[17/09/2007] Aria

Piatti: «Ora la vera sfida è l´eliminazione degli hcfc»

LIVORNO. Anticipare l’eliminazione degli Hcfc per giungere al completo recupero dello strato di ozono stratosferico e ridurre le emissioni di gas serra. E’ quanto è emerso a Montreal durante il Meeting delle Parti sulla protezione dello strato di ozono che cade a distanza di 20 anni dalla sigla nella città canadese del Protocollo sulla protezione dello strato di ozono e l’eliminazione dei famigerati Cfc (clorofluorocarburi) utilizzati come aerosol, schiume e refrigeranti.

«Dopo la sua ratifica il 16 settembre 1987 – ha dichiarato Gianni Piatti, sottosegretario all’Ambiente in occasione delle celebrazioni di questo importante accordo internazionale - questo trattato voluto da 192 Paesi è riuscito ad eliminare totalmente la produzione dei Cfc, notoriamente utilizzati come aerosol, schiume e refrigeranti. E’ dunque la storia di un successo: un accordo multilaterale basato su evidenze scientifiche e su una forte collaborazione tra il mondo accademico e le istituzioni pubbliche e private che ha portato all’eliminazione delle sostanze ozono lesive ed ha avuto un effetto positivo anche sui cambiamenti climatici. Il Protocollo di Montreal ha permesso infatti di eliminare 8 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente. E’ più di quanto, ogni anno, il Protocollo di Kyoto prevede per il periodo 2008-2012. Ma il compito del Protocollo - ha sottolineato Piatti - non è terminato. In Canada si discute in questi giorni anche l’eliminazione dei principali sostituti dei Cfc, gli Hcfc (idroclorofluorocarburi) e ciò rappresenta la più importante sfida che dovremo affrontare, considerato anche il legame con il Protocollo di Kyoto e la Convenzione sui cambiamenti climatici».

«Le proposte di anticipazione dell’eliminazione degli Hcfc – ha proseguito - sottolineano quanto sia importante che questo processo punti a massimizzare gli effetti benefici sul clima. Questo dovrebbe favorire la sostituzione degli Hcfc con tecnologie che non abbiamo effetti sui cambiamenti climatici e nello stesso tempo che abbiamo migliore efficienza energetica. L’anticipazione dell’eliminazione degli Hcfc potrebbe ridurre le emissioni di gas serra fino ad oltre 25 miliardi di tonnellate equivalenti di CO2, il che equivale a circa 5 volte gli obiettivi stabiliti nel Protocollo di Kyoto. L’Italia è fortemente impegnata in questo processo e nello sforzo di favorire la protezione globale dell’ozono stratosferico con l’obiettivo di sviluppare tecnologie e produzioni industriali ed agricole che siano rispettose dell’ambiente, anche grazie al contributo di un gran numero di piccole e medie imprese che sono diventate leader nella produzione di tecnologie innovative nel settori della refrigerazione, della schiume, dei prodotti medicinali e della fumigazione dei terreni».



Il nostro Paese – ricorda i ministero dell’ambiente in una nota - ha avuto a livello internazionale un ruolo importante come membro del consiglio di amministrazione del Fondo Multilaterale Ozono, lo strumento finanziario del Protocollo di Montreal che consente ai PVS di raggiungere gli obiettivi prefissati. A livello nazionale – prosegue il ministero - ha attivato una politica attiva di eliminazioni delle sostanze maggiormente pericolose quali il bromuro di metile utilizzato in agricoltura, dove l’Italia è passata da secondo consumatore al mondo ad uno dei primi Paesi che hanno eliminato in soli tre anni questa sostanza dall’entrata in vigore delle esenzioni. Mentre con gli halon, le sostanze con il più alto effetto distruttivo sull’ozono, l’Italia ne ha eliminato l’uso anticipatamente rispetto a quanto previsto dal regolamento europeo, riducendo nel contempo drasticamente la lista sulle esenzioni. Inoltre – conclude il documento - l’approccio utilizzato dall’Italia è stato preso come modello di riferimento durante la preparazione del nuovo regolamento europeo sulle sostanze che riducono lo strato di ozono.

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