[11/09/2007] Energia

Energia, Conti (Enel): «Italia di nuovo a rischio black-out»

LIVORNO. L’Italia è di nuovo a rischio black-out? Secondo Fulvio Conti, amministratore delegato di Enel, «sì». Non solo: «siamo ancora più fragili di due anni fa (crisi russo-ucraina, ndr) e siamo ancora a rischio di rimanere al freddo e al buio». Lo scorso anno, ha spiegato durante un seminario sull´energia dei deputati dell´Ulivo, «ci siamo salvati ma non so se potremo salvarci quest´anno. Siamo ancora più fragili di due anni fa perché aumentano i consumi e perché si sono ridotti gli stoccaggi per una errata interpretazione del Ministero dell´ambiente».

Secondo Conti il Ministero avrebbe bloccato lo stoccaggio di circa 500 milioni di metri cubi di gas. L’ad sostiene inoltre che «il gas costerà sempre di più, sarà sempre più legato al petrolio, e non è possibile immaginare che anche con i rigassificatori si stacchi dal prezzo del petrolio. Non sta succedendo in Francia dove ne stanno facendo quattro, né in Spagna dove ne stanno facendo sette» aggiungendo che i rigassificatori «sono comunque importanti perché riducono i rischi fisici di approvvigionamento da soli tre tubi».
In attesa che il ministero dell’ambiente, come ha annunciato, replichi alle accuse di Conti, abbiamo chiesto un commento a Massimo Serafini, esperto di energia, ambientalista storico e direttore di Aprile.

«Vorrei solo dire – comincia Serafini - che il responsabile dell’ente energetico del paese, non si è ancora accorto che esiste l’effetto serra e pensa solo a come fregare meglio gli arabi. Non si è ancora reso conto che l’effetto serra impone il più rapidamente possibile il passaggio alle fonti rinnovabili e il risparmio energetico e non la corsa ai migliori espedienti di uso del fossile».

«L’Enel quindi – prosegue Serafini - sarà responsabile delle multe che la Ue ci farà per aver fallito Kyoto, proprio grazie al carbone dell’Enel e della gestione speculativa di questa azienda. Mi auguro dunque – conclude - che il governo italiano abbia il buon senso di fermare questa politica dissennata e crei le condizioni per un profondo rinnovamento del management dell’Enel».

Osserviamo che quanto dice Conti – al di là degli scenari un po’ apocalittici che disegna – evidenzia alcuni aspetti sui quali è bene riflettere: il primo è la conferma che negli ultimi due anni non si è riusciti a diminuire i consumi e che quindi sull’efficienza e sul risparmio c’è ancora molta strada da fare; il secondo è che nel mix energetico che dovrebbe condurre fuori dalla produzione da fonti fossili – tolto carbone e nucleare – del gas non si riesce nel breve termine a fare a meno. Il terzo, è che non vorremmo che questa uscita di Conti, visto quello che lo stesso ad ha detto ieri, più che un monito sia un ulteriore spot pro-carbone...

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