[17/09/2007] Parchi

I Parchi in Toscana

PISA. C’è preoccupazione come abbiamo detto qualche giorno fa per i ritardi sempre meno comprensibili e giustificati nelle designazioni per il parco delle foreste casentinesi.
Ma in Toscana le situazioni di disagio e di inspiegabili silenzi sono piuttosto numerose anche se pochi sembrano preoccuparsene e soprattutto interessarsene. Vogliamo citarne alcune rivolgendoci in particolare al nuovo assessore regionale oltre che alle altre istituzioni interessate sperando di avere qualche segnale rassicurante che finora purtroppo è mancato.

Delle Foreste Casentinesi abbiamo detto ma va aggiunto che in quel parco interregionale è aperto il discorso del piano che non può e non deve fare la fine di altri piani di parchi nazionali finiti da tempo chissà in quale cassetto regionale. Di sicuro merita qualche (amara) riflessione la vicenda di Montichiello dove dopo tanto accanimento terapeutico nessuno sembra chiedersi cosa deve fare o cosa si deve fare dell’ Anpil abnorme mai citata e bellamente ignorata.

I comuni della Val d’Orcia con la provincia e la regione che l’hanno istituita cosa vogliono farne e cosa vogliono fare in quel territorio perché la tutela sia davvero tale? Passeremo dalle villette all’aeroporto senza colpo ferire?
E visto che siamo da quelle parti c’è forse qualcuno che ricorda che nel Praa si ipotizzava un parco nazionale per l’Amiata? E per stare sempre da quelle parti i parchi minerari e archeologici esistenti in quale orbita si muovono? E il parco archeologico che dovrebbe nascere all’interno del parco delle Apuane in base a decisioni nazionali sulle quali è meglio sorvolare cosa sarà se sarà. E sul fiume Magra dove sulla sponda ligure opera un funzionante parco regionale e dove opera una unica autorità di bacino per entrambe le regioni la Toscana cosa intende fare; lasciare qualche sparpagliata Anpil?

Si potrebbe dire altrettanto per i nostri confini con le Marche dove operano parchi regionali che non trovano corrispettivo nella nostra regione. Ciò riguarda ancor più l’Emilia-Romagna che a confine con la Toscana non ha soltanto i due parchi nazionali ma altre aree protette con le quali prima o poi dovremo trovare un rapporto. Ma i punti maggiormente problematici sono altri. La Toscana fa parte del santuario dei cetacei e in una zona strategica –l’arcipelago- ha oggi finalmente un parco nazionale non commissariato che tra le cose più urgenti ha proprio quello di definire la sua area a mare. Devo dire – stando anche alle discussioni e alle notizie che di cui informa puntualmente il sito Elbareport - che non si ha la percezione di un impegno davvero raccordato tra parco e istituzioni. Avvertiamo troppi silenzi e assenze che lasciano ad un confronto segmentato un dibattito e scelte che hanno bisogno di ben altra collegialità regione inclusa. La scelta dell’area marina non può bissare i tempi geologici delle secche della Meloria.

Inutile dire, perché l’abbiamo detto già fin troppe volte che di tutto questo non vi è traccia nel dibattito e nelle polemiche di questi mesi. Una assenza grave per la regione ma anche per le altre istituzioni. Mai come in questo momento c´è’ bisogno di un raccordo serio tra politiche nazionali e regionali specialmente in campo ambientale, ma questo raccordo passa se non innanzitutto certo anche da come il sistema delle aree protette regionali (che sistema ancora non è) e le politiche nazionali. E’ il tema d’altronde della nuova legge regionale che è in lista d’attesa da troppo tempo. Per questo avevamo salutato la presentazione di un testo di cui abbiamo parlato su Toscanaparchi come l’avvio di una riflessione e soprattutto di un impegno che finora si è dimostrato inadeguato. Purtroppo le ‘voci’ – ed è già poco commendevole doversi affidare al gossip- ci dicono che si procederà con i piedi di piombo. In omaggio a chi e a che cosa? In una delle poche discussioni di cui ci è pervenuta notizia su Montichiello dopo lo ‘scandalo’ è che si sarebbero chiesti anni per preparare la ‘risposta’ giusta. Sono questi i ritmi anche della regione?

Ora si mostrano tutti contenti per avere finalmente chiuso la stalla per evitare altre scappatelle. Lo si e ripetuto anche nel recente seminario sul Pit. Ma siamo sicuri di cosa ci sia ora nella stalla? E perché finora non è stata convocata una riunione regionale dei parchi nazionali, regionali e le altre aree protette per fare insieme il punto e evitare che ognuno proceda per conto suo quando procede. Come Legautonomie cercheremo di discutere di queste cose senza peli sulla lingua nell’incontro di Pisa del 12 ottobre. Vorremmo poterlo fare soprattutto con coloro i quali dovranno poi decidere non solo a Firenze.

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