[04/09/2007] Parchi

Verso il primo parco marino dell’Argentina

LIVORNO. Mentre Onu, Iucn, Unione Europea ed ambientalisti indicano le aree marine protette come unica reale salvezza degli oceani dalla sovrapesca e dall’inquinamento, ci sono ancora grandi Paesi con infinite estensioni costiere e forti rivendicazioni marittime che non hanno nemmeno un parco marino. Uno di questi è l’Argentina, ma sta tentando di porvi rimedio con la realizzazione del Parque interjurisdiccional marino costero Patagonia Austral, che dovrebbe proteggere la ricca biodiversità di 600 kmq di mare e 200 kmq di costa, lungo 100 km della provincia di Chubut, comprendendo 40 isole sparse nell’oceano Atlantico.

Il tutto in attuazione di un accordo firmato in agosto dal presidente argentino Néstor Kirchner e dal governatore di Chubut, Mario Das Neves. Mentre si attende l’approvazione definitiva dai parlamenti nazionale e provinciale, la Fundación Patagonia natural sta lavorando con le autorità del Chubut ed i settori della pesca e del turismo per definire i diversi gradi e zone di protezione. Per funzionare il parco Patagonia Austral avrà bisogno di 320 mila dollari all’anno, forniti in ugual misura dal governo federale e dalla provincia. L’istituzione del primo parco marino argentino non è solo di un impegno “volontaristico” ma anche della necessità del Paese sudamericano di adempiere agli obiettivi di sviluppo del Millennio dell’Onu che obbligano l’Argentina ad aumentare le sue aree protette.

L’Argentina non ha nessuna esperienza di aree marine protette, ma può attingere a quella dei parchi nazionali terrestri: la Fundación Patagonia natural ed il governo del Chubut hanno buoni precedenti nella gestione di aree protette e ci sono già parchi nazionali in aree costiere a Santa Cruz e Tierra del Fuego.
L’area marina nasce per proteggere pinguini, orche, delfini, balene, elefanti marini, otarie ed altre decine di specie di grande importanza ecologica (ed economica) in uno dei tratti costieri più importanti per la biodiversità e la produttività ittica, con l’obiettivo di mettere in piedi una gestione sia di conservazione che di uso sostenibile delle risorse, con aree con forti vincoli ed altre dove permettere pesca e turismo.

Anche secondo gli ambientalisti argentini «la protezione non implica l’intangibilità», anche se nell’area non mancano gli “incidenti” di petroliere che sversano a mare e i danni fatti dalla sovrapesca che cattura “accidentalmente” ed uccide migliaia di uccelli e mammiferi marini che si riproducono a nord del golfo di San Jorge, come il pinguino di Magellano (Spheniscus magellanicus) e le otarie, che attirano ogni anno migliaia di turisti. Mentre il cormorano imperiale (Phalacrocorax atriceps) è alla base della industria del guano, gli escrementi usati come fertilizzante. Ma il mare della regione è importantissimo per l’industria della pesca per l’abbondanza di scampi, merluzzi, salmoni, frutti di mare e polpi. Un mare ricco di bivalvi e praterie di alghe che favoriscono la riproduzione e l’alimentazione anche di specie migratorie e di specie rare o minacciate.

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