[24/09/2007] Energia

Una piattaforma tecnologica per affrontare i problemi del nucleare europeo

BRUXELLES. Mentre in Italia impazza il dibattito sul nucleare, anche l’Unione Europea guarda al futuro di questa discussa fonte energetica, visto che il consumo mondiale di energia dovrebbe raddoppiare tra il 2000 e il 2050, e che l’energia nucleare fornisce un terzo dell’elettricità dell’Ue.
Per preparare il futuro, ma anche per mantenere la leardership in questo settore, a Bruxelles è stata messa in campo una piattaforma per l’energia nucleare sostenibile che punta a riunire ricercatori ed imprese per realizzare un’agenda strategica di ricerca e di sviluppo. Una piattaforma tecnologica che dovrebbe incoraggiare una nuova misura, interamente integrata, in materia di ricerca in Europa che dovrebbe far parte del Piano strategico europeo per le tecnologie energetiche in via di elaborazione da parte della Commissione Ue.

«Per i Paesi che fanno la scelta del nucleare – spiega Janez Potočnik, commissario europeo per la scienza e la ricerca - questa energia contribuirà per una gran parte alla soluzione dei problemi della sicurezza dell’approvvigionamento e della riduzione dei gas serra. E’ chiaro che per quel che concerne l’energia nucleare, dobbiamo rispondere a due preoccupazioni importanti: garantire la sua competitività economica, ma soprattutto renderla il più neutro possibile sul piano dell’ambiente e dell’eredità che trasmetteremo alle generazioni future. La ricerca può fornire una risposta a queste preoccupazioni, soprattutto per quel che riguarda l’innovazione e la prossima generazione di centrali nucleari, con una sicurezza ed un’efficacia accresciute, una riduzione notevole di rifiuti nucleari e soluzioni di riciclaggio e di stoccaggio sostenibili».

La piattaforma tecnologica europea riunisce tutte le parti interessate all’energia nucleare per mettere in opera le loro idee per lo sviluppo futuro del settore e determinare quali ricerche siano necessarie per metterle in pratica. Fornirà raccomandazioni e consigli di specialisti alla Commissione europea ed ai governi nazionali per aiutarli a definire ed a concentrare gli sforzi ed i finanziamenti su priorità che siano oggetto di un consenso su scala comunitaria. «Questo – dice la Commissione Ue – rafforzerà la base scientifica dell’Europa ed inciterà al dialogo su problemi cruciali come la gestione delle scorie, la sicurezza e la protezione delle popolazioni per quel che riguarda i rischi radiologici, un passo essenziale per mostrare all’opinione pubblica che questi problemi sono trattati in maniera adeguata».

Alla riunione di presentazione della piattaforma tecnologica ha partecipato anche Alaing Bugat, il direttore generale del Commissariat à l’énergie atomique français, rappresentante del Paese europeo che più ha investito nell’atomo civile e militare, ma che recentemente si è messo alla testa degli Stati che più premono sull’Iran perché non sviluppi il nucleare civile che ritengono pericoloso perché temono che possa servire per realizzare quelle testate atomiche che Parigi possiede da decenni e la cui potenza è stata testata nei magnifici atolli della Polinesia Francese, sollevando le vibrate proteste di molti Paesi, tra i quali l’Australia, il più grande venditore di uranio al mondo, grazie alle sue risorse che rappresentano il 40% dì quelle dell’intero Pianeta.

Quando si parla di nucleare, le contraddizioni sono sempre in agguato, forse per questo l’Ue cerca di affrontare quelle finora irrisolte con un approccio tecnico che però non risolve certo i problemi politici colossali, la diffidenza e la contrarietà di gran parte dell’opinione pubblica, che attraversano i vari Paesi dell’Unione Europea.

Torna all'archivio