[19/09/2007] Acqua

Dighe dell´Arno, Roggiolani (Verdi): «Sfanghiamole»

FIRENZE. I Verdi puntano decisamente allo sfangamento delle due grandi dighe situate sull’asta principale dell’Arno. A spiegarne i motivi è il consigliere regionale dei Verdi per l’Unione Fabio Roggiolani (Nela foto). «Con l’assessore regionale alla difesa del suolo e servizio idrico, Marco Betti, e quello della provincia di Arezzo, Angelo Maria Cardone, ho visitato stamani l’interno della diga di Levane rilevando che questa è ormai occupata da fanghi per due terzi della sua capacità. Abbiamo inoltre anche visto la diga di La Penna - continua Roggiolani - e ci siamo recati a Ponte Buriano dove vi è stata una campagna di carotaggio dell’Arpat aretina che ha potuto stabilire con precisione che i “fanghi” depositati non sono materiali inquinati. Anzi è stato stabilito che le sabbie possono essere riutilizzate in edilizia ed i limi addirittura per il restauro: sono quindi una risorsa che può e deve essere impiegata. Si tratta in tutto di sei milioni di metri cubi di materiali preziosi e sfangare le dighe rappresenta un’azione strategica per la Toscana».

Sicuramente attenzione a questa proposta sarà rivolta dal mondo dei cavatori che potrebbero riutilizzare questo materiale. Nello stesso tempo potrebbero essere rivisti alcuni progetti di escavo nell’area naturale della Bandella (su cui i Verdi sono contrari).

«Ricordo – ha concluso Roggiolani – che con lo sfangamento delle dighe si ottengono tre risultati: ridare una piena capacità di laminazione alle dighe per un loro intero utilizzo idroelettrico; una nuova capacità di trasporto solido del fiume Arno con il risultato di portare materiale alle coste e dare un contributo così contro l’erosione costiera; ridare una grande capacità di depurazione al fiume che i materiali fangosi riducono di molto». Lo sfangamento delle dighe talvolta ha creato grossi impatti agli ecosistemi fluviali nei tratti a valle perché queste operazioni spesso sono state eseguite in forma scorretta dai gestori. Notte tempo i materiali spesso sono stati riversati nei fiumi causandone la morte biologica per lunghi tratti. Ovviamente con questa operazione si risparmiano i soldi dello smaltimento. Non è certamente il caso in esame.

L’operazione ci pare plausibile e interessante (anche se delicata), con i materiali tra l’altro non inquinati, da avviare al riuso. Sicuramente le dighe acquisterebbero maggiore capacità di invaso e sarebbero più efficienti per gli usi a cui sono destinate (laminazione delle piene, idroelettrico). Meno chiari (almeno da quello che ci è dato capire) gli altri vantaggi citati dal consigliere dei Verdi (trasporto solido, e depurazione) che coinvolgono processi più complessi, su scala vasta.

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