[17/09/2007] Parchi

Clima, qualcuno si ricorda cosa prescrive la legge sul mare vigente dell´82?

PISA. Ha senz’altro ragione Parigi (vedi link) a dire che oggi il dibattito sul Pit e il resto non può riguardare soltanto le istituzioni perché anche altri hanno - eccome - diritto di far sentire la loro voce. Ridotta all’osso la questione è se le voci che finora abbiamo sentito sull’uno e sull’altro fronte sono all’altezza della posta in gioco. Io penso di no. Quella dei comitati pur depurata da qualche eccesso rimane prevalentemente ancorata a singole vicende che difficilmente riescono - almeno finora - a raccordarsi ad un impegno e ad una riflessione meno casereccia ancorchè legittima.

Un esempio è sicuramente il tema delle energie rinnovabili in cui eolico, biomasse, rifiuti, gas e così via procedono ognuno per conto suo. Ma io ritengo che anche la voce istituzionale non sia finora riuscita a farsi sentire e valere con la chiarezza, determinazione e efficacia necessarie. Che per essere efficace - come sottolinea giustamente Parigi - deve coinvolgere tutti i livelli istituzionali perché essa possa corrispondere alla reale dimensione dei problemi. La filiera di cui si parla tanto deve rispondere al principio di adeguatezza che non sempre è dato dai singoli livelli comunali ma neppure provinciali o regionali. E’ così per i parchi nazionali e regionali, è così per i bacini idrografici etc.

Si tratta in sostanza delle cosiddette pianificazioni speciali che nel dibattito toscano (ma no solo) continuano a brillare per la loro assenza. Parigi si chiede se è il momento - dopo i pericoli corsi con la proposta Lupi - di passare al superamento della legge del 42. Sul sito Eddymburg – dove stranamente non sono riuscito mai a interloquire - si sta discutendo con interventi di Vezio de Lucia e altri se una nuova legge sul governo del territorio oggi sia una priorità. Non voglio entrare in questa contesa che riguarda fra l’altro i difficili calendari parlamentari in particolare al Senato. Certo è, specialmente dopo la presentazione a luglio al Senato del testo Ronchi che si affianca ad un testo precedente patrocinato da Eddyburg che come dice De Lucia non dovrebbe essere difficile raccordare, mi chiedo se proprio in vista anche del nuovo Codice delle autonomie questo dibattito sia più che opportuno necessario e non soltanto in parlamento.

E una delle ragioni - non certo la sola ovviamente - è proprio il posto e il ruolo di quelle pianificazioni speciali che nei testi citati sono presenti ma nel dibattito attualmente in corso anche in Toscana no.

Il ministro Pecoraro Scanio ma anche il coordinatore delle Regioni alla Conferenza del clima Tommasi hanno entrambi sottolineato dinanzi agli effetti perversi che già registrano i nostri mari che occorre mettere mano ad un piano delle coste. Ma qualcuno ricorda che c’è ed è ancora in vigore una legge dell’82, la cosiddetta legge sul mare che lo prescriveva? Possibile che quella legge anche al ministero la si ricordi unicamente quando si tratta delle commissioni di riserva per le aree marine protette che sono uno spreco finanziario e un assurdo istituzionale?

Ecco perché servono interventi e progetti che in questi come in altri casi difficilmente sono comprimibili o riconducibili solo a quei livelli istituzionali che mancano di quella ‘adeguatezza’ di cui parla la legge. Una adeguatezza che risiede appunto in quelle pianificazioni speciali in grado di offrire anche alla frammentazione comunale validi ed efficaci riferimenti che ne aiutino quella aggregazione prevista anche dalla legge ma che per funzionare non può esaurirsi in vincoli settoriali. Rispetto all’82 anche per le coste sono cambiate molte cose anche sul piano normativo, ad esempio, comunitario con i siti e così via che arricchiscono il quadro evidenziando peraltro anche limiti di cui pochi parlano.

Su questi e altri temi di grande attualità la Legautonomie toscana ha promosso per il 12 ottobre un appuntamento alla provincia di Pisa a cui è stato invitato il nuovo assessore regionale Betti. Nell’occasiome sarà presentato anche un libro della Collana Ets edito con la legautonomie su ‘Parchi e istituzioni; novità e rischi’ che guarda anche alla vicenda nazionale. Una buona occasione non solo per Parigi per approfondire il discorso.

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