[03/09/2007] Aria

Firenze, Labec: «Particolato aria molto migliorato. Resta problema polveri fini»

FIRENZE. Non solo cattive notizie sull’inquinamento dell’aria. Sono quelle che arrivano da Ecaart 2007, l’evento organizzato dal Laboratorio di tecniche nucleari per i beni culturali (Labec) che fa capo all´Istituto nazionale di fisica nucleare e che si sta svolgendo a Firenze fino al 7 settembre.

Secondo gli studi presentati proprio dal Labec, che come greenreport ha scritto nei giorni scorsi si occupa di applicazioni degli acceleratori di particelle anche in campo ambientale, il livello di inquinanti nell´aria sarebbe drasticamente diminuito negli ultimi 20 anni.

«Il Labec – ha detto alle agenzie Pier Andrea Mandò, direttore del laboratorio - si occupa non solo di beni culturali ma anche di rilevazioni ambientali. In particolare studiamo le particelle di particolato nell´aria dal 1989 e la situazione è incredibilmente migliorata perché fattori altamente inquinanti come il riscaldamento a nafta e la benzina rossa sono praticamente scomparsi»
La quantità di zolfo è diminuita di dieci volte e il piombo, dopo l´avvento della benzina verde, è oggi inesistente. Ma a rimanere stabili, e quindi ancora un pericolo per la salute, sono i livelli di polveri sottili.

La criticità, come noto, sono ora il Pm10, il Pm2,5 o il Pm1 sono ancora una grande sorgente di smog e di rischio per la salute. «In città come Firenze o Milano - prosegue Mandò - la principale causa di Pm10 è il traffico veicolare; in altre grandi città, come Genova o Taranto, questo particolato deriva dalle industrie».

Un problema è anche quello della polvere, sul quale Franco Lucarelli, professore associato di fisica del Labec, dice: «Nella polvere ci sono tracce di componenti naturali come silicio, titanio, alluminio e ferro. In Italia, come in altri Paesi del Mediterrano, la polvere è stanziale o può arrivare dal deserto del Sahara». «Contro la polvere - aggiunge - non si può fare molto ma è possibile capirne l´impatto. Per esempio è stato analizzato un episodio di polvere dal deserto nel giugno 2006 che ha avuto effetti in tutta la Toscana ma il Pm10 del resto dell´anno derivava da altri fattori, auto in primis».

«Così il problema degli inquinanti dell´aria - conclude Lucarelli - non è risolvibile solo localmente ma ha bisogno di politiche globali».

Dagli studi del Labec, quindi, ci pare che arrivino due notizie importanti: la prima è che con azioni mirate (come fu quella dell’eliminazione della benzina rossa) i risultati si ottengono, almeno per quanto riguarda il piombo; la seconda è che ora servono azioni altrettanto cogenti perché come si vede non è affatto risolto il problema dell’inquinamento dell’aria. E qui non basta cambiare ‘carburante’, ma serve un ripensamento complessivo della mobilità sostenibile.

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