[03/10/2007] Parchi

La brutta fiaba dei tre orsi marsicani

LIVORNO. Sono tre, e non due come sembrava all’inizio, gli orsi con tutta probabilità avvelenati a Gioia dei Marsi, all’interno del parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Un episodio che sta sollevando profonda emozione, anche per l’immagine “buona” che l’orso si è conquistato negli ultimi anni, tanto che i commentatori ne parlano come un vero e proprio “assassinio”, quasi la traduzione horror, e al contrario, della fiaba di Riccioli d’oro e della famiglia dei tre orsi.

La Lega italiana protezione uccelli (Lipu) lancia un SOS fauna selvatica in Abruzzo: «Gli esemplari di orso bruno morsicano, una specie di eccezionale valore simbolico ed ecologico, ancora presenti nell’area protetta sono ridotti a poche decine – dice Fulvio Mamone che rappresenta la Lipu nel direttivo del parco - e i decessi di questi giorni possono mettere a rischio la sopravvivenza della specie. Abbiamo chiesto con successo al coordinatore regionale del Corpo forestale dello Stato Davide De Laurentis il massimo supporto all’attività investigativa che stanno svolgendo i guardiaparco del parco nazionale d’Abruzzo, chiedendo di affiancare a questi ultimi ulteriori pattuglie del Corpo forestale, così da rendere più incisive e celeri le operazioni di individuazione delle responsabilità legate alla morte dei tre orsi».
Anche il presidente nazionale della Lipu Tallone si dice preoccupato «per quanto successo in questi due giorni e in attesa di conoscere la causa della morte degli orsi abbiamo deciso che, nel caso in cui vengano individuate delle responsabilità dirette, l’associazione si presenterà parte civile nei futuri procedimenti giudiziari».

Federparchi parla di «triplice delitto che costituisce una perdita incalcolabile. Non solo a carico del patrimonio faunistico nazionale, che il sistema delle aree protette cerca quotidianamente di preservare con impegno e fatica, ma di tutto il “sistema Paese”, per il quale gli orsi del parco d´Abruzzo rappresentano un patrimonio dal valore inestimabile, al pari dei beni storici e artistici. Eppure, spesso è solo in circostanze tragiche come questa che si riconosce l´importanza del lavoro di salvaguardia e conservazione che i parchi italiani svolgono tra mille difficoltà. Un lavoro che, come in questo caso, può essere vanificato in un attimo dal gesto criminale di pochi incoscienti».

Quasi una risposta al vibrante j’accuse che ieri il Wwf ha rivolto a istituzioni, parchi e governo.
«Dopo gli incendi della scorsa estate – dice Federparchi - che hanno preso di mira soprattutto le aree naturali protette, la strage degli orsi in Abruzzo conferma che chi lavora per tutelare l´ambiente e le risorse naturali si trova a fronteggiare una vera e propria emergenza criminale. Una minaccia che interessa tutto il Paese, soprattutto ora che i cambiamenti climatici e altri fenomeni globali mettono a rischio i delicati equilibri degli ecosistemi che ci ospitano».

Preoccupazioni condivise dalla Lega antivivisezione: «Il fenomeno degli avvelenamenti di animali è una vera e propria emergenza criminale, purtroppo diffusa in alcuni ambienti, come quello dei cacciatori, dei pastori e dei cercatori di tartufi – spiega Massimo Vitturi, responsabile Lav per la caccia e la fauna selvatica - chiediamo ai ministri dell’Interno e delle politiche agricole di garantire maggiori mezzi e uomini alle sezioni specializzate del Corpo forestale dello Stato che sul territorio svolgono un complesso e sempre più richiesto lavoro. E’ necessario rafforzare il sistema di controlli sulla vendita di veleni, facilmente reperibili in commercio, e il cui spargimento a fini criminali rappresenta anche un vero e proprio pericolo pubblico che deve essere contrastato con la massima severità - prosegue Vitturi - Gli orsi sono peraltro animali particolarmente protetti: la loro uccisione è un crimine commesso non solo a danno degli animali, ma anche a danno dell’ambiente e di tutti i suoi abitanti».

Anche la Lav sta valutando se costituirsi parte civile contro i presunti responsabili dell’uccisione degli orsi e ricorda che legge 157/92 sulla caccia prevede l’arresto da 3 mesi a 1 anno e l’ammenda fino a 6 mila euro per l’uccisione di orsi.

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