[01/10/2007] Comunicati

Lo spirito di New York porta a Bali, non a Washington

LIVORNO. Dopo il flop politico della riunione dei più grandi produttori e inquinatori del mondo convocati da Bush a Washington, il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon rilancia quello che ormai chiama «lo spirito di New York», cioè della conferenza di alto livello degli 80 Capi di Stato e 150 Paesi, per sostenere il percorso verso la Conferenza di Bali. «A partire da oggi – ha detto in un convegno promosso dall´International Herald Tribune - la questione dei cambiamenti climatici non sarà più principalmente una preoccupazione ambientale. E’ divenuta una questione strategica, una questione politica centrale per tutti i governi del pianeta. Questo rappresenta una svolta con implicazioni considerevoli».

Ban Ki-moon si fa forte degli interventi dei rappresentanti dei Paesi in via di sviluppo all’Assemblea generale dell’Onu, dei piccoli e poveri che sono più numerosi dei grandi invitati da Bush e che reclamano che la lotta contro i cambiamenti climatici sia caricata, in primo luogo, sulle spalle dei Paesi ricchi che hanno approfittato finora dell’aumento delle emissioni di gas serra e chiedono un’assistenza specifica per riuscire a contrastare il global warming che li colpisce.

«In quanto questione politica – dice il segretario generale dell’Onu – i cambiamenti climatici sono subito strettamente legati allo sviluppo economico. La Banca Mondiale e il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo vogliono cominciare ad esplorare le maniere per finanziare programmi contro l’inquinamento e per migliorare il rendimento energetico nei Paesi in via di sviluppo. La creazione di un fondo d’adattamento é stata evocata, all’interno dell’obiettivo di completare l’assistenza internazionale con fondi legati ai cambiamenti climatici che possano servire al mondo intero e non solo ai Paesi che li mettono in campo. Gli incitamenti al commercio ed al trasferimento di tecnologie faranno parte dell’equazione. I Paesi ricchi devono offrire incoraggiamenti ai più poveri per prendere misure che servano a tutti».

Ban ki-moon ha ignorato il summit dei potenti di Washington ma ha citato come esempio virtuoso da seguire l´accordo concluso la scorsa settimana dai firmatari del Protocollo di Montreal che si impegnano ad accelerare il blocco e l’eliminazione degli idroclorofluorocarburi che riducono lo strato di ozono e favoriscono i cambiamenti climatici.

«I governi – ha detto il segretario generale, indicando la road-map verso Bali e per il dopo – continueranno ad adottare le loro soluzioni: limiti obbligatori sulle emissioni e meccanismi come il mercato del carbonio e tecnologie per migliorare l’efficienza energetica e fare economia di energia. Questo è normale, c’è più di una strada che porta a Roma», ma per Ban Ki-moon l´importante è che tutti gli Stati membri dell’Onu che parteciperanno alla Conferenza di Bali sui cambiamenti climatici siano consapevoli «che le politiche nazionali saranno coordinate nel quadro della Nazioni Unite». Come dire che anche Bush e i suoi alleati dovranno comunque adeguarsi.

Torna all'archivio