[27/09/2007] Rifiuti

Impianto Selvapiana, Nigi risponde alle associazioni ambientaliste

FIRENZE. Legambiente, Wwf e Italia Nostra preoccupate per l’ampliamento del termovalorizzatore di Selvapiana e per gli impatti del tracciato della nuova SS 67, scrivono al presidente della provincia e ai sindaci di Rufina e Pontassieve avanzando considerazioni critiche.

La risposta arriva dall’assessore provinciale all’ambiente Luigi Nigi che su Selvapiana fa osservare «il Piano territoriale di coordinamento provinciale riconosce l’impianto e lo individua come Servizio ad attrezzatura di livello provinciale o regionale, mentre il Piano provinciale di gestione dei rifiuti urbani e assimilati ne prevede l’ampliamento fin dall’inizio». Per quanto attiene il riferimento alla vicinanza con l’area di Monte Giovi riportato dalle associazioni ambientaliste l’assessore sottolinea come l’area sia distante e in un contesto diverso rispetto al fondovalle della Sieve, dove è localizzato l’impianto.

Nigi fa poi il punto sull’iter amministrativo e ricorda le scelte politiche dell’amministrazione provinciale: «La procedura di valutazione di impatto ambientale del progetto di ampliamento è attualmente ancora in corso ormai da oltre un anno e in essa sono presi in considerazione tutti gli aspetti critici che il progetto comporta. Sotto il profilo della scelta generale le considerazioni di questa amministrazione non sono cambiate: riteniamo che sostituire e ampliare l’impianto di Rufina, concepito e realizzato negli anni ’70, con un impianto di ultima generazione, sia una buona soluzione che contribuisce a risolvere le esigenze provinciali di trattamento dei rifiuti urbani e può rappresentare un’opportunità di parziale recupero dell’area in cui è localizzato, se concepito in modo da rendere minimo e non rilevante l’impatto riguardo ad emissioni, cattivi odori, rumori ed anche inserimento visivo nel paesaggio. Siamo altresì convinti - continua Nigi - come dimostrano la stragrande maggioranza delle esperienze italiane ed europee, che il corretto inserimento, insieme alla qualità dell’impianto e del controllo, non potranno incidere sull’offerta turistica e neppure sulle produzioni di qualità. Ci spinge infine il dovere di decidere perché ogni ritardo avvicina inesorabilmente i territori e le popolazioni della provincia di Firenze a contesti economici e ambientali di emergenza».

L’assessore risponde poi seccamente per quanto attiene la variante alla Strada statale 67 (che corre vicino all’alveo del fiume Sieve) nel tratto San Francesco-Dicomano e conferma «la validità di una decisione che pone fine al tormento annoso di intere popolazioni residenti negli abitati di Rufina, Scopeti, Casini e negli altri attraversati attualmente dalla strada, che con la variante potranno beneficiare di consistenti miglioramenti della qualità dell’aria, di abbattimenti del rumore, per non parlare della riduzione di incidenti. A nostro avviso associazioni ambientali responsabili dovrebbero tener conto del significativo livello di abbattimento dei fattori inquinanti come dimostrato dai modelli di simulazione presentati insieme al progetto, e del conseguente miglioramento delle condizioni di vivibilità degli abitanti, nonché di ulteriori opportunità per le attività produttive».

Nigi richiama poi il Ptc e la procedura di Via «la tipologia dell’intervento non rientra fra quelle esplicitamente incompatibili con il Piano territoriale di coordinamento e tali da giustificare a priori la non approvazione del progetto. L’occasione per esaminare attentamente la fattibilità alla luce di tutte le componenti (ambientale, paesaggistica, idraulica, ecc) è costituita proprio dal procedimento di valutazione ambientale. Tale procedimento si svolge attraverso uno scambio di valutazioni e di contributi e l’emergere di problematiche specifiche, come quelle sollevate da Arpat e dall’ Autorità di bacino - conclude l’assessore Nigi - è da tenersi come elemento di riflessione del tavolo di confronto che si è costituito».

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