[02/10/2007] Comunicati

Finanziaria e contabilità ambientale: l´analisi di Paolo Cento

LIVORNO. Nella finanziaria 2008-2011, che domani inizierà il suo iter parlamentare dal Senato, i fondi per l’ambiente sicuramente ci sono. Si confermano i fondi già decisi nella finanziaria dello scorso anno - i 600 milioni per Kyoto o i 530 per il dissesto idrogeologico - si confermano gli sgravi fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici, si inseriscono soldi per aree verdi destinata alla riqualificazione delle città in grave crisi ambientale.

Ma non si intravede tuttavia una vera svolta che sarebbe stata invece necessaria per contrastare seriamente l’aumento delle concentrazioni in atmosfera di CO2 e i conseguenti effetti sul clima. Per non parlare del fatto che si continuano ad ignorare sistematicamente i flussi di materia. Perché è proprio in una legge finanziaria che si dovrebbero inserire almeno i prodromi di una riconversione ecologica dell’economia. Se non lì dove? Si era parlato ad esempio di inserire in finanziaria un provvedimento per far partire la sperimentazione della contabilità ambientale in attesa della delega al governo per scrivere un testo di legge ad hoc. Sarebbe addirittura stato interessante provare a farla sulla legge finanziaria una sperimentazione di contabilità ambientale, per verificare di quanto i provvedimenti inseriti spostino l’ago della bilancia in favore della sostenibilità oppure no.

Ne abbiamo parlato con il sottosegretario al Ministero dell’economia e della finanza, Paolo Cento (Nella foto), che tra l’altro presiede la Commissione per la contabilità ambientale, insediata a dicembre, con l’obiettivo di predisporre lo schema di un disegno di legge per l´introduzione di un sistema di bilancio e contabilità ambientale.

On. Cento, si era parlato di inserire la sperimentazione della contabilità ambientale in finanziaria, ma nel testo varato dal governo non si trova. Che fine ha fatto quel progetto?
«La novità è che il disegno di legge delega è stato approvato dal consiglio dei Ministri e adesso è alla conferenza stato regioni per il parere. Ma già in finanziaria si è cercato di inserire questo approccio, certo non vi è ancora una vera contabilità ambientale, ma una riorganizzazione della legge finanziaria verso questa direzione c’è stata. Non vi è più infatti una settorializzazione delle risorse destinate all’ambiente, ma sono state collocate su vari articolati che riguardano diversi settori. La novità più rilevante è sul patrimonio boschivo dove si prevede di piantare 1 milione di alberi per poter contrastare le emissioni di Co2».

E qual è l’articolo che ne parla?
«Quello relativo alla Tutela della biodiversità e la tutela del patrimonio boschivo, che prevede anche un inventario sul patrimonio arboreo attuale per poter prevedere prossimi interventi».

Sicuramente misure e fondi per l’ambiente ci sono, ma non le sembra che comunque in questa finanziaria manchi ancora un vero approccio ambientalista?
«E’ vero, ancora questo approccio non c’è. Quello che si trova sono piccoli segnali, ma sono significativi passi avanti in questa direzione. Purtroppo manca ancora una cultura diffusa in tal senso e il più grande elemento di contraddizione è che i vari ministeri fanno battaglia per avere assegnati maggiori risorse, anche per l’ambiente. Ma il punto non sta nell’avere più risorse, quanto invece nel riuscire a razionalizzare la spesa pubblica e ridurre i costi intervenendo proprio con un approccio ambientalista. E’ una cultura che comincia ad affacciarsi ma siamo comunque in ritardo, dato che è anche l’Europa che spinge in tal senso. Siamo ben lontani da quanto si prevede di fare con il decreto delega sulla contabilità ambientale, ma stiamo comunque facendo un’operazione di bilancio rispetto agli impegni di Kyoto».

Vuol dire un bilancio ambientale di quanto inciderà questa finanziaria rispetto agli obiettivi di Kyoto per frenare i cambiamenti climatici?
«Sì, ci stiamo lavorando e aggiorneremo poi il bilancio sulla base delle modifiche che verranno fatte nel corso dell’iter parlamentare».

Oltre a quanto previsto nel testo della legge finanziaria, vi sarà anche un collegato verde per inserire le misure previste nel collegato al Dpef?
«Sinceramente preferiamo un approccio non settoriale perché è la contraddizione più evidente rispetto a quanto invece serve. L’approccio deve invece essere trasversale e riguardare le politiche nel loro complesso. Se ci sarà un collegato relativo alle norme, faremo in modo che sia quello molto verde, che all’interno di quello si affrontino in maniera complessiva le tematiche ambientali. Non ci piacciono le riserve indiane, quando si parla di misure per l’ambiente, è un approccio che dobbiamo cercare di superare».

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