del rapporto tra consumi e produzione di energia.

A loro volta gli obiettivi generali sono declinati in altri 7 obiettivi specifici: contribuire alla riduzione di almeno il 20% dei gas serra entro il 2020; portare la quota delle rinnovabili nella produzione di energia al 20% al 2020 e dunque incrementare l’efficienza energetica; favorire la ricerca per le rinnovabili; favorire la diversificazione delle fonti di approvvigionamento di gas metano; favorire la riconversione degli impianti maggiormente inquinanti; migliorare il rendimento energetico degli edifici civili, degli impianti nel settore produttivo, commerciale e dei servizi; favorire la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali ed assicurare la tutela dei consumatori.

E per ciascuno di questi obiettivi sono indicati gli strumenti necessari per la loro realizzazione come bandi, avvisi, audit e qualunque altra forma di selezione promossa a livello regionale, accordi volontari, un protocollo localizzativo oltre che ad attività normative e regolamentari regionali, provinciali e comunali compresi i provvedimenti attuativi della legge regionale 39/03.

La legge prevede le disposizioni in materia di energia, prevede l’elaborazione del Pier e le modalità di attuazione. Il Pier dunque è realizzato in coerenza alla normativa, ha la stessa validità temporale del Piano regionale di sviluppo (Prs) 2006-2010 anche se allinea le proprie previsioni alla data “traguardo” del 2020.

Del resto la Toscana non è riuscita a rispettare gli obiettivi postosi nel vecchio piano energetico ed è forse per questo che la fascia temporale è stata allungata di 10 anni rispetto al Prs. A titolo di esempio possiamo ricordare la situazione dell’eolico toscano: in 7 anni la Toscana è riuscita a realizzaree impianti appena sufficienti per la produzione di appena 30 megawatt a fronte di obiettivi ben più ambiziosi.

Ecco dunque perché, come ha affermato Anna Rita Bramerini neo assessore all’ambiente regionale «il Pier dovrà essere uno strumento snello e non un piano dei sogni, con contenuti e obiettivi chiari e raggiungibili. Un Piano integrato con i piani di settore che agevola il confronto con i cittadini e che agevola le scelte concrete della Regione».

Ma per fare scelte concrete sono necessarie risorse finanziarie. L’offerta di contribuzione pubblica per il settore energia è così distribuita: 6,1 milioni di euro/anno, relativi alla programmazione comunitaria, fino al 2013 (anno di chiusura della stessa) corrispondenti alla quota Ue dello Stato; 9,2 milioni di euro/ anno (previsti dal Prs fino al 2010) quali risorse regionali e comprensive di circa1,5 milioni di euro/anno di cofinanziamento regionale del Programma operativo regionale (Por).
Dunque, questa la teoria: non ci resta altro che aspettare l’approvazione del piano energetico di indirizzo per avere i principi generali di orientamento della politica energetica ai quali gli enti locali dovranno adattarsi.

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