[05/10/2007] Energia

Greenpeace e Legambiente a Pecoraro: «Ferma i tuoi provvedimenti che ostacolano l´eolico»

LIVORNO. I segnali di una crescente irritazione delle due associazioni ambientaliste che più sostengono l’energia eolica c’erano già stati nei giorni scorsi, ma ora Greenpeace e Legambiente prendono carta e penna e scrivono direttamente al ministro dell’ambiente per lamentarsi «delle due norme contro l’eolico» cioè dei decreti proposti da Pecoraro Scanio che secondo gli ambientalisti «rischiano di mortificare lo sviluppo dell’energia pulita».

Si tratta del decreto legge 16 agosto 2006, n.251 in materia di conservazione della fauna selvatica che vieta la realizzazione di impianti nelle zone a protezione speciale (Zps) e il decreto legislativo approvato il 12 Settembre 2007 che impone la Valutazione di Impatto ambientale nazionale per gli impianti eolici di potenza superiore ai 20MW.

Walter Ganapini presidente di Greenpeace e Roberto Della Seta, presidente di Legambiente, mettono in luce «il paradosso di un ministero dell’ambiente che si rende responsabile di provvedimenti contro le fonti rinnovabili» e per questo scrivono al Verde Pecoraro Scanio: «Egregio Ministro le scriviamo in merito ad alcuni recenti provvedimenti che riguardano gli impianti eolici e che rappresentano, a nostro avviso, un segnale molto negativo nella prospettiva di diffusione di questa fonte energetica in Italia. Entrambe le norme sono figlie del ministero dell’ambiente. Per quanto riguarda il primo provvedimento non si comprendono le ragioni poiché per l’eolico è infatti individuata una procedura cautelativa “speciale” oltre quanto previsto per ogni tipo di impianti. E comunque la valutazione d’incidenza deve essere basata su un monitoraggio dell’avifauna presente nel sito interessato di durata compatibile con il ciclo biologico della stessa e la realizzazione dell’intervento è subordinata a conforme e obbligatorio parere dell’Istituto nazionale per la fauna selvatica (Infs)».

E visto che gli impianti eolici previsti nelle Zps sono pochissimi «questa scelta appare più ideologica che pratica e quindi incomprensibile». Ma Greenpeace e Legambiente sono molto più preoccupate per l’obbligo di procedura Via «che non ha eguali in Europa e che esautora le regioni da una procedura che le era stata affidata per legge nella valutazione di tutti gli impianti da fonti rinnovabili».

Per Della Seta e Ganapini «L’eolico rappresenta la fonte energetica rinnovabile più competitiva da un punto di vista tecnologico e quella con maggiori capacità di diffusione a livello internazionale, con importanti potenzialità per un Paese come l’Italia che fatica a raggiungere risultati al pari di altri Paesi europei nella diffusione delle fonti energetiche pulite e nella riduzione delle emissioni di CO2. Siamo convinti dell’importanza di una diffusione dell’eolico che sia attenta alla tutela dei valori ambientali e dell’avifauna, ed è per questo che da tempo chiediamo l’approvazione delle linee guida previste dal DL 387/2003 che permetterebbero per l’eolico, come per tutte le fonti rinnovabili, di avere finalmente un quadro unitario e coerente di regole nazionali».

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