[02/10/2007] Comunicati

La Cina, la sabbia e il colabrodo

LIVORNO. In Cina la desertificazione è un problema gravissimo: il 18,2% del Paese, più di 1,7 milioni di kmq, èo classificato come desertico e l´area si sta espandendo sempre più velocemente: 3.464 kmq in un anno, rispetto ai 2460 del 1994. Anche se negli ultimi 4 anni 730 ettari di terre coltivate, marginali ed esauste, sono stati convertiti in foreste, sta diventando sempre più difficile tenere sotto controllo le tempeste di polvere e sabbia che stanno danneggiando anche tratti della Grande Muraglia e che spesso colpiscono la città, tanto che per gli abitanti di 6 distretti periferici di Pechino sono stati previsti addirittura trasferimenti in "zone più sicure".

Secondo fonti governative, dal 2000, sono stati spesi 56 miliardi per contrastare l’avanzata del deserto in più di 70 contee e distretti, tra cui Pechino, Hebei Shanxi e Tianjin. Le statistiche governative dicono che i deserti Cinesi arretrano di 7.585 km2 ogni anno grazie agli sforzi di governi e popolazioni locali, ma, almeno fino al 2000, aumentavano ancora di più: ingoiano ogni anno 10.400 km2 di terre marginali coltivabili. Una specie di estenuante esercizio in perdita, come togliere la sabbia da una spiaggia con un colabrodo.

Anche secondo il primo ministro Wen Jiabao «La Cina deve fare tutti gli sforzi possibili per controllare la desertificazione e l’insabbiamento e ristabilire il sistema ecologico». Wen Jiabao ha visitato il distretto di Minqin, la sola oasi che sorge tra i deserti di Tengger e Badain Jaran, e la provincia del Gansu, nella Cina nordoccidentale.

«Dobbiamo vincere “la battaglia per Minqin´” – ha detto il primo ministro cinese – e non lasciarla sparire dalla carta geografica», poi si è rivolto agli amministratori locali e regionali incitandoli a proteggere i ghiacciai del monte Qilianshan, a regolamentare l’uso dell’acqua ed a piantare alberi. «Wen – riferisce l’agenzia Xinhua - ha anche presieduto una riunione con esperti, impiegati modello ed ufficiali locali per discutere delle misure da prendere al fine di limitare la desertificazione».

La protezione ecologica dell’oasi di Minqin dovrebbe comunque far parte di un progetto nazionale con intenti dimostrativi e di comprensione del pericolo per un controllo generale della desertificazione in Cina.
«Se riusciremo a ristabilire l’oasi a Minqin – ha affermato Wen Jiabao – noi avremo la capacità di tenere sotto controllo tutte le terre desertificate». Insomma, un’opera simbolo, e anche forse un po’ propagandistica, per guardare con maggiore fiducia al futuro che richiederebbe più terra fertile e non deserti.

La visita del primo ministro, alla vigilia di un attesissimo congresso del partito comunista cinese ed in coincidenza con la festa nazionale che ricorda la vittoria della Repubblica popolare, ha un forte valore simbolico, visto che avviene in uno dei luoghi dove le tempeste di sabbia hanno la loro origine e che il bacino idrico di Hongyashan di Minqin, che subisce un sovrasfruttamento delle sue risorse, ha un ruolo vitale nella prevenzione della desertificazione per l’intera regione. Qui il governo è dovuto intervenire pesantemente, spostando a più di 100 chilometri di distanza interi villaggi per ridurre la pressione sulle risorse idriche.

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