[14/09/2007] Consumo

Via alla raccolta firme ‘ItaliaEuropa – Liberi da Ogm’

LIVORNO. Questa mattina allo stand di Greenpeace, nel padiglione n.22, lo chef bolognese Gianluca Leoni, accompagnato da volontari travestiti da mucche, ha offerto le sue ricette esclusive a
base di Parmigiano non-Ogm accompagnate da vini e prodotti biologici. Una campagna di cui greenreport ha già dato notizia e che è andata in scena al Sana. I bolognesi Marcello e Gianluca Leoni sono considerati tra i migliori cuochi italiani, così definiti anche dal Gambero Rosso. Due chef impegnati che hanno deciso di sostenere la campagna di Greenpeace per eliminare gli Ogm dalla filiera produttiva del Parmigiano. Intanto dalla Toscana arriva il sostegno totale ed incondizionato da parte della Regione alla campagna promossa dalla Coalizione ‘ItaliaEuropa – Liberi da Ogm’.

Il presidente Claudio Martini e l’assessore all’agricoltura Susanna Cenni parteciperanno domani mattina all’assemblea pubblica ‘Per una Toscana libera da Ogm’ convocata dalla Coalizione. Proprio da domani prenderà infatti il via la raccolta di firme che durerà fino al prossimo 15 novembre. La manifestazione è prevista per le ore 10 presso l’Auditorium del Consiglio regionale, in via Cavour a Firenze.

E sempre in Toscana, la Coldiretti di Massa Carrara annuncia che da domani la raccolta di firme per dire “no” all’agricoltura biotech o geneticamente modificata, e per tutelare il sistema agroalimentare italiano e provinciale sarà aperta nelle proprie sedi e durerà sino al 15 novembre. Coldiretti, rappresentante della coalizione “Italia Europa Liberi da Ogm” insieme ad altre 27 organizzazioni che appartengono all’agricoltura, artigianato, piccola e media impresa, grande distribuzione, consumerismo, ambientalismo e della cooperazione internazionale, si prefigge di raccogliere 3 milioni di firme per stoppare tutte le iniziative della Comunità Europea che mirano ad un’omologazione agroalimentare azzerando così il nostro patrimonio fatto di tipicità, tradizioni e storia, e mettendo in primo piano la quantità e gli interessi di poche, grandi multinazionali, al posto della qualità espressa dalla nostra agricoltura e dalla sue piccole fattorie.

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